Tra politica monetaria e fiscale con una attenzione particolare al tema della transizione verso una economia più green e inclusiva. L'outlook di Matteo Germano, head of Multi Asset Amundi e CIO, Amundi SGR e Monica Defend, global head of Research, Amundi.
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Il possibile ritorno a uno scenario economico tipico degli anni '70 è una eventualità che sta guadagnando sempre più terreno. Una crescita globale eterogenea accompagnata da livelli di inflazione in crescita saranno due degli elementi da attenzionare e che caratterizzeranno l'outlook per il 2022. A dirlo, in occasione di un incontro con la stampa specializzata, sono Matteo Germano, head of Multi Asset Amundi e CIO, Amundi SGR e Monica Defend, global head of Research, Amundi.
Politica monetaria e fiscale dopo la crisi
Secondo Germano, il prossimo anno le banche centrali giocheranno un ruolo fondamentale e spiega che: "Tanto la politica monetaria quanto quella fiscale saranno cruciali per sostenere il futuro del ciclo economico e, per il momento, eviteranno un rialzo dei tassi". La Fed ha annunciato di voler andare nella direzione di una riduzione degli acquisti ma rimane il fatto che gli istituti centrali dovranno fronteggiare un rallentamento della crescita e un maggiore fabbisogno fiscale per finanziarie la transizione verso una economia più ecologica e inclusiva. Su questo tema gli fa eco Defend che ribadisce come le aspettative di Amundi parlino di un rialzo dei tassi contenuto e comunque non prima dell'ultimo trimestre del 2022 o del primo del 2023 con un'attenzione particolare al debito. Un'altra notizia rilevante è stata quella di inizio settimana della conferma di Jerome Powell alla guida della Banca centrale americana a garanzia di continuità nel prossimo mandato. Un altro aspetto fondamentale è quello relativo ai progetti legati alla politica fiscale con l'impegno in Europa attraverso il Next Generation EU e il programma SURE o negli Stati Uniti con il Build Back Better, in un Paese in cui i dati economici sono incoraggianti, anche oltre le attese degli analisti.
Come noto, nelle ultime settimana a salire sono stati anche i prezzi dell'energia e delle materie prime. Questo movimento si propaga tanto sull'inflazione quanto sull'economia reale. Negli Stati Uniti, soltanto due giorni fa, il presidente Biden aveva annunciato il rilascio di 50 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche così da calmierare i prezzi. Eppure questa notizia potrebbe aver innescato un "effetto boomerang" avendo come conseguenza esattamente l'effetto contrario. Il settore energetico è inoltre legato a doppio filo a un altro tema estremamente caro ad Amundi ovvero la transizione verso un'economia green e il cambiamento climatico che viene inserito nel rischio di previsione di investimento. "La 'net zero emissions initiative’ avrà un impatto significativo sul mercato a nostro parere. Il prossimo tema sarà probabilmente la lotta alla disuguaglianza, che è un obiettivo centrale dei governi nell’attuale fase di ripresa. Potrebbero emergere alcuni temi che uniscono aspetti ambientali e sociali, come la spinta verso una «just transition» per affrontare il cambiamento climatico in modo equo, che è un punto di particolare preoccupazione per i mercati emergenti" spiegano gli esperti.
Un portafoglio nella "grande trasformazione"
Il 2022, in un'ottica di costruzione di portafoglio, risulterà ancor più sfidante rispetto all'anno che sta per finire. Matteo Germano ribadisce proprio per questo che la diversificazione sarà tanto necessaria quanto complessa, per la correlazione che si innescherà tra azionario e obbligazionario.
Gli esperti di Amundi consigliano di iniziare l’anno con un approccio cauto all’esposizione al rischio "entrando nel 2022 in maniera difensiva con poca duration", commenta Germano. Sarà inoltre necessario fare particolare attenzione alla resilienza del portafoglio a un eventuale aumento dei rendimenti, puntando su quelli reali. Proprio per questo, il portafoglio modello composto per il 60% da azioni e per il 40% da obbligazioni sarà messo alla prova. "La correlazione positiva tra mercato azionario e obbligazionario richiederà infatti un’asset allocation più dinamica. Gli investitori dovranno puntare su strategie relative value e altre fonti di diversificazione che possono potenzialmente attenuare il rischio di inflazione, come gli asset reali, saranno di importanza fondamentale" spiegano.
Azionario, Europa ed ESG
In conclusione, quando si tratta di azionario sarà necessario concentrarsi su aree con valutazioni meno elevate (come value, mercati emergenti, Europa) e meno sensibili al rialzo dei tassi. Proprio la zona euro, come si diceva prima, dovrebbe essere favorita grazie al Next Generation EU e all'attenzione che il Vecchio continente sta ponendo verso i temi legati alla transizione ecologica. Le azioni dei mercati emergenti dovrebbero tornare al centro dell’attenzione degli investitori e potrebbero riservare delle opportunità interessanti anche rispetto alle economie sviluppate.
Come da aspettative anche durante il 2022 l'ESG sarà l'acronimo che guiderà buona parte degli investimenti tematici. Nell'attesa della tassonomia europea, dopo circa otto mesi dall'entrata in vigore della SFDR, l'appetito degli investitori per le tematiche sostenibili è sicuramente cresciuto e "gli asset manager avranno il compito di guidare questo cambiamento attraverso una maggiore trasparenza nei riguardi dei propri clienti circa i dati forniti" concludono gli esperti di Amundi.