Nonostante l’attenzione in questo periodo sia focalizzata maggiormente sugli eventi politici, è importante rimanere concentrati sui fondamentali.
Per accedere a questo contenuto
Il 2017 sarà dominato da un clima di incertezza politica globale, populismo in ascesa, divergenze di politica monetaria e elevata volatilità sui mercati. Per gli investitori è quindi importante adottare una gestione attiva e un approccio flessibile. In questo contesto, la diversificazione del portafoglio e il concetto di correlazione tra asset class assumono un ruolo chiave al fine di ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Il mercato delle materie prime ha registrato nel 2016 il primo rialzo annuale dal 2010 e nel 2017, un ruolo fondamentale sui mercati delle materie prime lo avrà la politica. Dando uno sguardo al mercato valutario, è importante considerare che i cross valutari non sono influenzati solo dai dati macroeconomici ma anche dai prezzi delle materie prime. La moneta dei Paesi esportatori o produttori di materie prime tendono a svalutarsi e rivalutarsi seguendo l’andamento dei prezzi delle commodity. Il dollaro è la valuta che trae maggiori vantaggi quando l’avversione al rischio domina sul mercato e in periodi di incertezza finanziaria tende a rivalutarsi.
Le commodities che influenzano maggiormente l’andamento delle valute sono l’oro e il petrolio. Entrambe le materia prime sono scambiate in dollari e osserviamo una correlazione negativa tra queste due commodities e il dollaro statunitense. Il petrolio è positivamente correlato con il dollaro canadese (CAD), in quanto il Canada è uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. L’oro è positivamente correlato con il dollaro australiano (AUD), in quanto l’Australia è uno dei principali esportatori di materia prime, tra cui oro e metalli preziosi.
Nel corso del 2016 abbiamo visto range relativamente ampi nei prezzi delle valute principali rispetto al dollaro, in media del 14,4%. Tuttavia, nonostante le oscillazioni, praticamente tutte le valute hanno chiuso l’anno quasi senza variazioni. L’eccezione ha riguardato la sterlina inglese, che ha subito un significativo deprezzamento a seguito del voto nel Regno Unito a favore dell’uscita dall’Unione Europea. A seguio della vittoria di Donald Trump, le attese di inflazione si sono alzate in modo importante, ad anticipare molte delle politiche economiche da lui promesse nel corso della campagna elettorale. Il mercato andrà alla ricerca di indicatori per capire fino a che punto saranno attuate. In Europa, marzo vedrà l’inizio del processo ufficiale di uscita del Regno Unito dall’UE e le elezioni in Olanda. Le elezioni in Francia, Germania e forse quelle italiane saranno spalmate sul resto dell’anno.
Gli esperti di Neuberger Berman analizzano il mercato valutario globale e le prospettive per il 2017. Nonostante l’attenzione in questo periodo sia rivolta prevalentemente agli eventi politici, è importante rimanere concentrati sui fondamentali. Negli Usa i fondamentali sono solidi ed in miglioramento. La Federal Reserve dovrebbe rialzare i tassi di interesse due o tre volte nel corso del 2017 e il dollaro potrebbe salire ancora. I dati interni USA sono molto positivi e secondo gli esperti sono già incorporati nel prezzo del dollaro. In Europa, ad esclusione del Regno Unito, i dati hanno sorpreso in positivo con molti indicatori che suggeriscono una crescita più sostenuta per il 2017. Il mercato non sta prezzando la possibilità di una riduzione ulteriore della politica monetaria della BCE, cosa che, in un contesto reflattivo, potrebbe vedere i tassi europei muoversi più in alto e compensare il più forte dollaro Usa.
Quali sono le valute più interessanti nel 2017?
Secondo la società di gestione, le divise scandinave, essendo strettamente legate al blocco commerciale europeo, restano molto sottovalutate, tra il 15 ed il 20% rispetto alle altre valute principali. Quest’anno i Paesi scandinavi in generale potrebbero sovraperformare gli altri Paesi del G10.
Al contrario, il franco svizzero è fortemente sopravvalutato rispetto alle altre principali divise. La Banca Nazionale Svizzera sta perseguendo una politica di tassi di interesse negativi e resta attiva sul mercato valutario per mitigare qualsiasi apprezzamento del franco. Inoltre, quando i rendimenti globali si muoveranno al rialzo, il franco svizzero verrà messo sotto pressione in quanto i differenziali dei tassi di interesse si apriranno a favore di un franco più debole.
Lo yen giapponese è stato liquidato in modo considerevole nell’ultimo trimestre del 2016. Gli esperti ritengono che la valuta giapponese sia vulnerabile ad una correzione, specialmente se i mercati dovessero attraversare un periodo di turbolenza sugli asset ad alto rendimento.
Le valute correlate all’andamento delle materie prime come il dollaro australiano, il dollaro neozelandese ed il dollaro canadese potrebbero avere performance inferiori rispetto alle valute principali. Un aumento della volatilità sui mercati finanziari potrebbe aumentare la pressione su queste valute e da un punto di vista dei fondamentali di lungo termine, queste valute sono sopravvalutate a seguito della popolarità del carry trade nella seconda metà del 2016.
La Cina ha cambiato i pesi valutari nel paniere usato per le correzioni sul renminbi, riducendo il peso del dollaro americano. È opportuno monitorare con attenzione la situazione in Cina poiché le implicazioni a livello mondiale degli sviluppi nel Paese e la sua valuta potrebbero essere notevoli. Se i dati interni Usa dovessero restare robusti, ci sarebbe margine per un ulteriore apprezzamento del dollaro statunitense anche se ci si aspetta una correzione a breve termine poiché il mercato è ansioso di valutare la probabilità di successo delle politiche di Donald Trump.