Il Global CIO presenta i rischi chiave dello scenario e le implicazioni per gli asset. Cautela su azionario Usa per possibile ripezzamento dopo il rally. Maggiore spazio nei portafogli per il reddito fisso e opportunità nei mercati emergenti.
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Un panorama in evoluzione in cui la narrazione favorevole che ha sostenuto il rally dei mercati sino a ora lascia spazio a una maggiore incertezza. Ma le opportunità non mancano, in particolare nel reddito fisso e nei mercati emergenti. Questo è lo scenario descritto dal Global Chief Investment Officer di HSBC AM Xavier Baraton che intervistato da FundsPeople avverte: “Non siamo più in un ambiente Goldilocks”, mettendo in chiaro che l’atterraggio dalla stretta sui tassi senza precedenti delle banche centrali potrebbe essere complicato. A riprova di tale ipotesi, l’esperto cita i dati deludenti dell’IPC negli Stati Uniti nel primo trimestre. Inoltre, per la resilienza dell’economia e la solidità del mercato del lavoro negli Usa, i tagli dei tassi tanto attesi dai mercati potrebbero essere posticipati. E mentre la Fed naviga a vista in attesa di maggiori dati, un errore di valutazione sulle prossime mosse dell’istituto centrale è uno dei rischi principali per gli investitori. “Di fatto negli Stati Uniti ci potremmo trovare in un ambiente con un'inflazione più sostenuta e una crescita inferiore al potenziale. Esattamente l'opposto di uno scenario Goldilocks”, afferma il CIO. “Non trovandosi più nella condizione di tagliare i tassi, la Fed potrebbe decidere di aspettare fino a quando non avrà prove evidenti che l'inflazione sta tornando verso il target”, aggiunge.
Ma secondo l’esperto i prezzi delle azioni, ai massimi storici dopo la cavalcata degli ultimi 12 mesi, e alimentati da una costante crescita dei multipli, non riflettono il contesto di minor crescita che andrebbe a configurarsi e in cui gli utili aziendali potrebbero soffrire. “I mercati stanno diventando più vulnerabili perché la Fed potrebbe diventare più falco. Non necessariamente indicando nuovi rialzi, ma rendendo molto chiaro che i dati economici escludono dei tagli”, come tra l’altro è emerso dall’ultimo meeting della Fed in cui il Presidente dell’istituto Jerome Powell ha reso evidente che la battaglia all’inflazione negli Usa non è ancora conclusa. “Non ci aspettiamo una crisi, ma l’economia negli Usa potrebbe subire un rallentamento, anche perché l’eccesso di risparmi ereditato dal Covid si sta esaurendo e i consumi iniziano a vacillare”, dice il CIO. “In sintesi, siamo cauti perché ci aspettiamo una forma di riprezzamento dell’azionario Usa”, afferma l’esperto. L’Europa non naviga certo in acque migliori per la crescita debole, l’inflazione e l’incertezza per i tassi di default in aumento. Perciò per l’azionario dei Paesi sviluppati l’indicazione del CIO è di puntare sulla qualità: “Il sentiment di mercato è ancora molto rialzista e riflette un ottimismo eccessivo sui tassi e l’inflazione. Quindi siamo orientati verso i titoli di qualità e i settori più difensivi del mercato”, dice Baraton.
Più spazio ai bond
Un atteggiamento prudente e difensivo si rende necessario anche perché, rivolgendo lo sguardo al lungo termine, il contesto di mercato e il mondo sono profondamente cambiati dal COVID in poi. Il CIO cita tre temi chiave per capire il mondo che verrà: la geopolitica, la demografia e la transizione green. Ognuno di essi, secondo la sua analisi, è un fattore inflazionistico. “Siamo entrati in un nuovo paradigma dei mercati, una fase decennale in cui diversi elementi contribuiscono a rendere l'inflazione più resistente”, dice l’esperto. In questo nuovo contesto delineato dall’esperto, i governi sono impegnati in politiche di stimolo fiscale per garantire la sicurezza energetica e la coesione sociale, con problemi per la sostenibilità dei debiti pubblici e creando inflazione. Di conseguenza, le banche centrali sono chiamate a reinterpretare il loro ruolo e d’ora in poi manterranno un orientamento più falco, che si traduce in tassi più alti, per contrastare un’inflazione che prevediamo maggiormente volatile”, argomenta Baraton. Inoltre, il ‘nuovo paradigma’ sarà contraddistinto da una maggiore correlazione positiva tra azioni e obbligazioni, che rende più difficile la diversificazione. Per mitigare gli impatti di questo fenomeno sui portafogli secondo l’esperto è indispensabile dare più spazio alle obbligazioni:“Strutturalmente sarà necessario dare maggior peso al reddito fisso a discapito della liquidità, attualmente elevata nei portafogli per l’incertezza”, dice.
