Trade war: cosa ne pensano i fund selector italiani

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Giorgio Fata

Gli ultimi eventi sembrano indirizzare il conflitto commerciale verso una distensione tra le due parti.

“Tuttavia permangono degli elementi di incertezza legati all’imprevedibilità di Trump e al diverso orizzonte temporale che guida la strategia negoziale i due Paesi.”, spiega Alessandro Viviani, responsabile Advisory di BIM. “Se la Cina può guardare ad un orizzonte di medio periodo, il presidente degli Stati Uniti ha come obiettivo le presidenziali del 2020: i risvolti della trade war saranno quindi inevitabilmente condizionati dall’andamento dei sondaggi per la sua rielezione”.

Si parla sicuramente di un argomento in evoluzione. “A mio avviso però sarà molto difficile tornare a una situazione pre-guerra commerciale. Qualcosa è cambiato radicalmente e probabilmente rimarrà così nel corso del tempo”, afferma Davide Raimondo, responsabile Gestioni Patrimoniali di Banca Reale. “Da qualsiasi guerra non escono mai vincitori, è più facile che si perda tutti quanti. La trade war alla lunga potrebbe penalizzare gli stessi consumatori americani, che sono anche gli elettori di Trump”.

Secondo Fulvio Martina, senior fund manager di Ersel, è un tema sicuramente importante non solo da seguire su twitter ma per gli effetti negativi sul commercio internazionale e a seguire sui mercati. “Abbiamo già visto gli impatti sugli indici di fiducia che stanno scendendo con una conseguente riduzione degli investimenti. Nelle prossime trimestrali, le guidelines saranno da monitorare attentamente. Siamo sempre positivi ma rimaniamo vigili sui dati macro e micro”.

Sicuramente non bisogna sottovalutare il tema. “Non solo gli effetti si vedono già in termini di fiducia in calo sui mercati finanziari, ma anche si vede un marcato declino del commercio a livello globale”, fa notare Marco Pelissero, head of Portfolio Managers di Banca Patrimoni Sella&C. Il mercato segue quotidianamente questa partita tra USA e la Cina capace di generare volatilità sui listini ogni qual volta vengano rilasciate dichiarazioni più o meno costruttive da entrambe le parti. Ci aspettiamo che tutto ciò verrà portato all’estremo a ridosso delle elezioni americane quando bisognerà trovare un accordo nel reciproco interesse degli attori in campo. La sensazione è che sia la Cina ad avere il coltello dalla parte del manico e che in futuro dovremo abituarci comunque a vivere in questo clima belligerante, dal quale sarà molto complicato tornare completamente indietro: si faranno mini accordi, qualche piccolo passo avanti nelle trattative, ma di fondo le due super potenze continueranno a sfidarsi per avere l’egemonia mondiale”, conclude.