Un decennio d’oro per i mercati emergenti è alle porte? Ecco cosa ne pensano gli esperti di M&G Investments

Claudia Calich e Micheal Bourke News
Claudia Calich e Micheal Bourke, foto concessa (M&G Investments)

Con l’avvio del ciclo di tagli dei tassi Usa deciso dalla Fed nell’ultimo meeting di settembre, i mercati emergenti si configurano come una delle asset class più interessanti del momento. La riduzione dei tassi americani coincide infatti storicamente con un aumento dell’attenzione degli asset allocator verso le opportunità nei mercati emergenti. L’attrattiva è alta sia sul versante obbligazionario, per i rendimenti offerti dai bond emergenti a fronte di tassi core in graduale discesa nei mercati sviluppati, sia su quello azionario, per un possibile indebolimento del dollaro e maggiori flussi di investimenti globali a supporto delle performance delle aziende dei Paesi emergenti. Si prospetta dunque un periodo favorevole per i rendimenti di questi mercati? La view di M&G Investments, che ha recentemente tenuto a Milano un incontro riservato ai propri clienti sul comparto, suggerisce qualcosa in più: per quanto riguarda l’azionario potremmo essere alle porte di una fase prolungata di sovraperformance dei Paesi emergenti rispetto agli Stati Uniti. Il 2024 potrebbe segnare quindi il ritorno di un ambiente positivo, come quello del decennio 1999 - 2010, quando gli indici azionari emergenti hanno battuto l’S&P 500 (vedi grafico qui sotto).  

Questo è un articolo riservato agli utenti FundsPeople. Se sei già registrato, accedi tramite il pulsante Login. Se non hai ancora un account, ti invitiamo a registrarti per scoprire tutti i contenuti che FundsPeople ha da offrire.