È nell’iter autorizzativo il fondo per le aziende Made in Italy e braccio finanziario nell’area del private equity del gruppo GWM, fondato da Sigieri Diaz Della Vittoria Pallavicini. La SGR entrerà non solo con l’equity ma anche con strumenti ibridi.
Sta per nascere Armònia Italy fund, uno dei più grandi veicoli d’investimento per le aziende Made in Italy tra i fondi oggi presenti in Italia ed è in pieno iter autorizzativo. Si prepara per essere la gamba finanziaria che mancava in area private equity del gruppo GWM, la Global Wealth Management fondata dall’imprenditore Sigieri Diaz Della Vittoria Pallavicini (nella foto). A controllare la società Armònia SGR e a lanciare il fondo sono in quattro: Sigieri Diaz, la famiglia Rovati (fondatori del gruppo farmaceutico Rottapharm), Francesco Chiappetta e Luca Grimaldi. Poi c’è un team di giovani 35-40enni, soci anche loro e che hanno alle spalle 15 anni di private equity. Sigieri e Grimaldi sono i cofondatori, il primo è presidente, il secondo è l’amministratore delegato. Rovati e Chiappetta sono entrambi vice presidenti della SGR. Chiappetta è un ex-manager di Telecom Italia e di Pirelli. Grimaldi è un manager dalla lunga esperienza nel settore del private equity e degli investimenti, data la sua lunga militanza in Clessidra SGR (è stato uno dei fondatori e ha seguito operazioni come Società Gasdotti Italia, Sisal, Gemina, Balconi, Giochi Preziosi, Tirrenia, Cerved) e prima ancora come direttore finanziario di Fininvest.
Armònia Italy fund ha in mente di arrivare a un tetto pari a 700 milioni di euro, mettendosi cosi al vertice dei maggiori fondi italiani di private equity. A GWM mancava una pezzo nel private equity e ora ha unito quest’area agli altri segmenti di attività che sono immobiliare, energie rinnovabili, commodity con gli altri investimenti alternativi e il settore della corporate governance. Armònia Italy fund avrebbe già raggiunto una prima quota di raccolta di circa 300 milioni di euro grazie all’intervento di alcuni sottoscrittori e family office già presenti nel parterre di investitori di GWM. Adesso è tempo di fund raising che sarà con i grandi fondi pensione, con le fondazioni, con gli hedge fund e con i fondi universitari e avverrà perlopiù all’estero.
“Abbiamo deciso di fare una SGR italiana nonostante ne abbiamo a Londra e in Lussemburgo per dargli il massimo dell’italianità possibile e per distinguerci sul mercato”, commenta Sigieri Diaz Della Vittoria Pallavicini. Continua: “L’obiettivo è di perseguire tre strategie: la prima il consolidamento dei campioni italiani (aggregazioni), la seconda le piccole e media aziende che abbiano una forte esposizione ai mercati esteri, la terza sono le società che hanno un ottimo boost economico ma con uno stato patrimoniale in difficoltà magari perché hanno fatto errori dal punto di vista finanziario”. La SGR entrerà non solo con l’equity ma anche con bond e convertibili, in altre parole con strumenti ibridi. In questa fase, infine, c’è spazio per chi voglia diventare un player di riferimento per gli investitori esteri che vengono in Italia dato che i grandi player presenti (leggi Clessidra o Bonomi) nella maggior parte dei casi si sono spostati, in primis a Londra. Conclude l’imprenditore: “C’è spazio per gente seria e con ambizioni importanti. L’investment team sarà a Milano ma a Roma c’è la nostra sede. Siamo un player romano e questo ci inorgoglisce perché è ora che la città cominci ad indossare una veste imprenditoriale e non solo quella legata alle vecchie e ingessate dinamiche”.