Tutto sul fondo SPARX Japan Sustainable Equity: investire in Giappone con una filosofia ESG

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Kimura2, foto concessa (Pixabay)

Parlare di SPARX Asset Management significa parlare di una delle più grandi società di gestione patrimoniale indipendenti dell'Asia. Fondata nel 1989, la società ha due fondi che quest'anno vantano il Rating FundsPeople. Sono entrambe strategie azionarie giapponesi: lo SPARX Japan Fund e lo SPARX Japan Sustainable Equity. La filosofia di quest'ultimo si basa sulla sostenibilità di tre elementi. In primo luogo, il mondo. Secondo: la catena d'investimento, che comprende le società investite e i proprietari degli asset. E il terzo: le loro stesse attività.

“La nostra vision mira a contribuire positivamente a una catena d’investimento più efficace in cui i nostri investimenti favoriscano lo sviluppo di una società migliore e aziende floride e di successo. Investiamo in aziende che creano valore economico come risultato della generazione di valore per gli stakeholder. Non investiamo esclusivamente in leader che eccellono in questo, ma anche in promotori e li sosteniamo attraverso il nostro coinvolgimento in stile coaching. In questo modo, possiamo accedere a un’ampia gamma di opportunità di investimento e contribuire a migliorarne i fondamentali”, spiega a FundsPeople, Yu Shimizu, gestore della strategia.

Governance, l’elemento chiave

Secondo quanto spiegato dall’esperto, il segnale più comune di miglioramento di un’azienda sotto il profilo della sostenibilità coincide con un cambiamento nella governance aziendale. Questo fattore genera un impatto che cercano di capitalizzare. A tal fine, analizzano il valore per gli stakeholder sia da una prospettiva globale che strutturale.

“La governance è il centro del valore per gli stakeholder e il sociale e l’ambientale si sprigionano da lì. La nostra definizione di sociale è quella degli stakeholder diretti che hanno un rapporto con l’azienda: dipendenti, fornitori, clienti e la comunità locale. L’ambiente è oltre il sociale e, quindi, globale”, afferma.

Per trarre vantaggio dalle opportunità ESG, i professionisti incaricati dello stock-picking con un approccio bottom-up basato sui fondamentali e con un orizzonte di investimento a lungo termine svolgono un ruolo fondamentale. Infatti, all’interno del tam di gestione credono fermamente che una combinazione di comprensione strutturale, scelta di azioni bottom-up e impegno attivo possa catturare lo slancio ESG delle aziende giapponesi.

Requisiti affinché un’azienda faccia parte del portafoglio

Il gestore considera sostenibile un’azienda quando crea un valore per gli stakeholder che aumenta il suo valore economico. Tuttavia, non investe solo in aziende con record di sostenibilità perfetti. Viene esaminato anche il loro potenziale e monitorando se i loro fondamentali ESG stanno migliorando. Uno dei motivi per cui cercano aziende in miglioramento è la valutazione: le aziende con record ESG eccellenti sono probabilmente molto costose. “Un altro motivo di gran lunga più importante è che per contribuire allo sviluppo di una buona società, dobbiamo aiutare l’azienda che rimane indietro”, spiega il gestore. “In altre parole, dobbiamo essere lungimiranti e inclusivi”, dice.

Struttura del portafoglio

Come investitore bottom-up, il suo portafoglio è il risultato dell’investimento in grandi aziende, pur con la consapevolezza di non assumere rischi inutili. Come regola non vincolante, non viene assegnato un peso di più del 5% a una singola azienda. “La nostra attenzione alla qualità e all’ESG ci allontana da determinati settori, pertanto vedrete che abbiamo pochissimi investimenti in settori quali quello finanziario, delle utility o dell’energia. D’altra parte, restiamo in sovrappeso in settori quali beni di consumo voluttuari o tecnologia dell’informazione, dove le aziende possono differenziarsi più facilmente e creare una consapevolezza sostenibile per contribuire al proprio valore di marchio e al potere di determinazione del prezzo”, spiega.  

Inoltre, il gestore non mantiene delle linee guida rigide sulle dimensioni delle aziende, trovando interessanti investimenti alternativi nelle small cap. “Poiché la liquidità può essere difficile, cerchiamo di dimensionarle di conseguenza. Pertanto, il nostro attuale portafoglio resta sottopeso per le large cap, ma vede un sovrappeso per le mid e small cap”, afferma.

View sul mercato giapponese

A differenza di una regione come l’Europa, il Giappone ha ampio margine di miglioramento in termini di implementazione ESG. “C’è molta incomprensione, ma anche una semplice mancanza di conoscenza. Trovo che il nostro ruolo sia quello di contribuire a guidare le aziende nella giusta direzione, aiutandole a migliorare nel tempo. Molto del nostro dialogo con le aziende è caratterizzato da team di gestione che chiedono la nostra opinione e questo tipo di coinvolgimento sta aumentando. Troviamo che investire in Giappone, che possiamo definire un paese ‘emergente in fatto di ESG’, possa aiutare il mondo a progredire verso una maggiore sostenibilità”, sottolinea.

Il team di gestione è cosciente che per generare alfa deve pensare in modo diverso dai concorrenti e che il portafoglio deve riflettere questo concetto. “Per esempio, se ci si limita a osservare un settore o un’attività in superficie, alcune aziende potrebbero non riflettere una grande immagine ESG. Tuttavia, cerchiamo di avere una visione più olistica per comprendere il trade-off rilevante”, dice.

Un esempio pratico

Per capire meglio, propone l’esempio di un produttore di impianti di climatizzazione in cui investono. “A prima vista, sappiamo tutti che i condizionatori d’aria sono altamente inquinanti per quanto riguarda l’emissione di gas serra. Tuttavia, è un dato di fatto che i condizionatori sono una necessità in alcune aree del mondo e dobbiamo riconoscerne il ruolo nel risolvere la disuguaglianza globale aumentando la produttività in queste regioni. Il fatto che questa azienda abbia inoltre una tecnologia tra le più rispettose dell’ambiente gioca a suo favore. Vi è altresì un rischio crescente di perdita di vite umane, dato che le ondate di calore sono più intense a causa del riscaldamento globale. L’azienda riconosce pienamente il suo beneficio sociale ed economico, minimizzando al tempo stesso il costo per l’ambiente”, conclude.