Spread ridotti e incertezze economiche delineano un quadro complesso per il mercato obbligazionario europeo. I fund selector ne discutono nella seconda parte della tavola rotonda sui bond europei.
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Spread ridotti e incertezze economiche delineano un quadro complesso per il mercato obbligazionario europeo. I fund selector ne discutono nella seconda parte della tavola rotonda sui bond europei.
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Uno dei temi centrali per gli investitori obbligazionari è la divergenza tra le curve dei rendimenti dei titoli sovrani europei rispetto a quelli statunitensi, che riflette differenze significative nelle politiche monetarie e nelle prospettive economiche delle due aree. Attualmente, le curve dei rendimenti in Europa e nel Regno Unito sono insolitamente piatte, con uno spread di soli 20-43 punti base tra i titoli a cinque e trent’anni, segno di un’economia che fatica a riprendersi e di una BCE cauta nell’aprire a politiche espansive. Al contrario negli Stati Uniti, una crescita economica più robusta ha contribuito a mantenere i rendimenti su una traiettoria più elevata, nonostante le incertezze legate alla politica fiscale e alle possibili scelte della Fed. Secondo gli analisti le curve europee potrebbero tornare a essere più ripide nel medio termine, con un aumento degli spread soprattutto sulle scadenze lunghe. Per gli investitori alla ricerca di una diversificazione e di una copertura contro la volatilità dei mercati azionari, i titoli di Stato in euro offrono una protezione potenzialmente interessante, posizionandosi come investimento difensivo e adattato al rischio, in particolare in un’ottica di medio-lungo termine. Come si muovono all’interno di questo contesto asset manager e fund selector? Ecco le prospettive dei partecipanti alla seconda parte della tavola rotonda di FundsPeople sull’obbligazionario europeo.
I commenti si riferiscono al contesto del 1 ottobre 2024.
Per quanto riguarda gli spread europei la domanda retail potrebbe non garantire gli stessi risultati del passato, mentre la presenza di investitori esteri più volatili aumenta i rischi di instabilità. "Gli spread intra-euro rappresentano un tema cruciale per i fondi. Sui BTP adottiamo un approccio cauto nel mantenere un sovrappeso costante: con uno spread a 130 punti base sui dieci anni, non riteniamo che vi sia un premio adeguato al rischio, considerando che l’Italia, secondo le previsioni attuali, manterrà un rapporto debito/PIL stabile intorno al 140% nei prossimi tre anni", segnala Mario Pavan, senior portfolio manager di Mediobanca SGR. "La crescita prevista - aggiunge - appare ottimistica, pertanto il nostro approccio ai BTP è diventato più tattico, con acquisti e prese di profitto. Guardando al 2025 ci sono molte incognite: quest'anno le emissioni del BTP Valore hanno coperto il 50% del fabbisogno netto, ma non è garantito che l’anno prossimo si registrerà lo stesso successo, considerando il calo della domanda retail". Per Pavani "inoltre, gli investitori stranieri che hanno acquistato BTP, come i fondi hedge, rappresentano mani più deboli rispetto alla BCE, aumentando il rischio di volatilità se non si raggiungeranno i target di crescita. Lo spread BTP-Bund sarà influenzato sia dalle incertezze italiane che da quelle tedesche. In Francia, la situazione fiscale è complicata, ma il Paese è meno esposto alla volatilità energetica grazie al nucleare. Infine, la Spagna potrebbe offrire opportunità, ma il suo peso nei benchmark è limitato".
