“Sui mercati obbligazionari siamo a un punto di svolta, che si è già verificato nell’area euro e che è prossimo per gli Stati Uniti”, sostiene Gabriele Montalbetti, gestore di Consultinvest SGR “Alla fine dello scorso anno tra gli investitori si era registrato un eccessivo ottimismo con aspettative di numerosi tagli e un deciso ribasso dei tassi. In poco tempo le aspettative si sono modificate verso un numero di tagli molto inferiore e il mercato si sta adeguando, con molto nervosismo, a un tale repentino cambiamento. Oggi ci troviamo non più in uno scenario di alta inflazione, ma nell'ultima fase della disinflazione che per molti analisti è quella più difficile da realizzare. Siamo ancora al di sopra dei target delle banche centrali e per questo ci vorrà del tempo, specialmente se le economie non daranno segnali di rallentamento significativo. Le banche centrali infatti stanno procedendo più lentamente del previsto e con molta cautela per evitare errori, ponendo molta attenzione ai dati economici e alla disoccupazione”. Secondo Montabetti “in generale i mercati del credito, in termini di spread, sono su livelli di valutazione al di sotto delle medie di lungo periodo. In questo contesto è quindi più interessante puntare a strategie di carry (incasso cedole) da parte di emittenti solidi, che attendersi guadagni in conto prezzo da restringimento degli spread (già bassi) o da riduzioni dei tassi (difficili da prevedere)”. Per Montalbetti, "in questo momento è molto difficile fare previsioni, anche dopo che la BCE ha deciso il primo taglio dei tassi. E’ opinione diffusa sui mercati che ci saranno altri due tagli, uno per trimestre entro la fine dell'anno, ma la BCE si è riservata tutta la flessibilità necessaria dicendo che le sue scelte non sono predeterminate, ma che saranno basate sulle evidenze dell’economia. La Fed, invece, è stata chiara: vi sarà un solo taglio per quest’anno. Tutto è quindi rinviato al 2025 dove però c'è molta incertezza sul numero e la frequenza dei tagli In queste condizioni di così forte incertezza, con numerose variabili geopolitiche e le elezioni a fine anno negli Stati Uniti, i mercati restano molto nervosi e basta un dato appena superiore o inferiore alle attese per causare movimenti significativi nei mercati obbligazionari".
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