Per Anthony Doyle, Investment Director del team Retail Fixed Interest di M&G Investments, "Mario Draghi ha dato un chiaro segnale che il QE sarà con ogni probabilità esteso e aumentato".
“Abbiamo visto un presidente della BCE molto cauto. Impegnandosi a ‘riesaminare’ il programma di quantitative easing della BCE a dicembre, Mario Draghi ha dato un chiaro segnale che il QE sarà con ogni probabilità esteso e aumentato", ha commentato Anthony Doyle, Investment Director del team Retail Fixed Interest di M&G Investments, a margine del meeting BCE di ieri. La notizia ha spinto la performance dei titoli di Stato e il Bund Tedesco a due anni ha toccato il minimo storico del -0,32%, così come l’euro è scivolato di un centesimo e mezzo rispetto al dollaro USA. È chiaro che la BCE continua ad essere preoccupata per il ritmo della ripresa economica in Europa e per ciò che questo comporta rispetto al mantenere un livello di inflazione al di sotto, ma vicino al proprio target del 2%. Anche il rallentamento della crescita a livello globale ha pesato sul Consiglio della BCE di oggi, e in particolare le incertezze per la crescita dei mercati emergenti.
Dall’inizio del programma di quantitative easing, la BCE ha acquistato €478 miliardi di obbligazioni (13 miliardi di ABS di euro, 122 miliardi di euro di covered bond, 343 di euro miliardi tra titoli di Stato dei singoli Paesi e non) per circa il 3% del PIL. Facendo una comparazione, il programma di QE della Bank of England – per un ammontare di 375 miliardi di sterline – si avvicina invece al 20% del PIL. "Con questa misura, è chiaro che al prossimo meeting la BCE dovrebbe e agirà per aumentare il programma di acquisto degli asset, poiché c’è tutto lo spazio per fare di più", ha detto l'esperto. "Qualsiasi decisione che porterà a rimpolpare il QE sarà probabilmente positiva per i prezzi degli asset e, in particolare, per i mercati obbligazionari europei e porterebbe a un ulteriore indebolimento dell’euro”.