Cercare strategie che permettano di diversificare correttamente il portafoglio sta diventando una vera ossessione per molti investitori, soprattutto nell'attuale contesto di mercato. Si cercano spesso alternative che abbiano una bassa correlazione con gli asset presenti in portafoglio e sempre più spesso si punta sulle valute.
La ricetta di Consultinvest SGR per diversificare adeguatamente un portafoglio si basa su alcuni principi, che possono essere più o meno esaltati o presenti a seconda dei diversi limiti presenti nei mandati gestionali. Per Maurizio Vitolo, porfolio manager, "nei portafogli Consultinvest più che una diversificazione di strategie gestionali si privilegia un modello strategico d’investimento". Uno dei principi fondamentali di questo modello è l'elevatissima diversificazione tra emittenti e asset class con controllo del rischio aggregato. Nel caso del fondo Consultinvest High Yield A2 "puntiamo a ridurre il rischio emittente tramite una forte diversificazione che c’è tra governativi e corporate sia di paesi sviluppati sia emergenti, il 60% è in euro e poco più del 40% in valute diverse, prevalentemente dollari. Abbiamo sempre lavorato su questa diversificazione tra asset tradizionali e non".
In secondo luogo "investiamo dove il rendimento remunera adeguatamente il rischio", afferma Vitolo, "cioè si realizza una ricerca attiva di obbligazioni e azioni ad alto rendimento (cedole e dividen yield) con una combinazione di rischio-rendimento sostenibile. L’approccio è massimizzato nei momenti in cui il mercato svende asset per ragioni diverse da quelle fondamentali (ad es. nelle fasi di panico)". Consultinvest, inoltre, predilige l’investimento con un approccio 'contrarian' piuttosto che da 'trend followers' e fa un ampio ricorso a strategie opzionali su azioni e obbligazioni per rendere maggiormente efficace la gestione dei portafogli nelle diverse fasi di mercato.
Su cosa puntare?
"I mercati sono ormai piuttosto cari", sottolinea Vitolo, "vengono da anni di significativi rally e sono drogati dall’azione delle Banche Centrali. Sono quindi poche le asset class che hanno valutazioni interessanti. Crediamo così che nel breve/medio termine sia opportuno essere cauti e tenere livelli relativamente elevati di liquidità. Le aree interessanti oggi sono quelle valutarie: ad esempio essere corti su euro e yen e lunghi su valute come dollaro e sterlina, dove le politica monetarie dovranno diventare più restrittive.
Sulle azioni il maggior potenziale dovrebbe aversi in quelle bancarie USA ed europee, nelle big cap USA, negli esportatori europei e nei titoli high dividend (società che storicamente hanno dimostrato di saper mantenere una politica di alti dividendi). Sulle obbligazioni quelle bancarie USA ed europee ci pare abbiano ancora potenzialità. Molto selettivi, invece, sulle obbligazioni emergenti dove preferiamo solo quelle in valuta locale con rendimenti ‘reali’ elevati", conclude.