Secondo la mappa trimestrale di Assogestioni il patrimonio è in crescita a 2.363 miliardi di euro. Flussi in negativo per 6,12 miliardi. Fondi obbligazionari: boom di raccolta (+17 miliardi).
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È l’effetto performance a sostenere la crescita del mercato del risparmio gestito italiano. Per contro, nel primo trimestre del 2024, la raccolta langue. Secondo la mappa diffusa da Assogestioni il 24 maggio, con i dati relativi ai primi tre mesi dell’anno, la dinamica dell’industria è positiva, con un patrimonio in crescita a 2.363 miliardi di euro (+1,07% rispetto al 31 dicembre 2023, quando il dato era di 2.338), “supportato da un effetto performance particolarmente positivo di +2,9%”, si legge in una nota. Nonostante la raccolta sia ancora in territorio negativo, tuttavia, i deflussi vedono un decremento, tanto che si è passati dai -15,4 miliardi segnati alla fine del 2023, ai -6,12 miliardi del 31 marzo 2024.

Fondi aperti, crescono su spinte opposte
Nelle gestioni collettive il negativo è di 3,4 miliardi complessivi (fondi aperti e chiusi). Mentre i fondi chiusi frenano la raccolta rispetto a dicembre 2023, ma mantengono il segno più (a 556 milioni da 2,3 miliardi), nel caso dei fondi aperti, categoria “a maggiore partecipazione retail” con l’apporto dei risparmi di 11 milioni di italiani (Fonte: Osservatorio Sottoscrittori, Assogestioni), la raccolta nel trimestre è - 4 miliardi, in miglioramento rispetto ai deflussi di 8,5 miliardi del trimestre precedente, con un patrimonio complessivo a fine marzo di 1.188 miliardi.
Nel complesso, tuttavia, nell’ultimo trimestre le masse di questi prodotti sono cresciute di circa 40 miliardi “per l’effetto combinato di due spinte dal segno opposto: da una parte la raccolta, negativa per 4 miliardi circa, e dall’altro lato l’effetto mercato di oltre 42 miliardi. Tale effetto è stato spinto in particolare dalla buona performance dei prodotti azionari”, spiega Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi di Assogestioni. L’effetto mercato, in questo caso, è stimato al 3,7 per cento. “L’asimmetria tra raccolta negativa ed effetto performance positivo – prosegue Rota – si è verificata in tre degli ultimi quattro trimestri, segno che permangono delle incertezze sull’andamento dell’economia, ma anche del fatto che pesa la concorrenza del risparmio amministrato e, in particolare, dei titoli di Stato”.
Fondi esteri, pesano i deflussi dai prodotti assicurativi
Qui subentra un’analisi ulteriore, relativa alla raccolta dei fondi di diritto italiano e dei fondi di diritto estero nel dettaglio dei fondi aperti. I primi sono in positivo per 3,3 miliardi contro il -7,3 miliardi dei secondi. Tuttavia, si legge ancora nella nota, sommando la raccolta negativa dei fondi roundtrip, pari a -5,6 miliardi, il risultato è paragonabile a quello dei fondi esteri puri (-1,7 miliardi). Nonostante il negativo, precisa ancora Rota “tutte le tipologie di prodotti hanno però beneficiato di un effetto performance positivo, tra il 2 e il 5% circa”. A giustificare il segno meno dei fondi esteri, poi, un elemento importante, ossia i deflussi dai prodotti assicurativi di Ramo 1 e di Ramo 3 “che molto spesso hanno i prodotti crossborder come sottostanti”. Questa dinamica, prosegue il direttore dell’Ufficio Studi, è presente anche nel dato negativo di raccolta dei prodotti wrapper e istituzionali. “Se invece concentriamo l’attenzione sulla raccolta diretta effettuata dalle reti di consulenza finanziaria e dalle banche, i dati più recenti rivelano che entrambi i canali hanno messo a segno un dato leggermente positivo”.
Obbligazionari, boom di raccolta
Nel dettaglio dei fondi aperti, il dato trimestrale evidenzia ancora una volta il distacco tra i fondi obbligazionari e quelli azionari, con i primi che continuano a canalizzare le preferenze dei risparmiatori e si portano in positivo per quasi 17 miliardi nel trimestre. Per contro la raccolta netta in direzione dei prodotti equity aumenta il confronto rispetto a dicembre 2023 (quando era in negativo per 2,6 miliardi nei tre mesi) e si porta a -6,5 miliardi nel primo trimestre dell’anno. A motivare il divario, una raccolta negli obbligazionari “spinta in particolare dal lancio di prodotti a scadenza di nuova generazione, specialmente con targa italiana, che hanno consentito anche ai sottoscrittori di fondi aperti di beneficiare dei tassi positivi”. Tonfo anche per bilanciati (-6,6 miliardi) e flessibili (-7,7 miliardi)
Sul fronte delle perfomance dei singoli gruppi, dall’associazione fanno sapere che, “a partire da questa edizione la mappa del risparmio gestito non include più i dati di gruppi di gestione non associati. L'effetto di questa revisione del perimetro sul patrimonio gestito complessivo è pari al -1,5% circa. L'effetto su fondi aperti e gestioni istituzionali è del tutto trascurabile”.