Daniele Bernardi, CEO di Diaman Group, riflette sui vantaggi e gli svantaggi di questa soluzione d’investimento in delega.
Per accedere a questo contenuto
Spulciando nel blog di Diaman SCF, abbiamo trovato un interessante spunto di riflessione suggerito da Daniele Bernardi, CEO di Diaman Group: quali sono i pregi e i difetti delle Gestioni Patrimoniali. Dato il crescente interesse verso questa soluzione d'investimento abbiamo pensato di approfondire l'argomento.
Le gestioni patrimoniali, conosciute all'estero come 'Managed Account', sono uno strumento versatile che non hanno solo pregi, ma anche qualche piccolo difetto che è doveroso evidenziare.
Partiamo dai pregi....
- Compensazione fiscale delle plus e delle minus: Le tasse sulle gestioni patrimoniali vengono pagate una volta all’anno sulla reale crescita del patrimonio, compensano le plusvalenze con le minusvalenze di tutti gli strumenti inseriti al proprio interno. “Per cui se si vuole creare un portafoglio composto da fondi o ETF, il vantaggio di una gestione rispetto ad un conto amministrato è già tale da giustificarne un costo di gestione (e anche del pagamento dell’IVA)”, spiega il CEO.
- Strumento ideale per gestione attiva: “Pensare di utilizzare un modello di rotazione mensile, secondo logiche di momentum, in un conto amministrato è praticamente impossibile; i tempi di esecuzione, i costi di esecuzione, la impossibilità di compensare le minusvalenze, impediscono di fatto di poter effettuare con successo una strategia del genere”, spiega l’esperto. “Le gestioni patrimoniali invece godono di trattamenti ‘da istituzionali’ nell’acquisto e nella vendita dei fondi per esempio, dove spesso i costi sono pari a zero”.
- Compensazioni tra acquisti e vendite: Le gestioni patrimoniali permettono un notevole risparmio di tempo di uscita ed entrata nei fondi, permettendo quindi una pronta liquidità. “Se decido per esempio di uscire dal mercato azionario perché i rischi aumentano le operatività su un conto di gestione e un conto amministrato sono completamente diverse: nel primo caso la vendita del fondo azionario e l’acquisto del fondo obbligazionario può essere fatta lo stesso giorno compensando la valuta (che tipicamente è T+3 giorni), mentre in un conto amministrato, devo vendere il fondo azionario, aspettare 4 giorni di aver ricevuto effettivamente la valuta in conto e poi eseguire l’operazione di acquisto”.
- Classi di fondi istituzionali: Un altro grande vantaggio delle gestioni patrimoniali è la possibilità di acquisto delle classi istituzionali dei fondi. “Le classi retail comprendono la commissione di distribuzione dello strumento, tipicamente quanto guadagna la banca o la società di gestione dal collocamento al pubblico di tale strumento”.
- Strumento versatile per l’acquisto di fondi alternativi: Le gestioni patrimoniali permettono l’acquisto di Fondi Alternativi di Investimento (FIA), che nella maggior parte dei casi, a causa di minimi d’ingresso troppo alti, non danno la possibilità al cliente retail d'investire.
- Minori costi rispetto ad un fondo comune di investimento: Infine, le gestioni patrimoniali sono più economiche di un fondo comune d’investimento. “Quest’ultimo ha costi molto superiori legati alle normative, alla banca depositaria, alle tasse e ai costi fissi, a tutti gli attori economici che ne permettono l’acquisto e la vendita, dei costi di settlement, etc..”
...e i difetti
- Le commissioni di gestione e di performance sono soggette ad IVA. Questa è un’anomalia del sistema poiché tipicamente i servizi bancari e finanziari sono esenti all’IVA. “Quando cambio gli Euro in Dollari, non pago l’iva sulla commissione; quando faccio un bonifico, non pago l’iva sulla commissione; quando acquisto un fondo comune di investimento, all’interno non c’è l’iva sulle commissioni di gestione del fondo. Se ho un conto amministrato e compro e vendo dei fondi o dei titoli, non pago l’iva sulle transazioni. Purtroppo sulle gestioni patrimoniali, il cliente deve pagare l’IVA sulle commissioni, non si scappa”.
- Le gestioni patrimoniali hanno scarsa versatilità nel gestire strumenti derivati: “Mentre i fondi, gli ETF ed in qualche modo anche i titoli possono essere divisi tra i vari aderenti alla linea di gestione, i derivati, avendo importi tipicamente elevati come controvalore e non potendo essere splittati in numeri dopo la virgola, sono di difficile gestione”.
- La necessità di dotare le gestioni patrimoniali di un benchmark di riferimento: "Il cliente non comprerebbe mai una linea di gestione che replica il MSCI World al 100%, perché è sicuro, soprattutto se investe in fondi, di non riuscire a battere l’indice, perché sommando i costi parte perdente. Le gestioni patrimoniali hanno altre motivazioni per cui essere acquistate, non certo per la replica di un indice. Purtroppo, spiega Bernardi, ho visto centinaia di gestioni patrimoniali che non solo hanno come benchmark un indice di riferimento, ma che lo replicano fedelmente senza neppure cercare di batterlo”.
Conclusioni
Secondo il CEO, "se la gestione patrimoniale è realmente attiva e quindi comporta un reale vantaggio rispetto alle altre soluzioni di investimento è un ottimo strumento, altrimenti se segue un benchmark e ha componenti fisse di investimento tra equity e bond, risulta più efficiente comprare due ETF, uno obbligazionario globale e uno azionario globale con la stessa suddivisione e nel tempo otterrò sicuramente rendimenti migliori”, conclude Daniele Bernardi.