Investire in Giappone malgrado la recessione?

Giovanni_Buffa
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Gli ultimi giorni sono stati parecchio caldi per il Giappone. I deludenti dati macroeconomici (crescita del PIL a -1,6% t/t annualizzato contro attese +2,2%) hanno indotto il premier Abe a posporre l’ulteriore aumento dell’IVA di 18 mesi e a indire nuove elezioni per la camera bassa. Nel mentre, i mercati dei capitali hanno reagito violentemente alle notizie, con lo yen che ha proseguito la sua corsa ribassista, sia contro l'euro (attualmente a quota 147,6) che contro il dollaro americano (117,63 yen/usd), mentre il mercato azionario ha inizialmente perso il 2,55% per poi interamente recuperare le perdite. Sul fronte macro, il dato del PIL nel 3° trimestre non è stato soddisfacente, con il paese che ha registrato il secondo trimestre consecutivo di contrazione: questa volta a pesare significativamente è stata la contrazione delle scorte, che da sola ha sottratto lo 0,6% alla crescita. Sotto le attese anche i dati sugli investimenti privati e sulle esportazioni mentre il consumo interno, nonostante il dato assoluto sia in territorio positivo (+0,4%), non è stato in grado di accelerare dopo la contrazione dovuta all’aumento dell’IVA dello scorso aprile.

Proprio l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto è indicato come principale 'colpevole' della recessione, con effetti perversi, non solo sul consumo ma anche sulla produzione industriale e sugli investimenti. Non è quindi una sorpresa che il premier Abe abbia deciso di posticipare il previsto ulteriore aumento dell’imposta (dal 8% al 10%) e di considerare ulteriori nuove manovre di stimolo mentre ha sorpreso la decisione di sciogliere la camera bassa e di tornare alle urne. 

"L’idea che ci siamo fatti è che il premier voglia cementificare la sua leadership nel paese e soffocare l’opposizione interna al suo partito" spiega Giovanni Buffa, portfolio manager di AcomeA SGR. "La decisione di incrementare l’IVA infatti era stata presa dal suo partito in passato ed è da considerarsi come una scomoda eredità con cui il premier si è trovato suo malgrado a dover convivere". E continua "con la decisione di posticipare l’incremento (fortemente inviso alla stragrande maggioranza dei cittadini), Abe scommette che riuscirà agevolmente a vincere un nuovo mandato e a compattare il suo partito intorno alla sua visione di rilancio del paese (Abenomics). Andare al voto adesso significa correre dei rischi ma riteniamo che questi siano moderatamente controllati: sebbene la popolarità del primo ministro sia in calo, l’opposizione è poco compatta e, dati i tempi stretti della nuova tornata elettorale, è difficile ipotizzare una vittoria di quest’ultima (gli ultimi la davano intorno al 10%)".

Per Buffa "il successo dell’Abenomics dipende in larga misura dall’andamento dei salari e delle pressioni inflazionistiche nel paese e, nonostante sia ancora presto per dire se questa strategia sarà vincente, i primi segnali sono incoraggianti (salari lavoranti part-time +4% in un mercato del lavoro sempre più compresso)". Le ragioni per investire in Giappone nonostante la recessione ci sono e secondo il gestore in testa troviamo "la crescita degli utili guidata dalla svalutazione dello yen e guidance societarie ancora molto conservative. Le valutazioni  sono molto interessanti rispetto al passato e con ROE in espansione". Inoltre,  "i significativi miglioramenti sulla corporate governance che potrebbe rappresentare il vero driver di crescita nei prossimi mesi" afferma l'esperto. Tra le ragioni Buffa indica anche il supporto al mercato azionario da parte della banca centrale e dai fondi pensione del paese. "A livello settoriale continuiamo a privilegiare gli esportatori mentre manteniamo la copertura dello yen al 60% circa. Stiamo anche cominciando a valutare alcuni titoli più legati ai consumi interni, dati i livelli di valutazione raggiunti", conclude.