Mercati emergenti per diversificare
Un altro segmento nel mirino per diversificare i portafogli sono i mercati emergenti, un comparto che al momento gode di valutazioni interessanti. “La correlazione tra i singoli mercati emergenti è diminuita in modo significativo rispetto al passato. Prima del COVID, era una classe di attività relativamente omogenea che si muoveva all'unisono guidata dal dollaro e dalla propensione al rischio degli investitori. Ora la correlazione tra un Paese e l'altro all'interno dell’indice è meno rilevante. Se prendiamo ad esempio i mercati asiatici, le traiettorie di due giganti come l’India e la Cina sono diverse e scollegate tra loro”, dice Baraton. “Inoltre, nei mercati emergenti si è già registrata una decelerazione dell'inflazione e le banche centrali sono in anticipo sul taglio dei tassi”, dice. “Per diversificare il reddito fisso in mercati a più alto rendimento, il debito locale dei Paesi emergenti offre rendimenti attesi superiori al 6%, un livello molto interessante rispetto ai titoli dei Paesi sviluppati”, dice il professionista.
L’ascesa dell’India, Cina in lieve miglioramento
Nel blocco emergente,l’attenzione del CIO si focalizza sull’India: “Oggi scambia a multipli abbastanza elevati, ma riteniamo che le aspettative di crescita degli utili siano sostenibili”, dice Baraton. Inoltre, l’esperto evidenzia che il Paese è uno dei principali beneficiari del reshoring globale e la rielezione del primo ministro Narendra Modi alle elezioni che si stanno svolgendo in questi mesi, sarebbe di buon auspicio per i mercati. Infine, Baraton enfatizza gli impatti positivi per i mercati delle riforme orientate alla crescita e al controllo del debito e dei giganteschi investimenti infrastrutturali che il Paese ha messo in campo negli ultimi anni.
La view sulla Cina è costruttiva, ma il mercato locale è interessante soprattutto per le valutazioni accessibili, in un contesto in cui gli stimoli del Governo hanno sanato solo in parte le difficoltà strutturali e la crisi dell’immobiliare in atto nel Paese. “Da inizio anno abbiamo assistito a dati macro leggermente migliori, in particolare negli indici PMI. Si iniziano a vedere dei segnali di miglioramento della fiducia nei consumi, che è il nocciolo del problema in Cina. Mentre, il recupero del mercato immobiliare è un processo lungo e richiederà ancora almeno un paio d’anni. Un aspetto positivo è l’attenzione della Cina verso le nuove industrie verdi dei pannelli solari, delle batterie e dei veicoli elettrici, settori in cui continuiamo a vedere in accelerazione”, spiega il CIO. “Non è un momento entusiasmante per la Cina, ma per le valutazioni a buon mercato è un bel jolly da giocare”, sintetizza.
IA, il rischio di eccessivi entusiasmi
Un altro tema dominante del 2023 è stata la concentrazione della performance in un numero esiguo di titolo della mega cap del tech negli Usa, i cosiddetti ‘Magnifici Sette’ che hanno capitalizzato il boom dell’IA. “Quest'anno siamo più ottimisti sul fatto che i gestori attivi creeranno valore. Infatti, dopo i picchi di concertazione dello scorso anno, la performance in questo primo trimestre si sta distribuendo in modo più omogeneo nei vari settori”, spiega Baraton.
In più, l’eccessivo entusiasmo attorno all’IA potrebbe rappresentare un rischio di ribasso per i mercati. In uno scenario positivo, l’IA dovrebbe portare a aumento molto sostenuto della produttività delle aziende. Ma questo secondo Baraton si vedrà solo con il tempo. “Ad oggi, non è così evidente che l'IA produrrà sostanziali aumenti di produttività al di fuori di alcuni settori e che l'IA si tradurrà automaticamente in maggiori guadagni per le aziende. Bisogna essere cauti ed evitare facili entusiasmi”, conclude il professionista.