SdR23, Trabattoni (Assogestioni): “Risparmio gestito centrale per la crescita oltre la crisi”

Salone del Risparmio 2023, foto FundsPeople

Il Salone del Risparmio 2023 si apre con una consapevolezza: le incertezze macro, la crisi legata al climate change, i conflitti, l’invecchiamento della popolazione (“mai prima d’ora 5 generazioni hanno convissuto contemporaneamente sul nostro pianeta”, ha affermato Nicola Palmarini, direttore NICA – UK National Innovation Centre for Ageing nel corso del suo speech), sono tutti fenomeni che procedono in parallelo e aprono nuovi spazi di analisi per il settore del risparmio, che assume una centralità sociale via via più determinante e si pone come “fonte vitale di crescita economica”. Centralità analizzata in apertura della conferenza inaugurale dell'evento che si tiene dal 16 al 18 maggio presso il Mico di Milano e che ha visto già nella prima mattinata di lavori 4 mila partecipanti e oltre mille collegati in streaming a seguire la plenaria. Certo, come sottolineato da Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze in apertura, “i dati più recenti mostrano che, nonostante le difficoltà, il quadro economico è moderatamente positivo e questo è confermato dall’incoraggiante risultato del Pil nel primo trimestre dell’anno”, tuttavia il contesto è ancora incerto e questo impone “un ripensamento del ruolo dello Stato, che deve selezionare con attenzione gli interventi da perseguire”. Qui entra in gioco anche il ruolo del settore privato, afferma Giorgetti, “che va coinvolto per impiegare e rendere produttiva la cospicua quantità di risparmio disponibile”. E l’industria del risparmio gestito, nonostante la crisi che ha investito i mercati negli ultimi mesi “ha saputo rispondere”. A sottolineare questa risposta è Carlo Trabattoni, presidente Assogestioni, che ricorda come il ruolo centrale del risparmio sia confermato anche dai numeri, con un patrimonio complessivo del gestito a fine 2022 pari a 2.212 miliardi di euro, con una raccolta per 14,8 miliardi di euro: “In un anno straordinario – rimarca il presidente – il sistema ha dimostrato una complessiva tenuta”, e si tratta di dati significativi soprattutto se letti nel contesto di una crisi (“in particolare se paragonati ad altri periodi di crisi come il biennio 2007-2008 quando il sistema registrò un’emorragia di quasi 200 miliardi”).  

Le opportunità vivono di asimmetria

L’opportunità di non cedere il passo alle paure di breve periodo, dunque, sono anche in mano agli attori del mercato: “Non dobbiamo dimenticare i rischi che uno sguardo di breve termine può generare nella pianificazione del lungo periodo, poiché le opportunità spesso vivono di assimetria di orizzonti”, continua Trabattoni che cita in questa sede il ruolo della consulenza e l’importanza della realtà della distribuzione “nel comprendere i vantaggi delle gestioni attive contro i rischi di volatilità del mercato”.

I pilastri

L’industria, dunque, dovrebbe focalizzare la propria azione su quelli che Trabattoni definisce una serie di pilastri, indicandoli nell’innovazione (“la prossima generazione di investitori si aspetta una narrazione diversa, più attiva, personalizzata e orientata al digitale”); nell’educazione finanziaria, alla luce di dati che ancora confermano una scarsa alfabetizzazione soprattutto nei soggetti più vulnerabili come i giovani); nello sviluppo di un quadro normativo “capace di incrementare la fiducia e di indirizzare verso soluzioni di investimento i risparmi detenuti sotto forma di liquidità e depositi”; e nella sostenibilità, “tra il 2016 e il 21 gli asset globali rivolti agli investimenti sostenibili sono cresciuti del 19% su base annua, un andamento superiore al tasso di crescita del risparmio gestito in generale. Le difficoltà del 20-22 hanno in qualche modo rallentato questa crescita ma i dati confermano un ritorno di interesse”. Infine Trabattoni invita il mercato a focalizzarsi “su strumenti in grado di indirizzare gli asset verso i mercati privati e l’economia reale attraverso per esempio la normativa ELTIF 2.0 e la nuova normativa dei PIR”.

Andamenti demografici

L’impatto degli andamenti demografici sarà dunque determinante per la definizione del sistema risparmio del futuro, e per contribuire a disegnare i contorni della società che si prospetta all’orizzonte è intervenuto Giuseppe De Rita, presidente del Censis, indicando come negli ultimi dieci anni si sia assistito a “un aumento del valore reale del risparmio pari al 65%”. Tuttavia secondo gli ultimi dati del 2022, per la prima volta c’è stato un decremento dell’1% dell’aumento del risparmio. “Non sappiamo se sia effettivamente finito il ciclo, ma potrebbe essere finita la dimensione del risparmio come preoccupazione fondamentale del cittadino”, afferma De Rita indicando come adesso sia importante capire “se il ciclo ripartirà oppure se ne verrà aperto uno nuovo”. Certo è che, come sottolineato nel suo speech da Palmarini del NICA, “ci stiamo trasformando dalla società della vecchiaia alla società della longevità”.

La tavola rotonda

A concludere questa serie di riflessioni, l’intervento degli esponenti delle principali associazioni presenti nell’industria del risparmio italiana. “Nonostante questi anni complessi, il business delle reti è andato molto bene”, anzi, secondo Massimo Doris, presidente di Assoreti, proprio alla luce di questa incertezza “la figura di un consulente finanziario diventa fondamentale. Ovviamente diventa fondamentale anche da parte delle società reti fornire ai consulenti strumenti pe far fronte a un mondo sempre più complesso, ma visti i risultati direi che siamo nella giusta direzione”. Andrea Ragaini, presidente AIPB si sofferma, invece, sul concetto di fiducia “al centro del modello di servizio del private banker”. Ragaini parla di fiducia “tripartita” ossia quella tra banker, cliente e banca. “Durante tutte le crisi, ultima quella del 2022, se si guarda la fiducia dei clienti private versus over all, nel nostro caso è aumentata. Siamo passati dai 387 miliardi del 2007 ai quasi mille miliardi del 2022 e proprio nel 2022, anno difficilissimo, gli investimenti nei mercati privati sono aumentati. Tutti elementi che ci confermano che la fiducia va coltivata nel tempo”. I numeri, d’altronde, rappresentano la sostanza dei fatti, come afferma Luigi Conte, presidente ANASF indicando come la giacenza sui cc dei clienti seguiti da consulenti e private banker è di gran lunga inferiore rispetto a quella dei soggetti che non si affidano a queste figure professionali. “Perché il continuo confronto genera la definizione del progetto. La crisi in questi anni ha espresso il suo peso amplificando l’utilizzo degli strumenti digitali ma non in termini di ossimoro, si è evidenziato un accrescimento della dimensione umana del rapporto”. In chiusura Trabattoni torna sul tema della trasparenza quale chiave per “aiutare alla semplificazione e di concetti che risultano ‘intuitivi’ per gli operatori della finanza, ma che necessitano di essere trasposti ai risparmiatori”.