Vaccari (Consultinvest): "Attendiamoci un bear market di lungo corso"

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Enrico Vaccari, responsabile clientela istituzionale, Consultinvest

L’inflazione è qui per restare. È una mera constatazione del quadro macroeconomico e finanziario generale, quella presentata da Enrico Vaccari, responsabile clientela istituzionale di Consultinvest. Per descrivere come si sia arrivati alla situazione attuale, il manager rimanda alle responsabilità delle banche centrali, indicando “l’errore di politica monetaria” come “difficile da non commettere”. Gli istituti, d’altronde, non potevano permettersi di togliere gli stimoli in epoca COVID. Tuttavia, “quando c’è stata la possibilità di farlo non hanno spinto sull’acceleratore. L’unica banca centrale al mondo di peso che ha compiuto un’azione in tal senso è stata la Bank of England”.

Da qui, il passo dalla deflazione alla stagflazione è breve. “Abbiamo avuto tre periodi di grande inflazione, dopo la prima e la seconda guerra mondiale, e nel periodo dello shock degli anni ’70. Quello che si prospetta oggi è un periodo molto complicato per l’azionario con un ‘bear market’ che potrebbe durare molto tempo”, dice il manager. In vista di una fase lunga e complicata, il posizionamento delle banche diventa un punto interrogativo, dal momento che il rapido rialzo dei tassi di interesse non è indolore. “Oggi sappiamo che a ottobre potremmo dover fronteggiare una profonda recessione, e tra le cause principali viene spesso citata la guerra. Ma la guerra, in realtà, è il classico ‘dito che indica la luna’. Il conflitto in Ucraina è già stato prezzato dai mercati, il vero problema a monte è l’inflazione, già alta dai primi mesi dell’anno”.

Certo è che se la durata media di un “bear market” è di circa mille giorni “ci aspettano due o tre anni difficili” continua Vaccari, ricordando come quello del marzo 2020 in apertura della crisi COVID sia stato un’eccezione. “Bisogna capire se sarà solo recessione (in quel caso sarebbe buona notizia, il mercato fa una ‘pausa’ e consente alla banca centrale di fermarsi nella politica di rialzo dei tassi) oppure sarà accompagnata dalla stagflazione.

Il costo del petrolio

Un altro tema di interesse, secondo il responsabile della clientela istituzionale di Consultinvest, è quello relativo al costo del petrolio. “Il costo era già elevato prima della crisi in Ucraina. Oggi è aumentato ma non tantissimo, e si assiste a uno squilibrio tra domanda e offerta”. Vaccari parla di “perversione verde”, con la fuoriuscita di investimenti dal settore energia. “Le grandi compagnie petrolifere hanno ridotto gli investimenti, e la domanda di petrolio oggi è alta rispetto all’offerta. La stessa situazione vale anche per altre commodity guidate dai temi che stanno cambiando le nostre economie (vedi la decisione di eliminare le auto con il motore a combustione entro il 2035). A quel punto i problemi saranno il reperimento di litio e delle terre rare”. Questa nuova geografia economica, secondo il manager, vedrà “Russia, India, Cina, Brasile che costituiranno una sorta di G8 alternativo, con il mondo spezzato in due blocchi. E quello più debole in questo momento è l’Europa, schiacciata tra la politica ‘difensiva’ degli Stati Uniti e il blocco dei BRICS che si trovano in una situazione economica più favorevole”.

Come può rispondere l’industria del risparmio gestito

A fronte di questi continui stravolgimenti l’industria del risparmio gestito, a detta del manager, non deve lasciarsi guidare dai “temi” del momento. “Puntualmente l’industria del risparmio sposa un trend: una volta si è trattato dei fondi bilanciati, poi dei tematici, da qualche anno è il momento dell’ESG e oggi, quello della transizione energetica. Questo ha sbilanciato molto gli investimenti dal mondo dell’energia tradizionale a quello delle energie alternative”, spiega.

In questo scenario il piccolo investitore deve agire con cautela, “affidarsi a esperti per investire e avere approccio al mercato solo di lungo termine”. La ricetta, dunque, è “prudenza nell’azionario” (con il suggerimento di accumulare titoli della “old economy”) mentre sull’obbligazionario occorre “aspettare un arresto della curva dei tassi, che a mio parere avverrà quando i Treasury si avvicineranno al 4%”, afferma Vaccari. Uno sguardo va poi ai temi dell’economia reale, e alle opportunità legate agli investimenti nel real estate o nei distressed asset “investimenti che sono presenti negli istituzionali ma poco nei privati”. In tal senso, di recente Consultinvest ha chiuso una joint venture con Borgosesia focalizzata sulla gestione di investimenti in immobili e crediti ipotecari”. Per rilanciare un certo tipo di investimento, in definitiva, la chiave è agire anche dal punto di vista fiscale. “Portare in deduzione anche gli investimenti azionari può incentivare il risparmiatore, quanto messo a punto dal legislatore con i PIR (che offrono un beneficio fiscale se si detiene l’investimento per almeno cinque anni, ndr) è stata la manovra giusta. O almeno, l’intenzione. L’applicazione – conclude Vaccari – non ha ancora funzionato del tutto”.