Fed, tassi invariati e stessa prospettiva per tutto il 2020

Tim Evanson, Flickr, Creative Commons
Tim Evanson, Flickr, Creative Commons

Costo ufficiale del credito invariato negli Stati Uniti con la Federal Reserve che nell’ultima riunione dell’anno conferma all’unanimità la forbice 1,50% - 1,75%. Le valutazioni sullo stato dell’economia restano positive tanto che nelle parole pronunciate dal governatore Jerome Powell si nota l’assenza di riferimenti all’incertezza sull’andamento della crescita come avvenuto invece al termine dei precedenti incontri. La maggioranza dei membri del FOMC ha inoltre espresso la convinzione che i tassi rimarranno fermi per tutto il 2020.

Le reazioni delle case di gestione

"La decisione della Fed non ha sorpreso nessuno, lasciando invariati i tassi e confermando con decisione la propria posizione attendista. Ha definito un livello relativamente elevato per un ulteriore allentamento della politica monetaria per il prossimo anno, evidenziando la necessità di una rivalutazione sostanziale delle prospettive economiche per procedere a ulteriori tagli”, analizza James McCann, senior global economist di Aberdeen Standard Investments. “La Fed ha tuttavia fissato un requisito ancora più elevato per un aumento dei tassi, con Powell che richiede un altro significativo e persistente aumento dell'inflazione per giustificare una politica più severa", aggiunge.

“Tutto sommato”, commenta Lee Ferridge, responsabile Multi-Asset Strategy per le Americhe di State Street Global Markets, “la Fed è tornata a un atteggiamento "paziente" e questo probabilmente significa un maggiore range di negoziazione per il dollaro americano e rendimenti dei Treasury a più lungo termine. Finché la liquidità si manterrà sugli attuali livelli nel breve termine, le azioni dovrebbero continuare a offrire rendimenti positivi nelle prossime settimane, guerra commerciale permettendo”.

La convizione di Ronald Temple, head of US equity, di Lazard Asset Management, è che la Fed sia riuscita a materializzare l’atterraggio morbido tanto ricercato attraverso le decisioni prese nel corso del 2019. “A meno di uno shock imprevisto”, sostiene inoltre Temple, “la Banca centrale statunitense dovrebbe fermarsi e concentrarsi sulle strategie per la prossima recessione come parte della sua più ampia revisione della politica monetaria”. 

“I mercati erano pronti preparati ad una dichiarazione aggressivamente neutrale del FOMC”, affermano da Unigestion, “e questo è esattamente quello che hanno avuto”. “Gli asset sensibili della Fed si negoziano con cura, beneficiando del sostegno della politica monetaria per l'ultima volta nel 2019. I rendimenti governativi dei bond USA a 10 e 2 anni sono entrambi in calo di un paio di punti base, i mercati azionari sono cresciuti e la volatilità si sta pian piano riducendo. L'S&P 500 è scambiato a 3140 nell’immediatezza della comunicazione delle decisioni della Fed, l'indice VIX si aggira intorno a 15 e l'indice del dollaro USA è un po' più soft, a 97,3".

Unigestion, FedUnigestion, Fed 2

"Il focus degli investitori si sposterà ora sulle tensioni commerciali tra USA e Cina, e se i dazi sulle merci cinesi saranno implementati o meno dall'amministrazione Trump nel fine settimana”, concludono.