SYZ AM lancia il nuovo fondo Oyster Multi-Asset Actiprotect

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Il focus è l’hedging dinamico di portafoglio e l’allocazione di attivi basati sul rischio. Così SYZ Asset Management, la divisione di investimento e gestione istituzionale del Gruppo SYZ, lancia l’Oyster Multi-Asset Actiprotect, un nuovo comparto della Sicav lussemburghese UCITS. È un fondo multi-asset flessibile che investe e assume posizioni in un ampio universo di classi di attivi comprendente, oltre agli strumenti liquidi, le obbligazioni (Treasury USA a 10 anni e 30 anni, Gilt britannici, titoli di Stato tedeschi e italiani), le azioni (Europa, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Svizzera, mercati emergenti), oltre che le valute e i metalli preziosi (USD, JPY, GBP, AUD e l’oro). L’obiettivo del fondo consiste nell’ottenere a medio-lungo termine una performance pari ai due terzi dell’indice azionario mondiale (MSCI World CR EUR), con appena un terzo del suo rischio (volatilità annua dal 5% al 7%).

L’esposizione del portafoglio può variare fra lo 0% e il 130% e il fondo può investire esclusivamente in strumenti liquidi, come futures, cambi a termine e ETP (10% al massimo). Il fondo è gestito con un approccio collaborativo da Fabrizio Quirighetti (responsabile del team), Guido Bolliger, Claude Cornioley e Adrien Pichoud, che compongono il team “Multi-Asset” di SYZ Asset Management (Suisse) SA. Guido Bolliger e Claude Cornioley sono due professionisti con numerosi anni di esperienza nell'investimento quantitativo che hanno raggiunto recentemente SYZ Asset Management. Claude Cornioley è stato partner da Dynagest SA. Guido Bolliger era CIO di Olympia Capital e ha precedentemente lavorato come Senior Quant Analyst per Julius Baer.

Commenta Quirighetti: “il processo d’investimento comprende 4 tappe. La prima consiste in una valutazione obiettiva della situazione macroeconomica, in particolare della crescita economica e dell’inflazione, allo scopo di determinare il contesto nel quale si opera (pro-ciclico, stagflazione, reflazione, disinflazione o deflazione) e le classi di attivi da privilegiare o evitare a seconda dell’analisi del gestore. In un secondo tempo, le preferenze di massima vengono messe alla prova attraverso un’analisi multifattoriale che tiene conto della loro valutazione, delle prospettive di rendimento, il rischio e l’esistenza di un fattore capace di stimolare il prezzo. Consente, per esempio, di passare da una preferenza generale per le azioni ad una ipotesi d’investimento incentrata sulle azioni europee piuttosto che quelle statunitensi. La terza tappa trasforma queste convinzioni in allocazioni di capitale attraverso una soluzione sviluppata internamente che mira a mantenere la volatilità totale del portafoglio in una forbice definita compresa fra il 5% e il 7%. Infine, l’ultima fase del processo consiste nell’evitare che il fondo perda più del limite massimo consentito (10%) nei periodi di forte volatilità. Ciò avviene attraverso l’ausilio di una metodologia proprietaria che aumenta la quota di attivi non rischiosi quando il rischio di superamento della soglia diventa eccessivo”.