Un approccio obbligazionario flessibile per acque agitate

FundsPeople Selector Roadshow Torino. Foto Francesco Prandoni per FundsPeople
FundsPeople Selector Roadshow Torino. Foto Francesco Prandoni per FundsPeople

I mercati sono cambiati. Lo scenario globale è mutato. E le regole valide fino a ieri, oggi cominciano a esserlo un po’ meno. La scossa Trump ha tremato da Wall Street a Tokyo, facendo il giro dell’Europa e mettendo a soqquadro le piazze mondiali. Le settimane passate hanno visto il picco di volatilità dell’azionario, ma pure dell’obbligazionario. Il Treasury a 10 anni era aumentato del 12% in pochi giorni, mentre un dollaro in crisi d’identità aveva visto l’indice di riferimento (lo Us dollar index) sprofondare a quota 98 punti; salvo poi rintracciare a 100 quando è stata resa nota la 'distensione' commerciale tra Washington e Pechino. Come effetto a catena sono state ritoccate le stime di crescita globale, sirena di una possibile recessione a partire proprio dagli Stati Uniti, che hanno chiuso il trimestre gennaio-marzo 2025 con il Pil in contrazione dello 0,3%, il primo segno meno in tre anni. La parola chiave dei mercati è diventata incertezza e il mondo obbligazionario è tornato a far valere il suo incarico di protezione del portafoglio. L’anno scorso si era ritagliato un ruolo da asset di rendimento, ora è invece nuovamente protettivo. Nel corso della sesta tappa annuale del FundsPeople Selector Roadshow, organizzato da FundsPeople e tenutosi il 10 aprile a Torino, fund selector e asset manager si sono confrontati sulle strategie da adottare in questo contesto nel reddito fisso. Sul tema gli esperti stanno adottando un approccio flessibile, abbastanza freddo sulla componente high yield.

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