Nel suo outlook sul 2022, Anima SGR prevede un’ulteriore espansione del PIL globale a un ritmo del 4,4%, dopo il 5,8% del 2021, e la prosecuzione nell’accelerazione degli indici dei prezzi al consumo. “Manteniamo la convinzione che l'inversione degli effetti di base, la flessione dei prezzi dell'energia e l’allentamento delle pressioni sui prezzi dei beni core alimenteranno un calo dell’inflazione dal secondo trimestre, seppur graduale, sia negli Stati Uniti che in Area Euro”, spiega Fabio Fois, head of Investment Research & Advisory della società. Di conseguenza “gli investitori continueranno a evitare di prezzare uno spostamento verso l’alto della dinamica inflattiva di lungo periodo fino a quando ci saranno narrative macro plausibili che giustifichino le dinamiche in corso”. Il riferimento va agli “squilibri” emersi negli ultimi mesi del 2021 “provocati da forze temporanee che frenano l'offerta in un contesto di domanda eccezionalmente solida, sostenuta da stimoli monetari e fiscali senza precedenti”. Sul fronte pandemico resta alta l’attenzione sulla variante Omicron, in uno scenario che, soprattutto negli ultimi mesi, sconta ancora le conseguenze della variante Delta, mentre l’analisi sull’azione delle banche centrali mette in luce come abbiano reagito in modo diverso ai recenti sviluppi. Da un lato la FED, che ha adottato un orientamento più restrittivo, dall’altro la BCE, che “potrebbe posizionarsi a metà strada, essendo disposta a offrire ulteriore supporto solo nel breve termine, mentre la People’s Bank of China è diventata nettamente più accomodante, vista la perdita di slancio dell’attività economica e lo scenario per l’inflazione”. In questo scenario Anima resta “strategicamente costruttiva” sulle asset class rischiose come l’azionario, anche se si prepara a una volatilità elevata soprattutto nelle prossime settimane. Occhi puntati sul settore tecnologico e sui titoli energetici e finanziari. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la società mantiene “una esposizione prudente al rischio tasso in chiave strategica, più negli Stati Uniti che in Area Euro, dove i rischi legati al COVID sono in aumento e la BCE resterà più accomodante della FED”.
1/5