Analisi dello stato di salute e delle possibili criticità che il sistema bancario statunitense dovrà affrontare

Nik Shuliahin, Unsplash
Nik Shuliahin, Unsplash

Un impatto limitato ma senza abbassare la guardia sulle conseguenze future. "Non c'è alcun rischio sistemico dal fallimento della Silicon Valley Bank, ma dobbiamo tenere d'occhio le aree vulnerabili esposte dal crollo della banca", concordano Monica Defend, head of Amundi Institute, Vincent Mortier, Chief Investment officer e Matteo Germano, Deputy Chief Investment officer dell'Amundi Institute. È un'opinione che coglie molto bene il sentiment generale della maggior parte dell'industria dei fondi rispetto alla crisi causata dal crollo della banca americana.

Una delle parti vulnerabili da tenere d'occhio sono le piccole banche statunitensi. "Il fallimento della Silicon Valley Bank ha avuto un impatto drammatico sui mercati finanziari. Le banche di tutto il mondo, comprese alcune delle più grandi e meglio capitalizzate, hanno visto crollare i prezzi delle loro azioni, mentre gli spread creditizi si sono ampliati, soprattutto negli Stati Uniti", ricorda Steven Bell, capo economista per l'area EMEA di Columbia Threadneedle.

Mentre, Fidelity International riconosce che è difficile prevedere come si evolverà la crisi nel breve periodo, perché il mercato non è guidato dai fondamentali ma dal sentiment.

La vulnerabilità principale di tutte le banche è la loro suscettibilità alla fuga di coloro che detengono depositi, se questi perdono fiducia a causa del deterioramento dei fondamentali economici, del comportamento generale o semplicemente della disinformazione dei media. "Se questi soggetti continuano a fuggire dalle banche, innescando un effetto domino, è probabile che i responsabili politici adottino ulteriori misure, tra cui un'eventuale garanzia generale di tutti i depositi delle piccole banche commerciali, che finirebbe per ripristinare la fiducia nel sistema e probabilmente invertirebbe alcune delle recenti oscillazioni dei prezzi azionari", affermano gli esperti.

Secondo Rohan Reddy, responsabile della ricerca di Global X, "le banche regionali possono essere sottoposte a maggiori controlli a causa della maggiore concentrazione delle loro esposizioni rispetto alle grandi banche statunitensi, ma anche in questo caso si tratta spesso di concentrazioni geografiche piuttosto che di concentrazioni di linee di business e profili di fattori tra i clienti, come nel caso della Silocon Valley Bank". Tuttavia, l'esperto riconosce che esiste la possibilità che il settore bancario in generale, e le banche regionali in particolare, vengano scambiate a sconto rispetto al valore contabile sui mercati pubblici, man mano che gli investitori valutano i rischi che si sono verificati con le banche fallite.

Vale la pena ricordare che negli Stati Uniti non ci sono stati fallimenti bancari negli ultimi due anni. Nelle ultime settimane ce ne sono stati due. "Le piccole banche sono chiaramente sotto pressione. Il forte calo registrato è impressionante", riconosce Stéphane Déo, responsabile della strategia di mercato di Ostrum, una filiale di Natixis IM. Se analizziamo la tipologia di questo calo, le banche di qualità superiore hanno resistito meglio. Pertanto, le banche con un ROA più elevato hanno registrato una performance migliore sul mercato azionario rispetto a quelle con un ROA più basso. "Un altro modo di analizzate questo fattore è che le banche più sottovalutate, quelle non amate, sono state le più penalizzate", sottolinea l'esperto.

PGIM Fixed Income non esclude l'emergere di un certo stress - seppur limitato - nei mercati dei finanziamenti retail o alle imprese per le banche più piccole. "I tesorieri aziendali farebbero bene a ruotare i loro depositi in un'ottica di diversificazione. Questo, a sua volta, implica che diverse banche dovranno ripensare a come rimborsare le linee di credito a lungo termine create dalle banche centrali durante le crisi degli ultimi anni (ad esempio le TLTRO nell'eurozona o le TFSME nel Regno Unito)". Dal punto di vista dei clienti delle banche, si prevedono anche tensioni di liquidità per i mutuatari di venture capital e tecnologia, che a loro avviso potrebbero avere un impatto sulle valutazioni del credito privato.