La BCE ha annunciato un programma di acquisti di dimensioni ampiamente superiori rispetto a quelle attese dal mercato ma solo il 20% del rischio di credito sarà a carico delle diverse banche nazionali.
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"In generale, consideriamo l’annuncio del Presidente Draghi un passo nella direzione giusta", ha detto Tanguy Le Saout, head of European Fixed Income di Pioneer Investments. Il piano, che prevede l’acquisto di titoli pubblici e privati per un ammontare di 60 miliardi di euro al mese a partire da marzo, ha durata prevista fino a settembre 2016, ma continuerà, in ogni caso, fino a quando il target di inflazione non si avvicinerà al livello obiettivo del 2%. La BCE ha previsto misure decisive per rilanciare l’economia europea e i rendimenti obbligazionari, in particolare quelli a più lunga scadenza, potrebbero trarre beneficio dall’incremento dell’inflazione. "Ciò potrebbe anche rappresentare un’ulteriore spinta per la Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse entro la fine di quest’anno", ha aggiunto l'esperto. "La dimensione del programma di QE era l’elemento chiave sul quale si concentravano le aspettative del mercato e, dobbiamo dire che il volume annunciato ci soddisfa molto".
Per Filippo Lanza, gestore di HI Numen Credit Fund di Hedge Invest SGR, "la dimensione complessiva del piano è di almeno 1.140 miliardi di euro, significativamente superiore quindi rispetto alle stime degli analisti, che si attendevano acquisti per 500 miliardi di euro. L’ammontare elevato indica chiaramente che la BCE non solo raggiungerà il target di espansione previsto del bilancio (1.000 miliardi di euro di espansione per tornare ai livelli di marzo 2012) ma è disposta anche a superare tale target, se necessario per riportare l’inflazione al livello obiettivo".
Il risk sharing
La condivisione dei rischi è stato sicuramente uno dei punti più controversi del piano annunciato dalla BCE, in quanto solo il 20% degli acquisti aggiuntivi sarà soggetto a risk sharing. Per Lanza, "le discussioni riguardo tale decisione, assunta principalmente per mitigare le preoccupazioni di Paesi come la Germania riguardo l’eventuale mutualizzazione dei rischi in caso di un ipotetico default, sono state definite però dallo stesso Draghi piuttosto futili. La condivisione avverrà, infatti, in modo automatico e indiretto attraverso il sistema Target 2. Ogni discussione sul risk sharing appare quindi piuttosto irrilevante", mentre per Le Saout il fatto che i rischi di credito sui titoli acquistati sia a carico delle diverse banche nazionali, "si tratta di un segnale non troppo positivo visto che in un’unione ogni cosa dovrebbe essere condivisa".
I rendimenti obbligazionari
L'esperto di Pioneer avverte che dopo questo annuncio, "i rendimenti obbligazionari dei paesi cosiddetti core possano essere oggetto di una certa pressione al rialzo, in quanto, di solito, gli investitori 'comprano sui rumors e vendono sui fatti'. La nostra aspettativa è che i mercati obbligazionari periferici potranno avere dei benefici nel breve termine grazie alla presenza di un importante e duraturo acquirente dei loro titoli obbligazionari. Considerato l’imponente volume di acquisti programmato dalla banca centrale, la nostra aspettativa è che gli spread rimangano sui livelli attuali, o che si riducano ulteriormente". La BCE ha incluso nel proprio programma di acquisti anche Paesi che non hanno un rating investment grade, ma che soddisfano determinati requisiti e, in particolare, l’adesione ad un programma di assistenza della Troika. Secondo Lanza "la notizia è potenzialmente molto positiva per i Titoli di Stato di Paesi come Cipro e Grecia, che molti pensavano sarebbero stati esclusi dal programma in quanto non-investment grade. Per Cipro, in particolare, se il Paese passerà la review della Troika, come atteso, gli acquisti potranno iniziare già a marzo. Elementi di incertezza maggiori rimangono attorno alla Grecia, viste le discussioni tuttora in corso riguardo un’eventuale uscita dal Paese dal piano di salvataggio.
"In generale accogliamo con favore l'annuncio della BCE anche se probabilmente poteva essere realizzato già qualche mese fa. Tuttavia è importante ricordare che non sempre la prima mossa fatta dalle principali banche centrali è quella giusta. Negli Stati Uniti la Fed ha posto in atto 3 programmi di QE, mentre in Giappone, per quasi 25 anni, hanno attuato dei programmi di QE sotto diverse forme. Pertanto non dovrebbe essere una sorpresa se il QE della BCE verrà rivisto e modificato nel corso dei prossimi 12-24 mesi" conclude Le Saout.
Tabella di sintesi
Principali Paesi europei partecipanti area euro |
Partecipazione capitale BCE principali Paesi area euro |
Valore di mercato debito governativo |
Acquisti bond governativi in base a partecipazione BCE |
Acquisti in percentuale sul valore di mercato del debito |
Acquisti in percentuale su emissioni governative 2015 |
Germania |
25,57% |
956 |
204,5 |
21,40% |
71,0% |
Francia |
20,14% |
1309 |
161,1 |
12,31% |
48,0% |
Italia |
17,49% |
1483 |
139,9 |
9,43% |
42,0% |
Spagna |
12,56% |
671 |
100,5 |
14,97% |
39,0% |
Paesi Bassi |
5,69% |
295 |
45,5 |
15,42% |
52,0% |
Belgio |
3,52% |
328 |
28,2 |
8,59% |
48,0% |
Austria |
2,79% |
200 |
22,3 |
11,16% |
73,0% |
Finlandia |
1,78% |
78 |
14,2 |
18,26% |
69,0% |
Irlanda |
1,65% |
113 |
13,2 |
11,67% |
54,0% |
Portogallo |
2,48% |
95 |
19,8 |
20,86% |
84,0% |
Grecia |
2,89% |
22 |
23,1 |
105,03% |
195,0% |
Cipro |
0,21% |
3,2 |
1,7 |
53,74% |
ND |
|
96,76% |
5.553,2 |
774,1 |
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Fonte: Hedge Invest