Scolari (Ascofind): "Albo unico? Il quadro normativo deve essere ancora completato"

Massimo Scolari, presidente Ascofind

Il Covid, si sa, ha sparigliato le carte. Investitori, gestori e consulenti hanno affrontato mutamenti radicali, impossibili da prevedere, difficili da gestire e governare. Ma con l’arrivo del nuovo anno (e dei vaccini soprattutto) la voglia di ripartire è all’orizzonte. La consulenza, nello specifico, può essere un primo antidoto alla crisi. Una grande mole di liquidità è parcheggiata sui conti correnti dagli italiani. Per Massimo Scolari, presidente Ascofind, nonché appena nominato vicepresidente di Conformis in Finance (società che fornisce servizi specializzati nel settore finanziario) d’altronde “la consulenza può contribuire ad una maggiore diffusione della cultura economica e dell’educazione finanziaria presso i risparmiatori e gli investitori. Credo che questo sia uno dei punti essenziali per garantire un sano processo di sviluppo economico ed imprenditoriale, a partire dalle giovani generazioni”.

“Per il consulente indipendente i problemi e le opportunità offerte dall’attuale situazione sanitaria non sono diversi da quelli che si sono posti per tutti gli operatori finanziari”, continua Scolari. “Certamente la ridotta dimensione delle società facilita una maggiore flessibilità operativa. Inoltre i consulenti indipendenti e le SCF, che hanno un minore presidio sul territorio rispetto ad altri operatori, possono essere avvantaggiati dall’utilizzo di tecniche di comunicazione a distanza nei rapporti con la clientela. Gli obiettivi della nostra associazione sono rivolti soprattutto all’attività di formazione dei consulenti finanziari e dei giovani che aspirano ad intraprendere la professione.

Numeri e quadro normativo

Guardando alla consulenza indipendente i numeri crescono ma forse non così rapidamente. “Come presidente di Ascofind mi occupo principalmente di società di consulenza finanziaria che rappresento all’interno dell’OCF. In questi due anni, dall’avvio delle nuove sezioni dell’Albo, il numero delle società di consulenza finanziaria (SCF) iscritte all’Albo è cresciuto fino a 44 unità. Se si pensa che uno dei due anni è stato caratterizzato dalla pandemia Covid, con conseguente rallentamento delle attività, il risultato non è disprezzabile. Per fare un raffronto con l’Europa, i dati recentemente forniti dall’Eba ci dicono che, a fine 2019, operavano in tutta Europa circa 500 imprese di investimento dedicate alla consulenza finanziaria, di cui 200 specializzate unicamente nell’attività di advisory”.

A proposito di Albo, per l’esperto, poi con la sua istituzione il panorama di certo è cambiato molto. “Prima dell’avvio del nuovo Albo i consulenti finanziari indipendenti non erano di fatto riconosciuti ed operavano in assenza di controlli e regolamentazione. Oggi sono una componente riconosciuta dell’industria della consulenza finanziaria e molti investitori cominciano ad apprezzare questo modello di servizio”, spiega. “Naturalmente c’è ancora molto da fare per accrescere l’informazione e la consapevolezza da parte della clientela. Come rappresentante delle SCF all’interno dell’Albo mi sono adoperato affinché la nascita e lo sviluppo iniziale di questo settore avvenisse su fondamenta solide, che sono una delle condizioni importanti per una crescita futura equilibrata”. I cambiamenti normativi degli ultimi anni, dunque, sono serviti ma si aspettano ancora nuovi pezzi per ultimare il puzzle. “Il quadro normativo che regolamenta l’attività dei consulenti indipendenti deve essere ancora completato”, afferma Scolari. “Siamo in attesa del nuovo decreto che disciplinerà compiutamente i requisiti di accesso all’Albo da parte di tutte le categorie di consulenti finanziari, unificando e rendendo coerente la precedente normativa che era stata emanata in tempi molto diversi da oggi. Di particolare rilevanza sarà la disciplina per il passaggio da una sezione all’altra dell’Albo che dovrebbe consentire una maggiore fluidità nelle scelte professionali dei consulenti finanziari”.