Toschi (J.P. Morgan AM): "Ancora prematuro parlare di taglio dei tassi"

Maria Paola Toschi News
Maria Paola Toschi, immagine concessa (J.P. Morgan AM)

Troppo presto per cantare vittoria e prematuro focalizzarsi su un imminente taglio dei tassi. È questo il messaggio lanciato da Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di JP Morgan AM che ha presentato alla stampa a Milano l’outlook della casa di gestione per il 2024. Infatti, nell’analisi di Toschi ci sono ancora degli elementi di resilienza dell’economia che lasciano margine alle banche centrali per mantenere i tassi alti. “Ci aspettiamo che manterranno i tassi invariati e che questi rimarranno elevati per tutto il primo semestre del prossimo anno. Gli istituti centrali vorranno evitare di allentare la propria politica monetaria troppo presto, con il rischio di sottovalutare una possibile recrudescenza dell’inflazione. Stanno procedendo con cautela e non vorranno compiere una nuova valutazione errata, come quando hanno giudicato l’inflazione transitoria finendo per intervenire con poca tempestività”, afferma la Global Market Strategist in una settimana densa di appuntamenti chiave per le politiche monetarie e in cui si terranno i meeting di Fed, Bce e Bank of England.

Economia (finora) resiliente

L’economia nel 2023 si è dimostrata meno sensibile al rialzo dei tassi di quanto previsto. Questo è avvenuto per gli stimoli fiscali dei governi nel post Covid e in risposta alla crisi energetica per lo scoppio del conflitto in Ucraina che hanno avuto la conseguenza secondo Toschi di “sterilizzare” parte dell’effetto della stretta sui tassi. Inoltre, il mercato del lavoro ha dato prova sinora di una solidità per certi versi inattesa: “Nonostante i primi segnali di debolezza, ad esempio con il fenomeno degli ultimi anni della great resignation, ovvero di dimissioni in cerca di posti di lavoro migliori, che si sta esaurendo, siamo ancora in uno scenario di piena occupazione”, osserva Toschi.

Ma secondo la view della casa di gestione queste tematiche saranno meno forti nel prossimo anno, con l’effetto di sfociare in un rallentamento delle attività economiche più consistente di quello a cui si sta assistendo. “Propendiamo per uno scenario che va da un atterraggio morbido a una recessione lieve”, dice Toschi.

Interessante domandarsi perché l’economia si sta dimostrando resiliente. O per lo meno lo sta facendo finora. “Negli Usa i mutui a tasso fisso particolarmente favorevoli stipulati negli scorsi anni dalle famiglie sono ancora la maggioranza. Ma da adesso il costo dei nuovi mutui sarà superiore alle condizioni precedenti. In questo senso va letto il dato della vendita di abitazioni che sta diminuendo”, analizza Toschi. “L’Europa si è dimostrata più in difficoltà rispetto agli Usa per la grossa problematicità del suo settore manifatturiero, basti pensare ad esempio alle criticità dell’economia tedesca. Ciononostante i servizi hanno tenuto anche per effetto della ripresa dei consumi dopo il Covid. Ma l’aumento dei costi di rifinanziamento abbinato all’aumento delle necessità di rifinanziamento da parte delle aziende ci dice che nei prossimi mesi ci saranno delle difficoltà maggiori. I fattori che hanno protetto l’economia fino a oggi stanno progressivamente venendo meno”, dice l’esperta.

Obbligazionario, continua il “back to bond”

Nel 2024 l’elemento centrale secondo l’analisi di Toschi sarà il pivot delle banche centrali che determinerà la fine del ciclo di rialzi. I tagli dei tassi porteranno volatilità sul mercato dei bond ma la tematica del ritorno dei bond che ha contraddistinto il 2023 proseguirà anche il prossimo anno. Secondo JP Morgan AM infatti i bond hanno sovraperformato in passato dopo la fine dei picchi dei tassi anche rispetto alla liquidità, il cui interesse in ascesa per l’esperta è un tema valevole solo nel breve periodo. “I bond torneranno a essere buoni diversificatori e potranno proteggere da un’inflazione che si prevede tornerà ai livelli target delle banche centrali ma che sul lungo termine sarà più instabile”, dice Toschi. “I titoli di Stato e i treasury statunitensi sono il segmento dei bond più interessante in questa fase di fine ciclo dei rialzi dei tassi”, sottolinea.

Azionario a buon mercato

Il tema esplicato nell’acronimo Tina (there is no alternative all’azionario) per il ritorno dei rendimenti sui bond ha cessato di esistere. Ma l’azionario rimane comunque interessante nella prospettiva di un atterraggio morbido e di un allentamento delle politiche monetarie. Permangono delle pressioni sui margini di molte aziende, ma in questa fase le valutazioni non sono care. “Per la fase di incertezza del ciclo economico è il momento della ricerca della qualità”, dice Toschi. “Per la mancanza dell’elevata liquidità sui mercati che aveva sostenuto le valutazioni in modo generalizzato nel ciclo monetario precedente ora è indispensabile un’allocazione del capitale più efficiente”, continua. “Il focus sarà sui player globali e sulle aziende di punta dei listini globali, con delle strategie di investimento che puntano su storie ad alta convinzione”, dice Toschi.

Alternativi mitigano l’inflazione

Infine, nell’ottica di stabilizzare i portafogli dall’instabilità dell’inflazione, la strategist invita ad ampliare la diversificazione di un tradizionale portafoglio 60/40 tramite gli attivi reali. “Particolarmente interessanti risultano il real estate e le infrastrutture che dispongono di commesse pubbliche e di contratti indicizzati all’inflazione”, conclude Toschi.