I dazi imposti dagli Stati Uniti colpiscono l’economia globale. Cosa aspettarsi sui mercati obbligazionari, secondo i fund selector che hanno preso parte alla tavola rotonda di FundsPeople sull'obbligazionario.
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I dazi imposti dagli Stati Uniti colpiscono l’economia globale. Cosa aspettarsi sui mercati obbligazionari, secondo i fund selector che hanno preso parte alla tavola rotonda di FundsPeople sull'obbligazionario.
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Meno crescita, più inflazione: le politiche commerciali del Presidente Trump hanno ridotto le stime sull’andamento del PIL globale dell’OCSE dal 3,3% al 3,1%, con un calo di 0,2 punti percentuali tra dicembre e marzo. Tale potrebbe essere l’effetto dei dazi minacciati, e infine imposti, dagli USA a molte delle principali economie mondiali, Europa inclusa. Ma gli Stati Uniti stessi non sono immuni da conseguenze, e il colpo sarà più duro nel lungo termine. Nelle stime dell’OCSE, infatti, l’economia statunitense potrebbe passare da una crescita del 3,2% del 2024 al 3,1% nel 2025, sino a un 3% nel 2026, con un calo dello 0,3% rispetto alle stime precedenti. Per quanto riguarda l’inflazione americana, al contrario, l’OCSE prevede un aumento della componente core al 3% già nel corso del 2025, ben lontana dai target della Fed. Nell’Eurozona, invece, l’inflazione è proiettata all’obiettivo del 2% entro il 2026, confermando un trend positivo. Si tratta di misure fondamentali per l’andamento dei mercati finanziari globali, e in particolar modo per il reddito fisso, che risente direttamente delle stime sull’inflazione e, indirettamente, delle aspettative sulle politiche monetarie delle banche centrali per tenere sotto controllo il surriscaldamento dei prezzi. Dello scenario macroeconomico attuale, tra tensioni geopolitiche, traiettoria della crescita e timori sui picchi inflattivi, hanno parlato gli esperti nella prima parte della tavola rotonda di FundsPeople sull'obbligazionario.
I commenti si riferiscono al contesto del 4 marzo 2025.
Trump e Musk stanno cercando di rimodellare il mondo, ed è l’Europa ad avere più da perdere. Da questo punto di vista parte l’analisi di Roberto Veronico, senior relationship manager Institutional clients, DNCA Finance. L’importante è come effettivamente verrà messo in atto il programma della nuova amministrazione: “Il mix di dazi, tagli alla spesa e immigrazione è ‘illogico’: ridurre la spesa significa decurtare la crescita, combattere l’immigrazione e introdurre dazi implica stimolare l’inflazione”, commenta Veronico. Ciononostante, DNCA Finance mantiene un posizionamento long sul debito americano, in senso relativo rispetto al debito europeo. In altre parole, chiarisce il responsabile, “non riteniamo che il debito americano sia un porto sicuro, ma continuiamo a pensare che sia molto forte. Parliamo comunque di tassi reali, non nominali. Ci piace quando il rendimento del Treasury decennale è vicino al 4,5%; se dovesse avvicinarsi troppo al 4%, siamo pronti a cambiare le nostre idee”, precisa.
1/4L’attuale situazione geopolitica sta spingendo tutte le principali economie a incrementare il deficit di bilancio e, quindi, le emissioni di debito per finanziare diverse tipologie di interventi. “In Europa per pagare le spese militari, negli USA per gli incentivi fiscali, e in Cina per il ribilanciamento dell’economia”, spiega Antonio Cannizzaro, portfolio selection manager, Eurizon. Così, se nel breve termine i mercati sono guidati dalle attese sull’inflazione e sulle azioni delle Banche Centrali, nel medio termine “questo afflusso di nuove emissioni governative avrà senz’altro un impatto sulle curve dei rendimenti”, aggiunge Cannizzaro. Dove andare a cercare opportunità di investimento? Cannizzaro individua diversi ambiti validi anche in un’ottica di lungo periodo: “Il mercato corporate si è compresso in modo importante, ma offre ancora opportunità di carry. Nelle economie emergenti è possibile trovare regioni meno interessate dal tema dei dazi, così come aree in cui la lotta all’inflazione è avvenuta in anticipo e le Banche Centrali hanno già dei margini per tornare a intraprendere azioni di allentamento”. In un contesto così eterogeneo, l’esperto non ha dubbi: servono gestioni attive che sappiano andare a trovare i temi e le emissioni giuste. Solo così, conclude, si potranno “ottenere rendimenti decorrelati dalle curve sottostanti”.
2/4Tre sono gli elementi da considerare oggi quando si approcciano strategie d’investimento obbligazionarie: “I rischi geopolitici in continua evoluzione, la crescita economica che mostra intensità diverse a seconda delle aree geografiche, e l’andamento dell’inflazione, che potrebbe divergere tra Europa e USA e influenzare a sua volta le politiche monetarie delle Banche Centrali”. Così Andrea Florio, investment & insurance products, Zurich Bank, elenca i fattori che interessano i mercati del reddito fisso. Insieme, contribuiscono a creare uno scenario sempre più eterogeneo, in cui secondo l’esperto è opportuno adottare “un approccio di investimento diversificato e flessibile”. Secondo Florio, un approccio coerente con il contesto può essere rappresentato due componenti: “La prima legata all’income, alla ricerca di un reddito solido che possa rappresentare una parte centrale del portafoglio; e la seconda flessibile, che diversifichi il profilo obbligazionario su base geografica, per cercare di seguire le evoluzioni e cercare di generare alpha”. Nonostante non sia semplice identificare strategie che combinino componenti di income con approcci flessibile, queste possono senza dubbio rappresentare una valida scelta alla luce del contesto attuale, conclude Florio.
3/4Il tema centrale che guiderà i mercati obbligazionari nel 2025 è la riduzione del differenziale di crescita tra USA ed Europa. Ne è convinto Alessandro Ciaccio, fund selector, Sella SGR, che osserva un ribaltamento delle aspettative rispetto al 2024: “Alla fine dell’anno scorso, i mercati prevedevano forte crescita negli Stati Uniti, mentre l’Europa appariva in difficoltà, con una crescita stentata, rischi geopolitici acuti, e una BCE costretta a tagliare i tassi per sostenere una ripresa”. Tuttavia, nei primi due mesi del nuovo anno, i principali indici macroeconomici - e l’andamento dei listini azionari - registrano un’inversione di tendenza. “Mentre gli Usa stanno assistendo a prese di profitto, l’Europa vede un ritorno di appetito da parte degli investitori e stime future di crescita in miglioramento”, aggiunge Ciaccio. Alla luce di questo contesto, il fund selector vede diverse aree di opportunità per chi investe nel reddito fisso: “Siamo molto positivi sul credito: il carry è estremamente interessante ed è più che sufficiente per compensare il fatto che gli spread siano così compressi, anche nell’eventualità che possano registrare un lieve ampliamento”.
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