Nell'incertezza dell'esito finale del voto del 3 novembre, gli esperti delle case di gestione internazionali si interrogano sulle opportunità per gli investitori in base ai programmi dei due contendenti alla Casa Bianca.
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Si avvicina l’attesa data del 3 novembre in cui si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. La campagna elettorale, entrata nel vivo con il primo dei tre dibattiti tra il Presidente in carica Donald Trump e lo sfidante, il democratico Joe Biden, è stata segnata dal ricovero in ospedale dell'attuale inquilino della Casa Bianca, risultato positivo al coronavirus e poi dimesso dopo 3 giorni di cure. I sondaggi danno in netto vantaggio Biden, ma dopo l’esperienza dell’ultimo voto in cui il pronostico degli exit-poll è stato ribaltato dalla vittoria di Trump alle urne, nessuno si azzarda a dare il tycoon per sconfitto. "Sia i modelli macro che i sondaggi indicano una comoda vittoria di Biden. Tuttavia, imparando dal fallimento del 2016 e facendo qualche aggiustamento alle previsioni, i due sfidanti potrebbero essere più vicini di quanto previsto”, afferma Piya Sachdeva, economista di Schroders. “Dopo il primo dibattito si è registrata una crescita del consenso per Biden, soprattutto tra gli anziani che contestano al Presidente in carica una cattiva gestione del virus. Le difficoltà dell’economia e gli scontri razziali farebbero pensare a un Trump in difficoltà, ma la base del suo elettorato gli è ancora vicina. Inoltre molte persone non sono disposte a rivelare le loro intenzioni di voto, con un grande punto interrogativo riguardo all’affidabilità dei sondaggi”, afferma Ken Taubes, CIO US di Amundi Pioneer. Appare invece probabile, nell’incertezza dei giorni che mancano al voto, un aumento della volatilità in vista del risultato finale. “I mercati risponderanno con maggiore volatilità. Questo è già stato parzialmente preso in considerazione dagli investitori almeno fino alla data delle elezioni, come dimostra l'andamento dei futures sul VIX”, osserva Nadège Dufossé, head of Cross Asset Strategy & deputy global head of Multi-Asset di CANDRIAM. “La performance del mercato sarà anche in gran parte guidata dalle tendenze dei virus, che continuano a rimanere precarie verso l'autunno”, Mona Mahajan, US Investment Strategist di Allianz GI.
I possibili scenari per il dopo voto
Per quanto riguarda il lungo periodo gli esperti delle case di gestione si concentrano sugli scenari che si aprirebbero dopo il voto, in base ai programmi dei due candidati, e su quali sarebbero le opportunità per gli investitori. La politica di Trump di minori tasse e deregolamentazione è nota. Biden sta conducendo una campagna incentrata su una maggiore spesa pubblica e sta pianificando un altro pacchetto di stimoli fiscali per la ripresa. Inoltre, ha in programma investimenti in infrastrutture, supporta una revisione del Green New Deal e prevede di incentivare l’Obamacare e la riforma dei farmaci da prescrizione. In generale i mercati sembrano aver incorporato una sua possibile vittoria senza subire grandi scossoni, nonostante il piano di una maggiore tassazione delle aziende non faccia il gioco di Wall Street. “Gli stimoli fiscali promessi da Biden potrebbero portare ad un aumento dei consumi con un beneficio generale per l’economia”, sottolinea Didier Borowski, head of Global Views di Amundi. “Nel caso di una rielezione di Trump la politica interna continuerebbe a mantenere una certa continuità. Le sue politiche eviterebbero i rischi normativi per le aziende del settore petrolifero e sanitario” argomenta Dufossé. Sul voto pesa però l’incognita di un Congresso diviso tra Repubblicani e Democratici, con maggiore difficoltà nell’attuazione dei programmi. “Lo scenario potenzialmente più negativo sarebbe una vittoria democratica alla presidenza con un Congresso diviso. In questo caso i repubblicani potrebbero opporsi a parte del programma economico: maggiori spese finanziate dall'aumento delle tasse. Se invece Donald Trump fosse rieletto, un Congresso diviso potrebbe comunque avere un lato positivo, poiché questo contrappeso sarebbe un fattore di moderazione”, illustra Dufossé. Da Franklin Templeton vengono messe in evidenza le possibili aree di sostegno bipartisan nel 2021: “una legge sulle infrastrutture per migliorare aeroporti, ponti e strade. Sono questi i tasselli in grado di mettere in moto il Paese. Il piano implicherebbe probabilmente anche finanziamenti per migliorare le infrastrutture tecnologiche, come l’accesso alla banda larga e alla tecnologia wireless 5G”. Ma aggiunge Borowski: “Entrambi i candidati dovranno affrontare la questione di lungo termine delle crescenti disuguaglianze”.
Implicazioni per gli investitori
A seconda del vincitore, alcuni settori di mercato potrebbero reagire in modo diverso. "I settori delle Big tech, della difesa, dei finanziari e dell'energia da carbone potrebbero registrare performance migliori sotto Trump, mentre i settori delle energie rinnovabili e delle infrastrutture potrebbero rivelarsi vincenti sotto Biden”, osservano da Amundi. “Riteniamo che i settori della tecnologia e della sanità non smetteranno di crescere nel lungo periodo. Continuiamo ad apprezzare le prospettive di alcune società operanti in questi settori con un utile elevato per azione e un robusto free cash flow”, aggiungono da Franklin Templeton. “Se i tassi di infezione scenderanno, l'anno prossimo avremo un vaccino efficace e l'economia globale continuerà a riprendersi, le prospettive di mercato per gli Stati Uniti potrebbero migliorare notevolmente. Pertanto, gli investitori potrebbero utilizzare i periodi di volatilità dei prossimi mesi come opportunità tattica per aumentare le loro posizioni in azioni e altre attività di rischio”, dichiara Mahajan di Allianz GI.
Lo scenario migliore da un punto di vista economico vede, nella view di Shroders, una vittoria democratica con Biden Presidente e senato in mano ai repubblicani. Questo determinerebbe l'impossibilità di riforme con siginificativi aumenti delle tasse sulle imprese e al contemporaneamente una politica estera maggiormente dialogante con escusione di nuove tensioni sul commercio globale. "Questa combinazione di status quo fiscale e scongelamento dell relazioni internzionali sarebbe la combinazione più favorevole per i mercati globali", concludono.