Secondo un'analisi dell'Ufficio Studi di Marzotto SiM i titoli governativi legati all’inflazione continuano ad offrire interessanti opportunità di relative value nel mercato obbligazionario europeo.
Non solo titoli di Stato. Da un po’ di tempo a questa parte gli investitori si sono rivolti anche ai titoli indicizzati all’inflazione. D’altronde, secondo gli esperti dell’Ufficio Studi di Marzotto SIM “nell’attuale fase di assestamento che sta vivendo il mercato obbligazionario europeo i titoli governativi legati all’inflazione continuano ad offrire interessanti opportunità di relative value”. Secondo uno studio sui linkers europei, infatti, le aspettative d’inflazione nell’area euro continuano ad essere ben ancorate all’obiettivo della Bce ed hanno ripreso un leggero trend in salita da inizio anno. “Ciò è abbastanza in linea con le aspettative della Bce (come indicato anche dalla minuta del meeting di giugno), la quale sta proseguendo con una graduale normalizzazione della politica monetaria”, dicono da Marzotto SIM. In Italia però sembra ci si concentri di più sulla parte breve della curva. “Nell’ultimo mese si nota un repentino aumento delle aspettative d’inflazione a breve - probabilmente dovuto ai buoni dati sul mercato del lavoro (disoccupazione al 10.7% vs 11.1% atteso) – che ha favorito particolarmente i linkers italiani a scadenza breve”, spiegano dalla società.
“Nonostante ciò, i titoli inflation-linked italiani a breve scadenza offrono ancora delle valutazioni molto interessanti e prezzano un’inflazione di break-even al di sotto del livello implicito nei contratti swap di pari scadenza. Ad esempio il BTP Italia con scadenza aprile 2020 offre un rendimento atteso dell’1.25%, circa 70 bps superiore al titolo a tasso fisso con scadenza equivalente. Inoltre, tra i BTP legati all’inflazione europea si notano i BTP€.i. con scadenza maggio 2022 e 2023 i quali hanno un rendimento atteso di circa 55 bps superiore al tasso fisso equivalente, rispettivamente del 1.84% e 2.11%”.
Per diversificare invece l’esposizione al rischio Italia la società consiglia di guardare al mercato tedesco o spagnolo. “Si possono prendere in considerazione il linker tedesco con scadenza aprile 2020 e quello spagnolo con scadenza novembre 2023, i quali hanno rispettivamente un rendimento ad inflazione attesa dello 0.20% e 0.62%, 84 bps e 21bps maggiore dei titoli a tasso fisso equivalenti”, dicono.