Beani (Amundi SGR): “Qualche spiraglio di luce inizia a rasserenare i mercati”

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Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy, Amundi SGR

Importanti passi avanti sono stati compiuti negli ultimi giorni durante l’incontro bilaterale tenutosi a Washington tra USA e Cina in merito alle tensioni commerciali, ma la situazione resta di fatto irrisolta. Attraverso un parallelismo di straordinaria bellezza, Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi SGR, paragona la situazione fra le due potenze all’ottava sinfonia di Franz Schubert, nota come ‘l’Incompiuta’ (il compositore austriaco non completò mai la partitura) scritta peraltro in si minore, una tonalita insolita per i grandi classici dell’epoca. “E la risposta dei mercati azionari, in tono maggiore per tutta la settimana, è finita con un ‘si minore’ venerdì, con una chiusura positiva dell’Indice S&P 500 (+1,09%), ma ben al di sotto del +1,8% registrato a metà giornata”, spiega l’esperto.

Fronti commerciali e politici aperti

Nello specifico, Trump ha annunciato che non procederà con il rialzo delle tariffe sui primi 250 miliardi di beni cinesi dal 25 al 30% previsto per il 15 ottobre. Contestualmente è stato annunciato che la Cina provvederà ad acquistare 50 miliardi di dollari su base annua di prodotti agricoli statunitensi e che allenterà i vincoli alla partecipazione straniera nel capitale delle aziende cinesi. “L’annuncio”, sottolinea Beani, “non è però corredato da nessun accordo scritto e Trump ha dichiarato che ci vorranno fino a cinque settimane per stilare un accordo scritto più ampio”.

Non solo, il rappresentate al commercio USA, Robert Lighthizer, ha affermato che nessuna decisione è stata presa sull’aumento delle tariffe previsto per dicembre sui restanti 300 miliardi di importazioni dalla Cina. Il prossimo appuntamento ai massimi vertici dovrebbe avvenire il 16 novembre, quando Trump eXi Jinping dovrebbero partecipare all’incontro in Cile dei Paesi aderenti all’APEC (Asia Pacific Economic Cooperation).

“Sulle nostre rive dell’Atlantico, intanto, altrettanto incompiute appaiono le trattative tra il Regno Unito e l’Unione Europea volte ad evitare un’uscita al buio alla fine ormai prossima del periodo di rinvio previsto per il 31 ottobre”, ricorda Beani. “Nonostante intensi negoziati durante il week end, mentre scriviamo il nodo fondamentale dei confini doganali dell’Irlanda del Nord rimane irrisolto, data l’opposizione del DUP (Democratic Unionist Party), la forza politica nord irlandese che sostiene il Governo Johnson, a qualsiasi forma di controllo doganale tra la propria regione ed il resto del Regno Unito”.

La reazione dei mercati

I mercati azionari internazionali, come detto, hanno comunque reagito positivamente al miglioramento del clima politico internazionale sulle due questioni chiave che da mesi tengono in scacco le economie globali, trascurando la drammatica escalation militare in atto tra Turchia e Curdi nel nord della Siria (abbandonato a se stesso, dopo la decisione di Trump di ritirare le truppe statunitensi di stanza nella regione). “Il mercato USA chiude la settimana leggermente positivo con l’indice S&P 500 in rialzo dello 0,6 nonostante la citata chiusura in tono minore di venerdì scorso.

Molto bene, invece, l’area euro, che ha chiuso prima dell’annuncio delle novità sulle trattative sino americane con un rialzo dell’indice Eurostoxx 50 sulla settimana di ben il 3,57 che ha cancellato il vuoto d’aria della settimana precedente, con finanziari e ciclici in grande spolvero”, sottolinea Beani. “Bene anche il Giappone con un +1,8% così come i Paesi emergenti, ad eccezione della Turchia, trainati da un +2,5% della Cina, per un rialzo complessivo dell’indice MSCI Emerging di +1,5%”.

Quanto ai mercati obbligazionari governativi, Beani sottolinea la “risalita dei rendimenti su tutte le scadenze per la curva tedesca e statunitense sulla base del maggior clima di distensione e di alcuni dati macroeconomici confortanti per la crescita - dalla produzione industriale tedesca in agosto, in crescita e superiore alle aspettative (+0,3% rispetto a -0,1% atteso), all’indicatore preliminare di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, decisamente superiore alle attese (96 rispetto a 92)”.

Il rendimento del Bund decennale tedesco risale quindi di 15 punti base a -0,44% mentre l’omologo statunitense di 20 a 1,73%. “Da segnalare, inoltre, la decisione della Fed di tornare a espandere il proprio bilancio attraverso acquisti di titoli del Tesoro a breve per 60 miliardi di dollari al mese, al fine di ricostituire le riserve di liquidità del sistema bancario, la cui carenza aveva provocato tensioni sul mercato overnight qualche settimana fa”.

Infine, per quanto riguarda le divise, l’esperto pone l’accento sull’indebolimento del dollaro contro l’euro che risale a 1,104. “Qualche bocciolo comincia a trasformarsi in fiore, rasserenando gli animi agitati dei mercati, ma sono necessari ancora importanti e non facili progressi, affinché dal tono minore dell’Incompiuta di Schubert i mercati possano passare al tono maggiore ed epico dell’Eroica del classico, ma sempiterno, Ludwig van Beethoven”, conclude Beani.