I tecnici del ministero e il governo stanno lavorando alla riproposizione di una soglia a forfait (nella prima versione era di 2 milioni di euro) con adempimenti più semplici e con un’aliquota fiscale fissa.
Caccia all’emersione fiscale e ai capitali detenuti all’estero e mai dichiarati, nemmeno in occasione della voluntary disclosure del 2015, che prevedeva la dichiarazione al fisco dei beni che non hanno mai varcato i confini nazionali (e su cui non si sono dunque pagate le tasse), su base volontaria. Ora, pare sempre più probabile l’arrivo della nuova versione della voluntary. E dovrebbe arrivare nel corso dell’autunno.
Questa volta si tratterà di un provvedimento che, prendendo inevitabilmente spunto dalla legge 186/14 (ovvero la prima voluntary), porterà con sè alcuni correttivi. Nel bilancio 2015, all’interno del quale sono state registrate 130 mila istanze, 60 miliardi di euro di capitali emersi, 4 miliardi di euro di imposte e sanzioni applicate. Ma il grande assente è uno: il versante italiano del nero fiscale. Poco più di 2200 istanze depositate (l’1,7% del totale) e l’emersione di poco più di 1 miliardo ‘di casa’ sono il risultato su cui i tecnici del ministero e il governo stanno lavorando. Quello che ne emergerà, con maggiore probabilità, sarà la riproposizione di una soglia a forfait (nella prima versione era di 2 milioni di euro) con adempimenti più semplici e con un’aliquota fiscale fissa. Diversamente dalla versione precedente, questa non si applicherebbe più solo ai rendimenti del capitale immobilizzato ma andrebbe a colpire lo stesso montante.
“È una soluzione più penalizzante della voluntary scorsa ma con questa sanatoria il contribuente potrebbe investire il denaro, o comunque liberarlo”, spiega un avvocato che preferisce non essere citato. Inoltre “per l’Agenzia delle Entrate si tratterebbe di gestire le pratiche in maniera più snella". Ma resta il tema politico. Ovvero come veicolarla. “È possibile allora che il governo intervenga con un decreto d’urgenza che tratti le emergenze fiscali e all’interno di questa, occuparsi della voluntary bis. Del resto, le esigenze di gettito erariale sono sempre più corpose, considerato che a fine anno scadranno altre clausole di salvaguardia”, aggiunge ancora il legale.
Il gettito fiscale previsto per la voluntary del 2015 si aggira intorno ai 4 miliardi di euro tra imposte sul reddito, Irap, Iva, sanzioni, ritenute e contributi. Intanto l’Agenzia delle Entrate sta accelerando sulle verifiche della voluntary I: a oggi è stato chiuso il 55% delle istanze presentate. L’operazione dovrà concludersi, per legge, entro il 31 dicembre 2016.