In una prospettiva di lungo termine, le future politiche monetarie e i cambiamenti strutturali, come l'invecchiamento demografico e la transizione energetica, potrebbero impattare significativamente le scadenze più lunghe della curva dei rendimenti, creando nuove sfide per il mercato obbligazionario europeo. "In ottica di medio-lungo termine, l’obiettivo è capire quanto le future politiche monetarie possano differire da quanto attualmente stimato dal mercato, con impatti che potrebbero interessare anche le scadenze più lunghe della curva dei rendimenti", sostiene Marco Gulisano, responsabile delle Gestioni Individuali di Fideuram AM SGR. "Questo elemento di analisi - prosegue - si innesta nei cambiamenti strutturali che stiamo vivendo, come l'invecchiamento della popolazione, la transizione energetica e l'aumento delle spese per la difesa; sono elementi che ampliano i deficit e aumentano le emissioni di debito. Il framework all’interno del quale opereranno le banche centrali potrebbe cambiare rispetto al decennio pre-Covid, in cui si viveva una repressione finanziaria con tassi mantenuti sotto il livello neutrale. La crescita potenziale potrebbe essere aumentata e i tassi neutrali essere più alti. Le banche centrali appaiono poco inclini alle politiche ultra-espansive viste in passato, a meno del verificarsi di una recessione significativa". Secondo Gulisano "in questo contesto, temiamo che, concentrandosi sull'obiettivo inflazionistico del 2%, la BCE possa tuttavia causare una stagnazione economica. Il mercato obbligazionario europeo ha valore, in relazione al potenziale ciclo di espansione monetaria, ma il peso degli investimenti in questo settore dipende da necessariamente dalla presenza di una possibile recessione negli Stati Uniti e dalla volontà delle autorità monetarie americane di assorbire eventuali shock. Il fixed income resta comunque, in una fase matura del ciclo finanziario, una valida assicurazione in un portafoglio diversificato".
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