Su cosa si stanno focalizzando i fund selector in questo momento?

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Giorgio Fata

Con il ritorno della volatilità sui mercati, i fund selector italiani hanno dovuto modificare la loro asset allocation cercando di limitare il più possibile i rischi di downside. In occasione della tavola rotonda organizzata da Funds People, si è cercato di capire su che categorie di fondi si stanno orientando in questo momento gli esperti della fund selection.

Carlo Mogni, senior fund manager di Investitori SGR, commenta che “in questa fase di mercato la parola d’ordine è flessibilità, soprattutto per quanto riguarda la parte obbligazionaria. Riteniamo che, in questo momento, i benchmark tradizionali non siano particolarmente appetibili per i nostri clienti; perseguiamo quindi l’obiettivo di preservazione del capitale investito, limitando il rischio di drawdown legato all’incremento dei tassi di interesse. Anche per gli OICR multi-asset e bilanciati poniamo molta attenzione al processo di investimento e al controllo del rischio. Per la parte azionaria, oltre alle selezioni tradizionali per area geografica o stile di investimento, valutiamo anche fondi tematici e settoriali, come componente satellite, purché caratterizzati da un attraente profilo rischio-rendimento”.

Per David Karni, responsabile portafogli d’investimento di BCC Risparmio&Previdenza, ci sono differenze a seconda delle linee gestite. “Per i fondi di fondi ricerchiamo prodotti più ‘puri’, per poi gestirli con flessibilità. Nel caso del segmento retail, che ama le cedole, si prediligono i prodotti multi-asset. Negli ultimi anni le categorie absolute return hanno deluso le aspettative, pertanto le attuali condizioni di mercato spingono a cercare soluzioni alternative. A riguardo stiamo puntando molto sulle categorie a premio di liquidità (come real asset, private debt, private equity…), che possono garantire rendimenti più interessanti. È rimasto ben poco di attraente, questo è un segnale di fine ciclo”.

Fabio Catalano, responsabile delle gestioni patrimoniali di AcomeA SGR, ha deciso di combinare strategie ad alta volatilità con quelle poco volatili al fine di bilanciare le performance. “Per quanto riguarda la componente obbligazionaria l’obiettivo e di raggiungere nel medio periodo rendimenti reali positivi. In questa fase combiniamo strategie unconstrained e non direzionali per ridurre il beta di portafoglio con allocazione verso le asset class che offrono rendimenti corretti per il rischio interessanti. Abbiamo un focus particolare sul debito dei mercati emergenti, in hard e local currency; mentre siamo totalmente assenti sui governativi e gli investment grade. Le divergenze tra le politiche monetarie delle Banche centrali possono generare opportunità di investimenti tattici nei vari segmenti del mercato obbligazionario”.

“Relativamente al mercato azionario abbiamo cambiato i criteri di asset allocation, passando dai posizionamenti a livello regionale a strategie globali, combinate con differenti caratteristiche, selezionando gestori per stile (value e growth) e per processi di costruzione dei portafogli (minimun variance, low volatility e dividend). Posizionamento tattico con allocazione geografica sui gestori europei, dove, grazie alla notevole dispersione, il processo di selezione ci permette di individuare i gestori e i processi che generano performance relative positive consistente”, conclude Catalano.