Accelerazioni, pause e rimbalzi. Il quadro economico segue precise varianti (che sono anche quelle storiche) che gli investitori dovrebbero sempre tenere ben a mente. Al momento gli Stati Uniti sembrano allontanare l’idea di una recessione, l’Europa invece si colloca a metà tra una lieve recessione e una stagnazione che si protrarrà per mesi. Nel frattempo il dibattito si concentra sulle banche centrali. La maggior parte degli esperti è in attesa di capire quando comincerà il ciclo di tagli dei tassi. In Cina, dove la crescita rimane anemica, continua a registrarsi invece una sostanziale assenza di pressioni inflazionistiche. In un panorama simile, Anima spiega di aver apportato degli aggiornamenti di asset allocation. Come affrontare, dunque, questo inizio anno? Per la SGR, che prende ad esempio la favola di Esopo sulla lepre e la tartaruga, chi va piano va lontano.
Obbligazionari: posizione di equilibrio
Se guardiamo al mercato obbligazionario, la società conserva un giudizio neutrale sui titoli di Stato core di Stati Uniti (“per cui il nostro scenario centrale prevede una recessione e dove l’inflazione PCE core ha di fatto raggiunto il target”, e Germania (“in ragione dell’elevata correlazione con i treasury e del fatto che la Bce non ha ancora avviato la discussione sui tagli”). Allo stesso modo i gestori si dicono neutrali sul Btp. Nello specifico spiegano come la probabilità che la Commissione europea segua una linea dura con l’approssimarsi delle elezioni europee sia bassa, ma, dicono, “l’approccio poco collaborativo del governo italiano, in particolare sul Mes, potrebbe rivelarsi penalizzante nel medio termine”. Anche sul fronte del credito non c’è convinzione sufficiente per abbandonare la neutralità, né si intra vede il catalyst per una correzione immediata, sebbene sia giustificabile un bias verso una maggior prudenza. L'approccio ai titoli corporate resta selettivo, con una netta preferenza per l’investment grade rispetto all’high yield.
Azionari: neutrali sulle diverse aree geografiche
Anche sul fronte azionario, la neutralità la fa da padrone, in tutte le aree geografiche. Per l’equity europeo l’attenzione riguarda il rally di fine 2023, che sembra perdere slancio. “Dal punto di vista settoriale, esprimiamo costruttività su tecnologici, assicurativi e finanziari e assumiamo una posizione neutrale su utilities e sanitari, mentre abbiamo una view negativa su beni di base, industriali, energetici e beni discrezionali”, affermano dalla casa di gestione milanese.
A Piazza Affari, invece, le cose sembrano andare meglio. Le perfomance sono positive ma bisogna essere prudenti nel corso del tempo, perché il 2024, a detta degli esperti, potrebbe essere un anno di bassa crescita e di eccessive attese sulla riduzione dei tassi. “Il posizionamento in prossimità del benchmark potrebbe essere mantenuto anche nei prossimi mesi in vista di un ulteriore indebolimento della dinamica degli utili”, spiegano. “Fra i settori in sovrappeso ci sono i titoli finanziari, tecnologici, del lusso e le utilities integrate, mentre restano in sottopeso utilities regolate, industriali e società indebitate”.
Oltreoceano si predilige invece una connotazione più value dei portafogli: “conserviamo il sovrappeso su tecnologici e finanziari, così come manteniamo il sottopeso sul settore dei prodotti industriali”. Per i Paesi emergenti, infine, le prospettive sono incerte: “i rischi geopolitici e la prospettiva di una possibile rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca nelle elezioni di novembre introducono ulteriori elementi di incertezza, attualmente in fase di repricing”, concludono dalla SGR.