Il team investimenti dell’asset manager schiera in campo l’azionario, con Europa e Giappone tra le aree preferite. In panchina l’obbligazionario governativo.
Dalla crisi del 2008 l’economia globale ha fatto registrare un processo di crescita ampia e sincronizzata che ha portato il ciclo economico ad entrare in una fase, al momento, particolarmente favorevole. Secondo le stime del team investimenti di UBI Pramerica SGR, infatti, circa il 60% delle economie a livello mondiale si trova in fase di ripresa o espansione, fattore che va associato alla contenuta probabilità di recessione degli Stati Uniti che si aggira intorno al 20%. “Entrambi gli aspetti sono particolarmente importanti, perché stanno modellando la dinamica degli utili delle principali economie a livello globale; gli utili attesi a 12 mesi si trovano a oggi su una traiettoria del 10% circa, sui livelli più elevati degli ultimi anni. Inoltre, la revisione al rialzo sugli utili si attesta intorno a un valore elevato del 50% circa”, fanno sapere da UBI Pramerica.
Per gli esperti, i premi al rischio delle azioni registrano livelli superiori alla loro media storica, dove permangono tuttavia le problematiche legate alle valutazioni, anche se tale aspetto, a detta degli esperti, va affrontato facendo delle differenziazioni fra i vari mercati; quello americano per esempio, si trova sui massimi storici, altri mercati, come Eurozona e Giappone, complici le difficoltà degli ultimi anni, sono invece più indietro dal punto di vista del ciclo.
“Per quanto concerne le obbligazioni governative, le valutazioni appaiono care, soprattutto, nei Paesi core (Stati Uniti e Germania). Alla luce di questi elementi si continuano a preferire le azioni alle obbligazioni governative. Per quel che riguarda il mondo del credito, bisogna considerare che le relative asset class continuano a essere positivamente correlate con le azioni. Dunque, all’interno di questa componente si preferiscono quelle attività il cui rendimento offre ancora un cuscinetto abbastanza sufficiente a compensare un eventuale rialzo delle obbligazioni governative nei prossimi trimestri”, affermano dal team.
Per gli esperti, a questi aspetti se ne aggiungono tuttavia altri due altrettanto importanti nella costruzione del portafoglio. Il primo riguarda la volatilità, che si trova su livelli storicamente bassi. “Il fenomeno va associato anche al fatto che i rischi percepiti dagli investitori, soprattutto di natura geopolitica, sono venuti meno”, spiegano. Il secondo aspetto riguarda invece la correlazione tra le varie attività, che è tornata su livelli molto contenuti, rendendo più efficace ed efficiente il processo di diversificazione.
Per quanto concerne il tema della politica monetaria, le principali Banche centrali stanno proseguendo nella direzione di riduzione degli stimoli monetari, attraverso un processo molto graduale, pilotato e trasparente; ragion per cui, dal team, viene mantenuta la preferenza per le azioni rispetto alle obbligazioni governative e, a livello di singoli mercati, si tende a privilegiare quelli che hanno evidenziato performance più contenute in termini relativi come il Giappone e l’area Euro. Inoltre, la stabilizzazione euro/dollaro nel corso dell’ultimo periodo permette agli esperti di prendere posizioni anche verso i mercati emergenti. “Relativamente alle obbligazioni governative, viene mantenuta una posizione corta di duration rispetto a quelle core, all’interno della componente credito, si preferisce il comparto high yield dell’area Euro e quello investment grade americano”, concludono da UBI Pramerica.