Sette importanti previsioni dei gestori di Schroders

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La International Media Conference organizzata da Schroders e tenutasi recentemente a Londra ha visto la partecipazione di gestori di prim’ordine della società, che con l’occasione hanno condiviso con i presenti alcune riflessioni sulle opportunità e le sfide che scorgono attualmente nei mercati. Funds People le ha riassunte in sette punti, per permettere agli investitori di conoscere la prospettiva attuale di ogni professionista sull’asset class che gestisce e avere un’idea sul posizionamento che ognuno di loro sta adottando.

Aymeric Forest, head of multiasset investment team: “Prevediamo inflazione, quindi la duration non sarà la nostra classe di asset prediletta. Per quanto riguarda l’azionario, le nostre principali scommesse sono il settore finanziario, quello della salute e il mercato giaponese. Di conseguenza, nei nostri fondi misti stiamo riducendo la duration nell’obbligazionario e incrementando l’esposizione al Giappone e ai mercati emergenti nell’azionario.

Simon Webber, gestore azionario globale: “Adesso, le azioni che comportano un rischio maggiore sono quelle che fino ad oggi erano considerate le più sicure e viceversa”.

Bob Jolly, head of global macro: “Nello scenario attuale, il punto di partenza per il rendimento dei titoli di Stato degli USA a dieci anni è del 2,5%, un dato che andrà ad aumentare”.

Jim Barrineau, co-head of emerging market debt: “Storicamente, quando il dollaro si apprezza si crea uno scenario terribile per il debito emergente. La quotazione della divisa è la chiave. Dovrebbe stabilirsi nel breve termine fino a che si verifichi una maggiore visibilità politica negli USA. L’espansione fiscale negli Stati Uniti potrebbe avere un impatto molto significativo sui Paesi emergenti nel 2017. Quello che succederà, influirà particolarmente anche sui Paesi in via di sviluppo. Le migliori opportunità nel debito emergente risiedono in Europa dell’est e Brasile, Paesi che risentiranno in minor misura di quello che accadrà negli Stati Uniti. Per quanto riguarda le divise asiatiche, diventeranno vulnerabili se dovesse imporsi il protezionismo di Trump.

Ugo Montrucchio, multiasset portfolio manager: “Le perdite verificatesi nei mercati emergenti azionari nelle ultime settimane sono passeggere. Il trend di entrate proseguirà”.

Geoff Blanning, head of emerging market debt and commodities: “Per gli investitori il treno delle materie prime non è ancora passato. Alcune di esse hanno perso un 75% del loro valore e si sono a mala pena riprese. Siamo all’inizio di un nuovo mercato rialzista nelle commodities. Investire in queste ultime è il miglior modo di proteggersi contro l’inflazione. Le obbligazioni inflation linked sono care. Storicamente, l’oro è l’unico asset che ha conservato valore. Calcoliamo il suo prezzo in base all’offerta monetaria globale, ma compriamo e vendiamo in funzione del sentiment.

Rory Bateman, head of the European equity team: “Prevediamo che la rotazione di azioni europee di qualità ad azioni cicliche continui durante il 2017, ma questo non significa che serva tutto. In Italia, ad esempio, il settore finanziario non ci fa sentire a nostro agio. La delicata situazione nella quale si trovano queste entità è più importante di quella politica. In Europa non ci aspettiamo rivoluzioni politiche. Stanno accadendo cose drammatiche, ma non dobbiamo dimenticare che nell’azionario esistono sempre delle opportunità.