Lo rivela uno studio di Bain & Company che mette in luce segnali di ripresa per l’anno in corso. Permane tuttavia un gap strutturale rispetto agli altri principali Paesi europei.
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Il venture capital italiano prova a risollevarsi dopo un 2023 difficile. Lo scorso anno si è registrata una contrazione di questo mercato del 20% rispetto al 2022, che tuttavia bisogna ricordare è stata una delle annate migliori di sempre. Il calo in Italia non è isolato e si situa in un contesto di difficoltà generalizzata per il venture capital a livello globale. A pesare sulle prospettive di business delle startup l’incertezza geopolitica, la crescita dei tassi di interesse e casi come il fallimento a marzo 2023 di Silicon Valley Bank (SVB), banca statunitense attiva negli investimenti in startup tecnologiche, che ha determinato una crisi di fiducia nel settore. Ma ci sono anche segnali positivi legati soprattutto alla rivoluzione della Generative AI: le startup che sviluppano o applicano soluzioni in questo campo hanno attratto investimenti importanti nel 2023, raggiungendo i complessivamente 21 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 4 miliardi di dollari dell'anno precedente ed in controtendenza rispetto al mercato totale.
Italia, calano i deal ma crescono in valore medio
“Nonostante il 2023 non sia stato molto florido, il venture capital italiano ha dimostrato una certa resilienza. Il calo italiano è stato, infatti, più moderato rispetto alla media europea, che registra un crollo del 41% del valore rispetto al 2022. In Italia gli investimenti hanno toccato quota 1,1 miliardi di euro, con una diminuzione legata principalmente al calo del numero di deal (-24%), sebbene il valore medio delle operazioni abbia registrato una lieve crescita (+5%)”, spiega Emanuele Veratti, partner e digital practice leader di Bain & Company, a margine della presentazione ieri a Milano della terza edizione del Venture Capital Scanner. L’incontro è stata anche un’occasione di networking tra i principali attori del venture capital italiano, volto a favorire la crescita di un ecosistema di innovazione e di scambio tra start up, imprese e investitori. Presente anche Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital.
Dal report di Bain & Company si osserva inoltre una minore rilevanza nel venture capital italiano dei mega e large deal rispetto al 2022. Il settore Tech rappresenta il 31% del valore totale degli investimenti VC in Italia nel 2023, seguito dal settore B2C con il 27%. Il settore Energy si è distinto per il valore medio per deal (10,8 milioni di euro vs. media di 5,1 milioni di euro), legato alla natura capital intensive delle soluzioni innovative per la transizione energetica.
Un gap da colmare
“Il tessuto dell'innovazione italiano mostra un gap strutturale in termini di numerosità e dimensione dei fondi di venture capital rispetto agli altri principali Paesi europei e una capacità di trasformare la ricerca in impresa non ancora pienamente espressa”, aggiunge Veratti. “Il percorso di crescita del venture capital italiano verso una dimensione allineata ai principali mercati europei richiede, oltre alla disponibilità di capitali, un’adeguata numerica di startup in cui investire. Ad oggi risultano registrate in Italia circa 16.000 tra startup e PMI innovative, e stimiamo che il pieno potenziale del Paese possa esser raggiunto con una numerica di circa 27.000 società registrate”, prosegue l’esperto. “Per sostenere ulteriormente la crescita del mercato e favorire l'innovazione occorre però garantire la piena collaborazione tra diversi attori dell'ecosistema, tra cui imprese, centri di ricerca, istituzioni finanziarie e policy maker. Abbiamo lanciato il Bain Startup Navigator, uno strumento innovativo che tramite l'utilizzo di AI consente di monitorare l'ecosistema dell'innovazione italiano e di sostenere la creazione di valore, facilitando la collaborazione tra le imprese e le startup”, conclude Veratti.
Infine, ulteriori segnali positivi per il venture capital in Italia provengono dal primo trimestre del 2024, con più di 60 round di fundraising di startup ed una raccolta di quasi 370 milioni di euro (se si considerano anche le operazioni che coinvolgono la piattaforma Bending Spoons e MMI, nata a Pisa nel 2015 e con headquarter negli Stati Uniti dal 2023).