Effetti del Covid-19 sul credito high yield. L’analisi dei gestori internazionali

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Pierre Chatel Innocenti, Unsplash

Continuano le incertezze sul mercato del reddito fisso nella crisi del Covid-19. Sebbene le turbolenze siano minori rispetto alle scorse settimane, rimangono molti dubbi sulla profondità degli impatti della pandemia sul comparto, in particolar modo sul settore high yield. Le prime previsioni sulle possibili ripercussioni delle misure di lock-down sui bilanci pubblici e delle aziende prendono le mosse dai dati del post-coronavirus in Cina. Tuttavia è ancora presto per comprendere appieno l’entità dello shock e l’efficacia delle politiche monetarie e fiscali di Banche centrali e Governi ad arginare la crisi. Ulteriore fonte di insicurezza, in questo scenario già complesso, il mancato accordo tra l’OPEC e la Russia e il crollo del prezzo del petrolio con conseguenze sugli utili di interi settori industriali, a partire dalle aziende energetiche.

Per Frederic Dodard, responsabile portfolio mangement per l'area EMEA di State Street Global Advisors, gli spread del debito a più alto tasso di rischio sono tra le variabili finanziarie da osservare con attenzione: “Gli spread hanno iniziato a diminuire modestamente rispetto al livello di stress di marzo, ma ci vorrà ancora tempo prima che raggiungano il livello di normalizzazione. Ad esempio, gli spread sugli high yield a livello globale hanno toccato i 1.200 punti base il 23 marzo (il livello normale sta nel range 400-500)”, sottolinea Dodard dopo il contenuto calo avvenuto in seguito al punto di picco.

Per Andrey Kuznetsov, senior portfolio manager Federated Hermes, nonostante la volatilità, il comparto ad alto rendimento risulta interessante: “nelle scorse settimane l’high yield a livello globale ha registrato il più grande rendimento positivo mai registrato in un solo giorno. Un'analisi degli ultimi due decenni mostra che l’asset class tende a offrire un pay-off migliore nell'anno successivo a quello in cui gli spread superano i 1.000 punti base (come recentemente accaduto)”, spiega.

Qualità del credito più elevata che in passato

Un fattore positivo per Kuznetsov è la qualità del credito all'interno del mercato globale high yield, attualmente molto più elevata rispetto ai precedenti ribassi: “Negli ultimi cinque anni il mercato dei prestiti è stato caratterizzato da una maggiore leva finanziaria, mentre l'aumento dei fallen angel evidenzia che il rating medio del credito del mercato high yield è ora BB. La quota di mercato con rating BB si attesta a un massimo storico del 58% mentre il segmento con rating CCC è attualmente pari all'8%, un record per il livello minimo. Questa tendenza è destinata a continuare”, conclude.

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Fonte: ICE Bond Indices, Marzo 2020 

Secondo le analisi di CANDRIAM la liquidità e il rischio del mercato del credito sono tra gli indicatori da approcciare con maggiore cautela nell’attuale scenario di mercato. Secondo Nadège Dufossé, head of Cross-Asset Strategy, i mercati rimarrano volatitli e i segnali che arriveranno da qui ai prossimi mesi dall’obbligazionario sono indispensabili per valutare lo stato di salute dell’economia mondiale e il successo delle politiche monetarie dalle Banche centrali. Inoltre, spiega Dufossé, la ripresa del mercato del credito è una condizione per la ripresa di quello dell’equity. In relazione a quanto accadrà sul versante del reddito fisso, le valutazioni dell’azionario potrebbero essere meno attraenti di quanto il rimbalzo dei listini azionari delle scorse settimane lasci presagire.

Per Frederic Dodard, “le guidance sugli utili fornite dalle aziende saranno importanti per valutare i danni sui bilanci e sulle situazioni patrimoniali. Inoltre secondo il gestore aiuteranno gli investitori a stabilire previsioni di valutazione più realistiche per il 2020 e potenzialmente per il 2021. Ma il trend sarà terribile”, teme.

La ridotta liquidità dei mercati obbligazionari è tra le principali insidie dell’attuale contesto di mercato anche per UBS Asset Management: “In tutte le nostre strategie high yield, puntiamo a mantenere un adeguato livello di cash. L’attuale disallineamento dei prezzi nei diversi mercati ci induce ad adottare un approccio cauto e selettivo nell’allocazione dei capitali. In Asia, ad esempio, siamo diventati costruttivi e riteniamo di dover chiudere il nostro sottopeso sul segmento high yield, mentre in regioni come l’Europa e gli Stati Uniti, crediamo che gli spread potrebbero non aver ancora raggiunto i massimi, che sono comunque difficili da prevedere”, affermano gli esperti della società.

Segnali incoraggianti dalla Cina

L'aumento dell’attività industriale post-crisi nel paese del Dragone spinge molti investitori a cercare valore nel mercato del reddito fisso high yield asiatico. Secondo NN Investment Partners la vendita indiscriminata ha spinto gli spread delle obbligazioni asiatiche a livelli più ampi di quanto meritino i loro fondamentali. “Il nostro scenario di base prevede una netta ripresa delle economie asiatiche nella seconda metà dell'anno”, spiega Joep Huntjens, head of Asian Fixed Income. “In questa asset class, vediamo il valore nello spazio high yield, mentre sarà sempre più importante evitare fallen angel’", conclude.