Vaccari (Consultinvest SGR): "L'inflazione è stata la nostra migliore scommessa"

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Rendimenti più interessanti con duration contenuta. E sempre un’ampia diversificazione di portafoglio. La strategia di Enrico Vaccari, fund manager di Consultinvest AM SGR e gestore di Consultinvest Breve Termine C, è quella di un buon comandante di vascello, quando le acque s’increspano e l’orizzonte minaccia tempesta. “Ci sono circa 10 mila miliardi di titoli con rendimento negativo. Oggi la vera bolla è sul mondo obbligazionario: un universo dove il rendimento si è appiattito al punto che è rimasto solo il rischio”, afferma Vaccari. La tecnica di gestione allora è quella che cerca di ridurre il rischio dell’emittente.

“Siamo convinti che il successo di una buona composizione non sta nel sovrappesare un titolo rispetto a un altro ma comporre con dei mattoncini un asset class che sia efficiente”. Il fondo in questione, nato nel 2009 e con un patrimonio di circa 100 milioni di euro, investe per l’80% in obbligazioni governative con rating almeno pari all’investment grade e in maniera residua in titoli governativi che hanno meriti creditizi più bassi ma rendimenti nominali più alti. “Privilegiamo Spagna e Italia per i rendimenti più interessanti e soprattutto titoli legati all’inflazione. Crediamo che da questa tornata di quantitative easing arriverà un ripresa dell’inflazione che potrebbe essere molto più alta del previsto”.

Attenti allo spread

La scommessa principale di Vaccari e del suo team - composto da cinque persone, tra cui l’amministratore delegato Maurizio Vitolo - è infatti la ripresa dell’inflazione. “Negli Usa è già una realtà. In Europa potrebbe verificarsi a breve, soprattutto dopo marzo, se Mario Draghi deciderà di non estendere il QE o di farlo in maniera differente rispetto alle attese dei mercati”. Ma non sono solo gli inflation linked le principali scommesse del comparto. In una gestione flessibile e attiva con un breve orizzonte temporale, gli investimenti sono effettuati sulla base di analisi macroeconomiche con particolare attenzione alle politiche monetarie delle banche centrali e in base all’inclinazione della curva dei rendimenti.

Così tra i primi dieci emittenti troviamo anche obbligazioni emesse da Mosca, dalla Turchia o dall’Uruguay. “Abbiamo qualche scommessa più rischiosa”, dice l’esperto. Per questo diventa importante il controllo del rischio, laddove “il reale rischio di mercato non è dato dal rating ma dallo spread. Per controllare il rischio di un fondo obbligazionario è fondamentale controllare lo spread”, dice Vaccari. Un rischio che spaventa in fondo anche i risparmiatori retail in generale. “I risparmiatori sono disorientati su quelle che sono le reali aspettative. Molti investitori preferiscono le emissioni lunghissime. Ma nessuno sa davvero cosa potrebbe accadere in futuro”.

(Articolo tratto dal numero 12 di Funds People Italia, IV Trimestre 2016)