Eurizon, l’euro mette al tappeto il dollaro

Andrea Conti, responsabile Macro Research Team, Eurizon Capital SGR
Andrea Conti, responsabile Macro Research Team, Eurizon Capital SGR

In questi mesi i mercati azionari hanno continuato la loro corsa, anche se è leggermente rallentata a giugno rispetto ai mesi di aprile e maggio. “Le ultime sedute ci danno un’idea di alcuni segnali di stabilizzazione piuttosto che un’inarrestabile euforia”, spiega Andrea Conti, responsabile macro research di Eurizon Capital SGR. “Ci troviamo in una fase di transizione in cui il dollaro si è indebolito e l’euro rafforzato. Gli spread dell’eurozona si sono ristretti a seguito dell’accordo sul recovery fund”.

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Gli investitori guardano ancora con attenzione ai dati del contagio, che mostrano risultati negativi nei Paesi emergenti e Stati Uniti.

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“I numeri ci mostrano che il virus si sta ancora espandendo anche se non sta penalizzando la crescita economica: i dati di fiducia delle imprese e di produzione industriale sono in miglioramento e fanno ben sperare in un orizzonte temporale di medio termine”.

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Il posizionamento di Eurizon Capital SGR

“Riteniamo poco interessanti i tassi obbligazionari core europei come quelli tedeschi e abbiamo assunto un posizionamento neutrale rispetto a quelli americani”, spiega l’economista. “Siamo più ottimisti verso i governativi europei periferici come Italia, Spagna e Portogallo”. Sempre per quanto riguarda il mercato obbligazionario la società è positiva sui corporate investiment grade che sono sostenuti dalla liquidità delle Banche centrali sia dei Paesi sviluppati che emergenti. 

“Per le azioni invece, ci troviamo in un contesto in cui gli utili stanno scendendo a seguito dell’impatto della contrazione economica”, afferma Conti. “Il rapporto prezzo utili è salito e stiamo tornando a dei livelli che consideriamo elevati. Il nostro posizionamento di breve periodo quindi è neutrale, soprattutto considerando che storicamente ad agosto aumenta la volatilità sui mercati”. 

Eurizon Capital SGR rimane sottopesata di dollaro sui portafogli. “Pensiamo che ci sia ancora spazio per un ulteriore indebolimento del biglietto verde e ancora opportunità sulla moneta unica a seguito dell’accordo sul recovery fund. Abbiamo ridotto anche la nostra posizione sullo Yen che utilizzavamo come valuta rifugio”, conclude l’economista. 

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