Il 2022 sarà un anno di transizione secondo le stime di Credit Suisse AM, in cui la crescita economica rimarrà forte sebbene con un tendenziale rallentamento, l’inflazione continuerà ad essere elevata per poi rientrare verso i livelli obiettivo e le banche centrali faranno velocemente un passo indietro nelle loro politiche di espansione monetaria. Alla luce di questo contesto macroeconomico, come stanno aggiustando i loro portafogli gli investitori e quali sono le asset class su cui puntare nel nuovo anno? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande nel corso di una tavola rotonda organizzata da FundsPeople.
I portafogli rispondono alla transizione del 2022

Il primo elemento di incertezza sui mercati è legato all’andamento della pandemia, la variante Omicron si è diffusa nel giro di pochi mesi a livello mondiale, tuttavia l’impatto economico sembra essere attenuato, grazie alle campagne vaccinali. “Notiamo che in ogni ondata le conseguenze economiche sono sempre più modeste, i livelli di ospedalizzazione sono più bassi rispetto ai contagi e le azioni di distanziamento sociale sono sempre più selettive”, spiega Marco Mossetti, senior portfolio manager di Credit Suisse Asset Management. “Questo è il motivo per cui siamo cauti sulla crescita nel primo trimestre, ma ci aspettiamo già un recupero nel secondo trimestre dell’anno”, continua.
Un altro punto chiave per l’aggiustamento dei portafogli del 2022 è l’inflazione, sarà davvero transitoria? Secondo Mossetti i primi mesi dell’anno saranno caratterizzati da un’inflazione elevata, ma si stima un rientro verso livelli più vicini agli obiettivi delle banche centrali intorno la fine dell’anno. “Questa idea è supportata dal fatto che l’inflazione attuale è la conseguenza di un mismatch tra domanda e offerta: c’è stato un aumento della richiesta di beni di consumo spinta soprattutto dagli stimoli fiscali messi in atto durante le fasi più critiche della pandemia a cui il sistema produttivo e di logistica non è riuscito a far fronte”, fa notare l’esperto. In questo contesto, un ruolo cruciale per i mercati lo giocano le Banche Centrali che hanno già dato inizio, in parte, alla fase di normalizzazione. “Mancano però riferimenti storici in questo processo di normalizzazione con la Fed, per esempio, che ha cambiato i suoi obiettivi d’inflazione (AIT), questo vuol dire che il suo intervento sarà comunque più ritardato e potenzialmente meno graduale rispetto ai cicli precedenti”, afferma il gestore. “Sul 2022 abbiamo una visione al momento più conservativa rispetto ai 4/5 rialzi nel corso d’anno scontati attualmente dai mercati nella parte breve della curva dei tassi”, conclude.
Alla luce di queste considerazioni Credit Suisse AM ritiene che l’azionario sarà ancora un’asset class fondamentale nell’asset allocation, mentre il reddito fisso nella parte governativa ne uscirà ancora penalizzato. La parola d’ordine, pertanto, sarà diversificazione. “materie prime e real estate possono aiutare a raggiungere, in questo periodo, un’adeguata diversificazione e possono proteggere il portafoglio da eventuali effetti sorpresa in termini di rialzo dell’inflazione e crescita al ribasso”, conclude.
1/5Lo scenario di Mossetti è stato condiviso dai diversi partecipanti alla tavola rotonda, ma quali sono le decisioni di asset allocation che hanno messo in atto ciascuno di loro? I portafogli tenderanno ormai ad avere un’impronta più rischiosa rispetto al passato. “Guardiamo all’azionario con maggiore dinamicità”, dichiara Carlo Viscardi, head of Discretionary Portfolio Management di Amundi SGR. “L’idea è andare a ricercare aree di valore nel corso dell’anno. Probabilmente nel 2022 sarà premiante adottare un approccio value e il ritorno al dividendo, dato l’attuale scenario di inflazione”, continua. “Inoltre crediamo che sarà importante ricercare gestori attivi che siano in grado di creare alpha attraverso un’attenta selezione nei mercati azionari emergenti”, dichiara il portfolio manager. Nell’ambito dell’obbligazionario duration e componente governativa non potranno aiutare a bilanciare il portafoglio: “sarà necessaria una maggiore flessibilità nel fixed income e la ricerca di rendimento sarà focalizzata sui segmenti corporate, che, per loro natura, hanno durata finanziaria minore, subordinati investment grade e reddito fisso nei Paesi emergenti, laddove la politica monetaria e fiscale sembra essere più espansiva rispetto area euro e USA”, aggiunge.
2/5La view di Banca Aletti sull’azionario è costruttiva. “Stiamo puntando soprattutto su temi settoriali, se l’anno scorso abbiamo prediletto l’healthcare e la tecnologia, quest’anno guardiamo con maggiore interesse ai titoli value e ciclici, come i finanziari che dovrebbero beneficiare dell’aumento dei tassi a breve soprattutto in Europa, dove le valutazioni sono più interessanti”, ha chiosato Alessandro Bray, Investimenti e Wealth Management delle Gestioni Patrimoniali della banca. “Abbiamo lasciato inoltre un’ampia parte di liquidità nel portafoglio perché ci aspettiamo nel corso dell’anno picchi di volatilità e ciò consentirà di cogliere i trend del momento e di effettuare delle rotazioni”, prosegue. Sulla componente obbligazionaria il gestore condivide un approccio flessibile e diversificato soprattutto attraverso il debito emergente e strumenti indicizzati all’inflazione. “Non manca un’esposizione alle commodity sia attraverso ETC, che strumenti correlati, come titoli del settore energy e dei materials”, conclude Bray.
3/5Un atteggiamento più cauto sugli asset rischiosi è stato assunto anche da BCC Risparmio&Previdenza. Secondo David Karni, responsabile portafoglio di investimento della società, l’anno sarà diviso principalmente in due parti: i primi mesi saranno ancora caratterizzati da mercati che prezzano un’inflazione alta e una ripresa che spingerà a comprare equity e una seconda parte in cui si inizierà a guardare probabilmente ai fondamentali. “Sulla componente del reddito fisso già da ottobre abbiamo deciso di ridurre la duration complessiva, favorendo prodotti short term e flessibili che si allontanassero dai benchmark in termini di durata finanziaria. C’è ancora valore nell’high yield europeo, su cui rimaniamo prudenti”, spiega l’esperto. Mentre nella parte azionaria si aspettano i rendimenti dal value europeo e dalla Cina, con un’inversione di rotta rispetto al 2021.
4/5Mantenere la duration dei portafogli ridotta continua ad essere una necessità per gli investitori anche in questo inizio del 2022 e per questo Credit Suisse AM tra le sue offerte di investimento cita il Credit Suisse (Lux) Global Senior Loan Fund e il Credit Suisse (Lux) Floating Rate Credit Bond Fund. “L’obbligazionario a tasso variabile, sia investment grade che high yield, è un modo per ridurre l’esposizione al rialzo dei tassi di interesse e per continuare ad essere investiti nel fixed income”, suggerisce Anna Paola Marchi, responsabile Clientela Wholesales di Credit Suisse AM.
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