La società svizzera presenta a Milano un aggiornamento della view sul contesto di investimento e sull'asset allocation. Difensivi sull’obbligazionario e selettivi nell’azionario, con un’integrazione grazie a soluzioni absolute return.
Atteggiamento difensivo per quanto riguarda il mercato obbligazionario, ricerca della crescita e selezione tematica sull’azionario e integrazione del rendimento grazie all’utilizzo di soluzioni absolute return. Notz Stucki presenta a Milano con Giacomo Calef, country manager Italy della società, Angel Sanz, chief investment officer, e Hicham Hammoud, portfolio manager e head of Emerging Markets Team, un aggiornamento della view sul contesto di investimento e sull'asset allocation.
“Non investiamo in asset illiquidi”, ha voluto sottolineare Giacomo Calef su uno dei temi più dibattuti negli ultimi mesi. “Nelle nostre valutazioni”, ha aggiunto, “l'attuale premio al rischio per il vincolo di investimento non giustifica un posizionamento sui private markets”.
La ricerca della qualità nell'investimento
L’esposizione della view e delle soluzioni proposte da Notz Stucki parte dalla constatazione del rendimento negativo associato alla liquidità ferma sui conti correnti e dalla necessità di trovare soluzioni insieme profittevoli e a rischio controllato. Il contesto di investimento, caratterizzato da un rallentemento dell’economia e da tassi negativi è, infatti, sfidante. Il termine cautela e selezione ricorre nei commenti sulle possibilità di allocazione di Angel Sanz che rimarca come l'accesso ai mercati privati sia attualmente troppo costoso per rappresentare una soluzione percorribile. “Il nostro portafoglio bilanciato, che rappresenta una sintesi della nostra view sui mercati, predilige il comparto investment grade per quanto riguarda il fixed income, mentre sull'equity investiamo con una preferenza per i titoli esposti ai temi della digitalizzazione e dell'invecchiamento della popolazione".
Completa il posizionamento strategico la continua ricerca di strategie absolute return di qualità, "difficili però da rintracciare sul mercato", sottolinea Calef.
Rischi politici: lo scontro tra USA e Cina
Per qaunto riguarda il rischio escalation delle tensioni sul commercio globale, Hicham Hammoud sottolinea come la Cina centrerà certamente il target di crescita nel 2019 ma sia impeganta in misure di stimolo all'economia sempre più incetrate sulla facilitazione del credito per le imprese del settore privato e per i consumatori, spingendo nella direzione di un mercato interno sempre più strutturato e in grado di contrastare gli effetti negativi dei dazi tramite la domanda interna. Il focus è già dunque sul 2020, anno in cui negli Stati Uniti si entrerà nel vivo della corsa per le presidenziali in programma a novembre. "L'amminstrazione Trump", commenta il portfolio manager e head of Emerging Markets Team di Notz Stucki, "sarà molto attenta a non adottare misure restrittive nei confronti della Cina che possano impattare direttamente i consumatori americani, come quelle annunciate per i prossimi mesi". "Si cercheranno alternative, come la limitazione dell'inclusione dei titoli cinesi nei banchmark o lo spostamento dello scontro su un terreno più politico". "Se queste soluzioni secondarie non saranno percorribili", conclude, "potremo assistere ad una pausa delle ostilità".