È quanto emerge dal sondaggio mensile tra i fund manager globali. Bassi livelli di liquidità nei portafogli e forte appetito per le azioni. Maggior sottopeso sulle obbligazioni dal novembre del 2022.
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Un nuovo mese all’insegna dell’ottimismo per i gestori di fondi globali. Il sentiment registrato dall’ultimo sondaggio di giugno di BofA è il più rialzista dal novembre del 2021. Questa view positiva si traduce in bassi livelli di liquidità nei portafogli (al livello minimo triennale del 4,0%) e in una grande propensione verso le allocazioni azionarie. Tuttavia, l’appetito per il rischio non è ancora a livelli estremi. L’indicatore del sentiment di BofA si attesa a 6,0 (su un massimo di 10).
Prospettive macro e rischi
L’ottimismo dei gestori si basa su prospettive macro favorevoli. L’aspettativa è di una crescita globale invariata nei prossimi 12 mesi, con il 53% degli intervistati che non prevede nei prossimi 18 mesi l’arrivo della recessione negli Stati Uniti. Sale la percentuale di chi prevede che l’esito della stretta sui tassi sia un ‘no landing’ (26%), mentre il ‘soft landing’ (64%) resta la prospettiva più condivisa. Ai minimi la probabilità di un ‘hard landing’ (5%).
Per quanto riguarda i tassi, 8 intervistati su 10 si aspettano due, tre o più tagli dalla Federal Reserve. Il primo taglio è previsto per il meeting di settembre. Solo l'8% prevede che la banca centrale americana non taglierà i tassi nei prossimi 12 mesi. Nella previsione dell’allentamento dei tassi di interesse, il maggior vincitore della riallocazione dai fondi comuni monetari sono le azioni statunitensi 32 per cento. Seguono le obbligazioni governative 25%, le azioni globali 19%, le obbligazioni societarie 12% e infine l’oro/materie prime 4 per cento.
Tra le insidie dello scenario l'aumento dell'inflazione (32%) sta scomparendo come principale rischio di coda, mentre la geopolitica (22%) e le elezioni negli Stati Uniti (16%) sono in aumento come fattori di incertezza. Alla domanda su quali siano le aree che potrebbero essere potenzialmente più impattate dalle elezioni Usa il 38% prevede il commercio, il 20% la geopolitica, il 13% l'immigrazione, il 9% la tassazione e il 7% la spesa pubblica.
Asset allocation
Andare ‘long’ sui Magnifici 7 (69%) è l'operazione più affollata, seguito a grande distanza da ‘short’ sull’azionario cinese (8%) e ‘long’ sull’oro (8%). La propensione verso le attività di rischio si traduce con un sovrappeso nelle azioni (netto 39%). Nella rotazione mese su mese dei portafogli spicca l’aumento dell’allocazione verso l’Eurozona, con i titoli europei (30%), che sono balzati al più ampio sovrappeso dal gennaio del 2022.
Sottopeso invece per le obbligazioni (-17%) che restano storicamente elevate nei portafogli, ma raggiungono il livello minimo dal novembre del 2022. Nel cambiamento mese su mese delle allocazioni aumenta il peso delle banche e delle utilities, mentre viene ridotta l’allocazione al Giappone, che registra il maggior calo dall'aprile del 2016.