L'analisi di Lukas Buxtorf, gestore di fondi presso Credit Suisse sottolinea perché questi strumenti rappresentano un'opportunità per gli investitori al momento.
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Inflazione in aumento da novembre dello scorso anno, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa. I prossimi mesi promettono di essere altrettanto sfidanti a causa dell'impatto della guerra in Ucraina su prezzi delle materie prime, prodotti agricoli e fonti energetiche. "Emergono, inoltre, indizi di una tendenza rialzista a lungo termine, indotta da cambiamenti globali come la decarbonizzazione dell'economia o l’interruzione delle catene di creazione del valore dovuta alla pandemia. Questo ha spinto diverse banche centrali, in primis quella statunitense, a intraprendere la lotta contro l'inflazione e a prospettare una politica monetaria più restrittiva" spiega Lukas Buxtorf, gestore di fondi presso Credit Suisse.
Ecco perché le obbligazioni convertibili
Dando uno sguardo ai titolo di Stato si nota che, dall’inizio di quest’anno, i rendimenti statunitensi a 10 anni sono saliti dall’1,51% al 2,04% (CSIP, Bloomberg), per poi recuperare leggermente a causa del conflitto Russia-Ucraina perché percepiti come una sorta di approdo sicuro.
"Che si tratti di titoli di Stato o di obbligazioni societarie, quando i tassi d'interesse aumentano, gli investimenti a reddito fisso attraversano un momento piuttosto difficile. Le obbligazioni convertibili sono però un'eccezione, sembrano essere infatti più resistenti in questo contesto" spiega l'esperto. Lo si evince dai Refinitiv Convertible Indices introdotti nel 1994 e dal confronto tra la performance delle obbligazioni convertibili globali e quella delle azioni globali. "A oggi ci sono state dieci fasi in cui i titoli di Stato statunitensi a 10 anni hanno guadagnato più dell'1%, nonostante il livello dei i tassi d'interesse sia tendenzialmente sceso durante il periodo di osservazione. Per prendere in considerazione le condizioni correnti, abbiamo incluso nelle nostre osservazioni l’attuale moderato aumento dei tassi dello 0,7%", prosegue Buxtorf facendo riferimento al grafico qui sotto.

Secondo l'analisi dell'esperto, non sorprende che l'indice obbligazionario globale, costituito principalmente da titoli di Stato e obbligazioni societarie investment grade, se la sia cavata piuttosto male negli ultimi periodi. "I credit spread più bassi raramente hanno compensato l'aumento dei tassi d'interesse. Le obbligazioni convertibili, invece, hanno sorpreso positivamente. Non solo hanno registrato una buona performance in nove periodi su 11, con una media del 12%, ma hanno anche quasi eguagliato la performance delle azioni globali" commenta facendo riferimento al grafico che segue.

Partecipazione azionaria storicamente a livello elevato
Rispetto ad altri strumenti a reddito fisso, le obbligazioni convertibili hanno dalla loro una minore duration effettiva. "Dall'altro, i rendimenti positivamente correlati al mercato azionario a causa del diritto di conversione hanno anche un effetto favorevole sul comportamento delle obbligazioni convertibili in un contesto di aumento dei tassi d’interesse" aggiunge il portfolio manager di Credit Suisse. Come spiegato dall'esperto, la partecipazione azionaria sorprendentemente alta di oltre il 90% è dovuta a vari aspetti tra cui, ad esempio, le dinamiche vantaggiose sul mercato primario o anche una dispersione particolarmente elevata della performance delle azioni sottostanti in queste fasi.
Un potenziale non sfruttato
In questa fase di aumento dei tassi d'interesse le obbligazioni convertibili non hanno ancora potuto sviluppare tutto il loro potenziale, secondo Buxtorf. "Il peso elevato del settore tecnologico, che comprende anche molte aziende orientate alla crescita, ne è la causa. La prospettiva di un aumento dei tassi ha avuto un impatto negativo in questo settore, poiché gli utili, di cui si potrà beneficiare più avanti, ora devono essere scontati a un tasso d'interesse maggiore". C'è però una buona notizia in questo scenario, vale a dire che le obbligazioni convertibili sono ora di nuovo al di sotto dei loro massimi, offrendo così un'opportunità di ingresso a livelli più bassi. "Quindi, per gli investitori ci sono due ragioni che inducono a riflettere su un investimento in obbligazioni convertibili: una correlazione storicamente positiva tra i tassi d'interesse e la performance della classe di investimento e prezzi di ingresso più bassi rispetto al fine 2021" conclude.