Spazio ai Peep, la futura rivoluzione europea

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Pronti, partenza, Peep. Nella seconda giornata del Salone del Risparmio fari puntati sulla previdenza complementare: “i Pepp sono un elemento importante della capital markets union e saranno la colonna portante di un sistema previdenziale integrato in Europa”, ha sottolineato Fabio Galli (nella foto), direttore generale di Assogestioni. A livello europeo le cose stanno infatti cambiando e sta succedendo qualcosa che non accadeva da trent'anni anni. “La Commissione Europea si è convinta del ruolo centrale che potrà avere in futuro un prodotto pensionistico individuale paneuropeo. E se i Pepp avranno lo stesso successo dei fondi armonizzati si tratterà di una vera e propria rivoluzione”, ha spiegato Galli.

I Pepp, infatti, non solo rispondono alle esigenze di una classe di lavoratori sempre più mobile, ma contribuiscono anche ad avvicinare ulteriormente il mondo del risparmio all’economia reale. “L’obiettivo principale è riequilibrare l’attuale struttura del credito, che è prevalentemente bancaria – ha spiegato il keynote speaker Ugo Bassi, Dg Fisma della Commissione Europea - Altre giurisdizioni, come quella degli Stati Uniti, hanno dimostrato che sistemi economici misti banche-mercati dei capitali sono migliori di sistemi economici ancora fondati sul solo credito bancario”. Per questo, secondo Bassi “la Capital Markets Union mira a individuare, concepire e promuovere nuove forme di finanziamento che si possano meglio adattare alle esigenze e alle specificità di business model che non trovano più nel credito bancario tradizionale una forma di finanziamento idonea, come le pmi o le start up. E i Pepp si inseriscono proprio in questo contesto”.

Sostenibilità previdenziale a rischio

Come in Europa il tasso d’invecchiamento della popolazione è in crescita, così anche in Italia la situazione non è migliore. “A rischio c’è la sostenibilità dei sistemi previdenziali – ha sottolineato Bassi – nonostante le riforme in atto in tutta Europa nell’arco di cinquant'anni il rapporto tra popolazione attiva e non attiva è destinato a dimezzarsi”. Come prodotto complementare agli schemi pensionistici nazionali, i Pepp secondo Bassi devono essere resi appetibili ad ogni tipo di fornitore. “L’apertura alla concorrenza deve essere un elemento chiave - ha riferito - l’ambizione è quella di creare un marchio di fabbrica famoso nel mondo, così com’è stato per i fondi Ucits, che risponda alle esigenze del cittadino di oggi ma che guardi, al tempo stesso, al lavoratore e al cittadino del futuro che, al di fuori dei propri confini nazionali, avrà l’esigenza di portare con sé gli investimenti fatti nel Paese di origine”.

Le premesse per il successo dei Pepp ci sono tutte, ma non mancano le sfide. Una su tutte, quella sulla tassazione. “Gli Stati membri dovranno fare la loro, applicando in maniera pedissequa il regime fiscale che accompagnerà la normativa. La collaborazione di tutti è indispensabile – ha concluso – È una componente essenziale per il funzionamento e il successo del prodotto”.