Funds People ha intervistato il gestore di GFG per approfondire gli scenari e le opportunità nel mercato obbligazionario nel 2018.
I livelli d’inflazione registrati a febbraio mostrano una leggera discesa dei prezzi rispetto a quelli di gennaio. Sebbene si parli di un ritorno dell’inflazione da diverso tempo, i prezzi fanno ancora fatica a salire. La Banca centrale europea, che ha l’obiettivo d’inflazione del 2%, molto difficilmente riuscirà a raggiungere i target entro la fine di quest’anno. Ma da cosa dipende quest’anemia dei prezzi?
Innanzitutto, bisogna dire che l’inflazione viene da dei livelli talmente bassi che, sebbene stia pian piano risalendo, ci vorrà molto tempo prima che raggiunga gli obiettivi sperati. Contemporaneamente però si registra una crescita sostenuta e sincronizzata tra i diversi paesi europei. Questo nuovo scenario mette in difficoltà anche l’interpretazione della curva di Philips, che con un livello basso d’inflazione influenza negativamente l’occupazione. “Penso che stiamo attraversando un cambio di millennio colossale e che lo abbiano capito anche i policy maker”, spiega Roberto Scisci, gestore del fondo GFG Euro Global Bond. “Inoltre, gli shock tecnologici che abbiamo avuto, non sono niente in confronto a quelli che avremo nel corso del prossimo ventennio”. La robotica, la digitalizzazione e le nuove tecnologie sostituiscono la forza lavoro e hanno un impatto negativo sulla crescita dei prezzi. Un esempio può essere Amazon, che ha rivoluzionato totalmente il concetto di negozio online. “Nel breve periodo, il gigante del commercio spinge i consumi e crea ‘growth’, ma gli effetti nel lungo periodo sono una riduzione dei prezzi e una concentrazione della ricchezza”, spiega il gestore. “La banca centrale europea ha fatto ripartire l’inflazione aumentando la base monetaria nel sistema, ma quando finirà il quantitative easing, il mercato riuscirà a mantenere i livelli d’inflazione stabili al 2%?, si domanda Scisci.
Quali strumenti preferire
Una delle asset class da tenere in considerazione per quest’anno è l’obbligazionario globale flessibile. GFG offre delle soluzioni reddito fisso con un approccio attivo di gestione sulla base di analisi macro e bond picking. L’obiettivo è la generazione di Alpha su tutta la curva con un approccio fondamentale per il credito e dinamico per i tassi. La selezione avviene attraverso una prima analisi top down, attraverso lo studio del contesto macro e di settore. Successivamente si passa a un analisi degli asset sull’universo dei corporate bond e governativi. Infine l’attività core di bond picking. “Al momento preferiamo non investire in high yield per garantire al cliente una liquidità giornaliera. Abbiamo in portafoglio governativi emessi in euro, e tendiamo a preferire titoli europei e una parte residuale di titoli messicani, norvegesi, svedesi in ottica di diversificazione. La parte credito invece è tutta investment grade”, spiega Scisci. Il rischio viene gestito attraverso il monitoraggio di due componenti: rischio tasso e il credit spread (rischio sistemico). “Facciamo un’analisi del VAR nei nostri sistemi e degli stress test di scenario”.
”Calcoliamo tutte le esposizioni a priori esplicitando il rischio tasso (dv1) e il rischio credito puro (Cds) , chiaramente avendo una view di mercato/scenario ben definita a priori”, conclude il gestore.