Dopo il “too big to fail” del 2008 è apparso chiaro che tanto più grave è l’emergenza, tanto più grande è la risposta di chi governa le economie. Il fatto che l’evidente emergenza planetaria avrebbe spinto Banche centrali e governi ad un sostegno coordinato, ha trovato conferma velocemente, sorprendendo tuttavia nelle tempistiche e nell’entità. “Quindi, con grande attenzione al controllo dei rischi e senza incrementare sensibilmente le posizioni, nel 2020 siamo sempre rimasti investiti sul comparto azionario, con un bias decisamente growth fino all’autunno, quando abbiamo iniziato ad effettuare una parziale rotazione verso lo stile value, proseguita poi sino alla fine dell’anno. I nostri portafogli sono sempre rimasti strategicamente molto diversificati, soprattutto dal punto di vista geografico, includendo un sensibile sovrappeso sull’area asiatica, sia sulla componente azionaria che su quella obbligazionaria”, spiega Stefano Simonetti, responsabile Gestioni patrimoniali di Soprarno SGR.
“Abbiamo affrontato il 2021 in continuità con il 2020, con un leggero sovrappeso sulle azioni ed un sensibile sottopeso di duration per la parte obbligazionaria. Riteniamo che il comparto azionario potrà essere ancora il favorito, seppur caratterizzato da una maggiore selettività. Sul comparto obbligazionario pensiamo che nel medio-lungo termine i bond asiatici, ed in particolare quelli cinesi, possano rappresentare un’interessante opportunità di investimento, nonché costituire anche un elemento di decorrelazione per i portafogli”.
Posizionamento di portafoglio
I portafogli di Soprarno SGR continuano a rimanere strategicamente molto diversificati ed orientati alle tematiche di lungo periodo. In ragione di questo, tutti i temi strutturali che guardano al futuro (global trends), sia settoriali che geografici, trovano ampio spazio all’interno delle nostre scelte di allocazione.
“L’investimento tematico rappresenta per noi una scelta di lungo periodo verso quei temi (settoriali o geografici) che, ragionevolmente, rappresenteranno in futuro una quota degli investimenti ben maggiore rispetto ad ora, sia nella composizione dei benchmark che in quella dei portafogli tradizionali. Questo in considerazione del fatto che la crescita di importanza, legata all’aumento del fatturato e degli utili, sarà particolarmente rilevante nel corso dei prossimi anni”, spiega Simonetti. “Senza dubbio fanno parte di questi trend di lungo periodo il tema del cambiamento climatico e quello della transizione energetica, così come i temi della digitalizzazione, delle terapie geniche e della robotica (es. nel settore medicale). E questo solo per citare alcuni dei macro-temi che caratterizzano, già da qualche tempo, i nostri portafogli. Infine, dal punto di vista geografico non può mancare, per noi europei, l’esposizione al continente asiatico, con una particolare attenzione alla Cina”, conclude l’esperto.