Per la prima volta in un decennio, quasi tutti i Paesi sviluppati inclusi nel Natixis IM Global Retirement Index hanno registrato un miglioramento della sicurezza pensionistica complessiva rispetto all'anno precedente.
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Per la prima volta in un decennio, quasi tutti i Paesi sviluppati inclusi nel Global Retirement Index di Natixis Investment Managers hanno registrato un miglioramento della sicurezza pensionistica complessiva rispetto all'anno precedente. L'edizione del GRI del 2023 indica il miglioramento delle condizioni economiche come il principale fattore che ha contribuito al miglioramento delle condizioni pensionistiche, grazie alla crescita dell'occupazione in seguito alla ripresa delle economie dalla pandemia, agli aumenti salariali e all'aumento dei tassi di interesse che hanno migliorato i coefficienti di finanziamento di molti piani pensionistici.
Paesi al top per la pensione
Nell'indice di quest'anno, il podio è lo stesso del 2022: la Norvegia si aggiudica il primo posto con un punteggio complessivo dell'83%. La Svizzera è seconda con un punteggio dell'82% e l'Islanda terza con l'81%. D'altra parte, anche l'Irlanda mantiene la stessa posizione del 2022: al quarto posto con un punteggio complessivo dell'80%. Inoltre, Lussemburgo, Paesi Bassi, Australia, Nuova Zelanda e Danimarca rimangono nella top ten anche quest'anno, rispettivamente al quinto, sesto, settimo, ottavo e decimo posto.
Tuttavia, la Repubblica Ceca esce dalla top ten e la Germania, con un punteggio del 76%, sostituisce la Danimarca in nona posizione. Balzo in avanti per l'Italia che entra nella top 30 della classifica GRI, passando dal 31° al 28° posto.
Creato in collaborazione con Core Data Research, il GRI fornisce un benchmark globale che integra un'ampia gamma di fattori essenziali affinché le persone possano godere di una pensione sana e sicura. Questi includono importanti fattori finanziari, oltre a considerazioni come l'accesso e il costo dell'assistenza sanitaria, le condizioni climatiche, lo stato della governance e la felicità generale della popolazione.
Le classifiche del GRI sono relative, non assolute, e si basano sulla somma dei punteggi medi dallo 0% al 100% in base a 18 misure di performance in ciascuno dei quattro sottoindici - Finanza in pensione, Benessere materiale, Qualità della vita e Salute - che si combinano per fornire un quadro complessivo dell'ambiente per i pensionati.
L’ottimismo non si sente nella vita dei singoli
Tuttavia, nonostante il miglioramento del quadro macro e l’aumento generale della sicurezza pensionistica, un’ulteriore ricerca- la Global Individual Investor Survey di Natixis Investment Managers - rivela che l’ottimismo a livello generale non si fa sentire nella vita quotidiana dei singoli, che continuano a essere preoccupati per la pensione.
La Global Individual Investor Survey di Natixis IM, condotta su un campione di 8.550 persone con un patrimonio investibile di almeno 100.000 dollari, ha rivelato che mentre il 56% ritiene che in pensione avrà la libertà di fare ciò che vuole e quando vuole, il 48% teme che “ci vorrà un miracolo” per andare in pensione in modo sicuro, il 28% ritiene che non avrà altra scelta che vivere in modo misurato e il 21% pensa che dovrà continuare a lavorare.
L'Italia
I risultati migliori dell'Italia che hanno consentito al Paese l'ingresso nella top 30, si registrano nei sottoindici Qualità della vita e Salute, dove si colloca rispettivamente al 20° e al 21° posto.
Per il primo di questi due ambiti, il Paese migliora nel settore dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari, dove passa dal 14° all'11° posto con un aumento del 10% nel punteggio specifico. Più in generale, il quadro è più eterogeneo per gli altri fattori della qualità della vita. Mentre la qualità dell'aria sale quest'anno dal 26° al 24° posto, il Paese registra un calo in termini di felicità (27° dal 24°) e di biodiversità e habitat (24° dal 21°).
La posizione dell'Italia nel sottoindice della salute scivola leggermente dal 20° posto dell'anno scorso al 21°. A determinare il cambiamento è il calo dell'aspettativa di vita, che vede l'Italia uscire dalla top 10, scivolando dal 6° posto nel 2022 all'11°. Ciò è probabilmente attribuibile all'impatto della pandemia che ha colpito duramente il Paese. Le classifiche relative alla spesa sanitaria pro capite e alla spesa sanitaria assicurata rimangono invariate, rispettivamente al 22° e al 27° posto.
L'Italia si colloca al 35° posto nella classifica del Benessere materiale per il terzo anno consecutivo e vede un leggero aumento del punteggio di tre punti percentuali. Tuttavia, l'Italia rimane negli ultimi 10 posti per quanto riguarda il fronte della disoccupazione, ma registra un miglioramento marginale su base annua. Nel sottoindice Finanza, l'Italia mantiene lo stesso punteggio dell'anno scorso, ma vede la sua posizione scendere dal 35° al 40° posto. Mentre molti Paesi subiscono una variazione nell'indicatore dell'inflazione, l'Italia registra uno dei cali più significativi, scendendo quest'anno di 27 posizioni nella classifica. Più positivamente, il Paese registra miglioramenti marginali in diversi fattori, tra cui i tassi di interesse (14° dal 16°), le sofferenze bancarie (36° dal 39°), la governance (34° dal 35°) e l'indebitamento pubblico (41° dal 42°).