2/5Con una varietà di curve sovrane a disposizione, il mercato obbligazionario europeo offre ampie possibilità di diversificazione. L’analisi dei fondamentali e delle valutazioni relative aiuta a individuare opportunità interessanti, con un focus costante sui Paesi che presentano migliori profili fiscali e stabilità politica rispetto al benchmark di riferimento. "Il mercato europeo delle obbligazioni sovrane offre numerose opportunità grazie alle 20 curve governative disponibili. La curva tedesca è il riferimento, ma le valutazioni degli altri Paesi rispetto alla Germania cambiano costantemente", afferma Laura Belotti, senior sales executive, Franklin Templeton. "Analizziamo i fondamentali economici e la crescita - prosegue - per identificare le opportunità più interessanti. Il nostro team di gestione e il nostro economista, basato a Milano, discutono quotidianamente di eventi di mercato e settimanalmente degli spread sovrani, corporate e valute. Durante queste riunioni formali valutiamo le opportunità paese per paese e i punti della curva, confrontandoli con la visione macro e il posizionamento del portafoglio. Ad esempio, sottopesiamo la Francia da mesi, attualmente al 9% del portafoglio contro il 21% del benchmark, a causa del deficit fiscale elevato e dell’instabilità politica. La Spagna, invece, con uno spread simile, offre un profilo fiscale più virtuoso. Anche l'Italia è sottopesata, con un’esposizione governativa pari a zero. Preferiamo altre opportunità europee che offrono rendimenti superiori con lo stesso livello di rischio".
3/5Con una dispersione limitata tra gli spread del debito europeo, il focus si sposta sulla gestione della duration, in particolare lungo la curva tedesca. In un contesto di stabilità relativa, il segmento corporate emerge come una componente chiave per bilanciare i portafogli e offrire opportunità di rendimento, specie per gli investitori retail. "Attualmente non c’è una grande dispersione tra gli spread del debito europeo. Le opportunità sono limitate, quindi il vero trade sarà capire come posizionarsi sulla duration, soprattutto sulla curva tedesca", commenta Daniel Squindo, responsabile fondi di fondi e advisory della SGR del Gruppo BCC Iccrea. "Non ci aspettiamo grandi movimenti di spread - continua - da oggi a fine anno e non siamo particolarmente preoccupati dal 'maturity wall', spesso menzionato come rischio per l’high yield. Le aziende hanno gestito bene le scadenze e il rischio maggiore per il credito europeo è una recessione o un nuovo shock energetico, che avrebbe un impatto più forte in Europa rispetto agli Stati Uniti. I fondamentali del mondo corporate sono solidi, e vediamo valore in questa asset class, che riteniamo centrale all’interno dei portafogli, soprattutto per gli investitori retail che sono spesso sovrappesati sui titoli di Stato italiani. Il segmento corporate può aiutare a bilanciare la duration e catturare opportunità di rendimento interessanti".
4/5L’Europa, comunque, offre ancora interessanti opportunità di rendimento. Nonostante il successo dei BTP quest’anno, il 2025 pone nuove sfide con la necessità di attrarre investitori per sostenere un’offerta prevista di 300 miliardi. "In Europa ci sono molte opportunità di rendimento. L'anno scorso abbiamo introdotto nei nostri portafogli emissioni sovranazionali, come quelle della European Union e della BEI", ricorda Paolo Baldessari, Head of Fixed Income & Alternative Investments di Banca Generali. "Questi strumenti - prosegue -, pur non facendo ancora parte degli indici governativi, offrivano uno spread positivo rispetto a Paesi come la Francia, pur avendo rating tripla A. La nostra scelta è stata premiata a luglio, quando le tensioni politiche in Francia hanno determinato un’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato francesi. Riguardo ai BTP, abbiamo mantenuto una posizione sovrappesata dall'inizio dell'anno, ottenendo buoni risultati. Il Tesoro italiano ha già coperto il 70% delle sue necessità di funding, e stimiamo che l'offerta netta possa essere nulla fino a fine anno, riducendo la pressione sul mercato. Tuttavia il 2025 si prospetta più complesso, con un’offerta lorda prevista di 300 miliardi e la necessità di trovare nuovi compratori, poiché i rendimenti potrebbero non essere più così appetibili per gli investitori retail. Gli investitori internazionali potrebbero tornare in gioco, ma il loro contributo rimane incerto".
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