Risparmio gestito, ancora rosso a giugno (ma l’azionario resiste)

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Jon Tyson (Unsplash)

Ancora un dato negativo per l’industria del risparmio gestito a giugno. E ancora una conferma della preferenza, in un momento di volatilità, per il comparto azionario. La rilevazione mensile di Assogestioni dà conto di deflussi importanti per il settore, che nel mese vede una raccolta netta negativa per 1,16 miliardi di euro attestando il patrimonio totale a 2.277 miliardi. “A determinare l’andamento delle masse è soprattutto l’effetto mercato – si legge nella nota diffusa dall’associazione del risparmio gestito –, che per giugno l’Ufficio studi di Assogestioni quantifica in circa -2,8%, in linea con la performance dei mercati finanziari, ancora segnata da continue turbolenze di medio periodo sul fronte economico e geopolitico”. A giugno la quota prevalente degli asset, 1.193 miliardi (pari al 52,4% del totale), è impiegata in fondi aperti e chiusi, mentre le gestioni di portafoglio equivalgono a 1.083 miliardi (47,6% del totale).

Certo le novità delle ultime settimane non aiutano il comparto, già colpito da conflitto, aumento del costo dell’energia e boom dell’inflazione, che secondo le stime preliminari Istat si attesta a un +8% sull’anno (a giugno dello scorso anno, per intenderci, era a +1,3%). E la stessa associazione sconta l’uscita (a sorpresa) di uno dei big del risparmio gestito italiano: il Gruppo Azimut. Uscita affidata a un comunicato stringato diffuso nella serata di venerdì 22 luglio in cui non erano addotte le motivazioni di questa scelta, ma soltanto "il rammarico" del presidente di Assogestioni Carlo Trabattoni per la decisione della società. 

L’azionario “tiene botta”

Nel dettaglio, i fondi aperti cedono più di 2 miliardi nel mese e scontano l’emorragia del comparto obbligazionario, che vede deflussi per 3,3 miliardi (andamento in linea con quello registrato a maggio). Seguono, in negativo di 941 milioni, i fondi flessibili. Si conferma, tuttavia, l’appetito dei risparmiatori per l’azionario, che continua la sua marcia positiva (anche se in lieve frenata rispetto a maggio) con una raccolta per 1,3 miliardi “a dimostrazione che parte dei sottoscrittori vede nella volatilità un’occasione per entrare nel comparto”, sottolineano gli esperti di Assogestioni.

Nel mese la raccolta netta delle gestioni di portafoglio istituzionali è stata pari a +203 milioni, mentre quella delle gestioni di portafoglio retail è stata di +36 milioni, per un saldo totale positivo pari a +239 milioni. 

Chi sale e chi scende

Nonostante le criticità, i flussi in entrata premiano Poste Italiane, che chiude il mese con una raccolta netta di 751 milioni. A seguire il Gruppo Mediolanum (452 milioni), mentre Arca Fondi SGR guadagna il terzo gradino del podio con una raccolta positiva netta di 352 milioni.

Nome GruppoRaccolta nettaPatrimonio
Poste Italiane75195.434
Gruppo Mediolanum40255.204
Arca35230.994
Amundi Group142191.325
Axa IM13943.553
Anima Holding131171.269
Allianz11048.668
M&G Investments10714.680
Gruppo Mediobanca7510.308
Gruppo Banca Ifigest462.687
Fonte: Assogestioni. Elaborazione propria (dati in milioni di euro)

Rosso intenso invece per il Gruppo Intesa Sanpaolo, che per il terzo mese consecutivo registra deflussi importanti (-2,13 miliardi). A pesare sul totale, la raccolta di Eurizon, che chiude il mese con un negativo  di 2,17 miliardi, parzialmente compensato dalla performance di Fideuram (38,6 milioni). Segue UBS Asset Management, con -403 milioni di raccolta, mentre il Gruppo Generali si porta in territorio negativo con deflussi per 363 milioni.

Nome GruppoRaccolta nettaPatrimonio
Gruppo Intesa Sanpaolo-2.135398.856
UBS Asset Management-40319.407
Gruppo Generali-363399.631
Gruppo BNP Paribas-29127.009
Kairos Partners-2084.077
Gruppo Deutsche Bank-19628.329
Morgan Stanley-12036.798
Franklin Templeton Investments-9711.925
State Street Global Advisors-707.239
Schroders-7023.812
Fonte: Assogestioni. Elaborazione propria (dati in milioni di euro).