Greppi (Zurich Investment Life): “ESG, la nostra view per il futuro”

Alessandro Greppi
Foto ceduta (Zurich Investments Life)

Fare previsioni a breve, con l’incertezza che c’è sui mercati, è molto difficile. Perfino per chi lavora tutti i giorni nello sviluppo di modelli quantitativi, anche basati su machine learning, di asset allocation e di market timing, non è facile puntare con chiarezza su asset class specifiche o fare scommesse di breve termine. “Siamo nella condizione in cui c’è speranza, più che certezza, che l’inflazione abbiamo raggiunto il suo picco, che la crescita rallenti un po’, dopo il cambio di politica monetaria, o che il dollaro torni a dare meno fastidio ai mercati” dice Alessandro Greppi, unit linked and pension funds portfolio manager di Zurich Investment Life.

Scommettere sulla speranza, però, risulta complicato. Un azzardo, quasi. “In questo contesto, l’unica cosa da fare è guardare alle storie di lungo periodo. L’ESG è una di questa. Gli investimenti sostenibili ci permettono di staccarci dall’immediato, dal breve termine e ci consentono di guardare al futuro. Viviamo in mezzo ad un processo di transizione energetica: volenti o nolenti dovremmo affrancarci dagli idrocarburi. Questo comporterà investimenti molto forti in Europa sulle energie rinnovabili o sul nucleare, qualora si prendessero decisioni più drastiche. Per questo la tematica ESG è al centro della nostra visione”.

Sostenibilità al centro

Non è un caso, dunque, che i prodotti che Zurich ha lanciato quest’anno abbiano tutti un taglio o un focus sostenibile. Come spiega l’esperto, sia i fondi che gli ETF selezionati per le unit linked sono prevalentemente ESG. Settore che purtroppo ha anche sofferto. “L’esposizione al fattore growth ha pesato non poco. Siamo però positivi sul lungo periodo. I catalyst e l’interesse del mercato potrebbero tornare ben presto su questi temi, se le banche centrali aiuteranno a calmierare l’inflazione consentendo il ritorno a politiche monetarie meno restrittive”, dice Greppi.

Guardando alla mera selezione, Greppi spiega quali siano le basi adottate dalla società: si tratta di un processo strutturato su tre vettori, un'analisi qualitativa ESG, basata su rating forniti da provider esterni, un'analisi qualitativa-finanziaria, che guarda la solidità della strategia e della società di gestione e una quantitativa-finanziaria, che analizza nel dettaglio le metriche di rischio rendimento

Asset allocation

Il processo di asset allocation in Zurich è frutto dell'unione di diverse expertise: riceviamo le macro-indicazioni dalla ricerca di Gruppo, e le decliniamo a livello locale con un approccio core-satellite. “A livello geografico molto dipende dalle dinamiche che devono ancora definirsi”, afferma il fund selector. “La forza del dollaro ha premiato più quegli investitori europei che hanno preferito fondi non hedgiati. Adesso, che ci troviamo al di sotto della parità valutaria, si potrebbe guardare con più attenzione alle azioni americane. E con una rotazione dei mercati, potrebbe perfino esserci un rimbalzo anche dell’euro”. Ad ogni modo, la ponderazione dei rischi resta il principale concetto. “A inizio anno abbiamo cercato di ridurre la componente di rischio sul fronte azionario e sulla duration. Questo ha portato anche a ridimensionare o sostituire, già alla fine del primo trimestre dell’anno, quei prodotti molto esposti al fattore growth. Per quanto riguarda invece il mondo obbligazionario, abbiamo ridotto la duration, il rischio spread e favorito la componente investment grade rispetto a quello a high yield”, conclude l’esperto.