La Bank of England rialza (a sorpresa) i tassi di 50 punti base. La reazione dei gestori

Inghilterra, Regno Unito
Sabrina Mazzeo, immagine concessa (Unsplash)

Falco a sorpresa. Così la Bank of England, nella riunione di giugno, ha attuato un rialzo dei tassi più alto rispetto alle stime degli economisti, pari a 50 punti base, portandoli dal 4,50% al 5%, livelli più alti dal 2008.

Eppure, secondo Jamie Niven, Senior fund manager, Fixed Income di Candriam, pur essendo una sopresa falco, "questa mossa potrebbe portare maggiore credibilità alla banca centrale e determinare una ripresa di alcune sottoperformance cross market viste di recente”. In definitiva, secondo l’esperto, la BoE potrebbe aver accettato che per raggiungere il proprio obiettivo di inflazione potrebbe essere necessaria una recessione. “Se i tassi di base dovessero rimanere a questi livelli (o addirittura passare a livelli intorno al 6% prezzati dal mercato) ci aspettiamo che i consumatori vengano colpiti duramente, con potenziali tensioni soprattutto sul mercato immobiliare”, ammette Niven.

Inflazione elevata, possibili ulteriori rialzi all’orizzonte

Già mercoledì, il giorno precedente alla riunione, i dati relativi all’inflazione complessiva avevano animato il dibattito circa la possibile entità del rialzo. Infatti a maggio l'inflazione nel Regno Unito è cresciuta dell'8,7% rispetto a un anno fa. Il dato, uguale a quello del mese precedente, è peggiore dell'atteso 8,4 per cento.

Secondo Andrew Jones, Portfolio manager di Janus Henderson:Nonostante le notizie del rialzo, con un'inflazione che dovrebbe rimanere elevata nei prossimi mesi, ulteriori aumenti rimangono altamente probabili. Il Monetary Policy Committee  spera però che l'effetto ritardato degli aumenti dei tassi di interesse iniziati alla fine del 2021 e il calo dei prezzi dell'energia portino a una riduzione del tasso di inflazione in autunno”.

Eppure c'è chi come Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income ritiene che: "Un rialzo più aggressivo dei tassi potrebbe significare che la BoE si metterà al passo per domare l'inflazione, ma dati i ritardi nelle politiche c'è il rischio che oltre a inseguire nella salita dei tassi, la banca centrale finisca per inseguire anche nella discesa.

In ogni caso, guardando al mercato, si tratta di cattive notizie per i titolari di mutui nel Regno Unito, "in particolare per quelli a tasso variabile o che devono rifissare il mutuo quest'anno o nel 2024, e sembra difficile vedere come il Regno Unito possa evitare una recessione: i prezzi delle case probabilmente scenderanno e i consumi di beni discrezionali saranno colpiti dall'aumento sostanziale delle rate mensili dei mutui", sottolinea Jim Leaviss, CIO Public Fixed Income di M&G Investments

Al momento la BoE ha anche un altro problema. Quello relativo alla credibilità agli occhi degli investitori e, più in generale, dei cittadini del Regno Unito. Gordon Shannon, partner e portfolio manager di TwentyFour Asset Management, ritiene che questo derivi dall'incapacità dell'Istituto di controllare o di spiegare un tasso di inflazione britannico in ritardo rispetto alle economie avanzate a livello globale. "Ma la preoccupazione è se questo rialzo sia un segno che la Banca sta riprendendo in mano la situazione o se sia semplicemente guidata dal mercato", ammette.

Inoltre, il dato dell’inflazione, ben lontano dall’obiettivo del 2%, ha messo d’accordo i membri del MPC. Sette a favore del rialzo dei tassi e due contrari che preferivano mantenere il costo del denaro al 4,50 per cento. Filippo Diodovich, Senior Market strategist di IG Italia crede che: “La scelta sia stata necessaria ma riteniamo che sia arrivata anche troppo tardi. La BoE doveva avere una stance più hawkish nei mesi precedenti mantenendo così più credibilità e reputazione rispetto all’impegno di riportare l’inflazione al 2%”. Infine, come si accennava prima, nel comunicato la BoE ha previsto di intervenire nuovamente con ulteriori rialzi in caso di pressioni inflazionistiche ancora elevate nei prossimi mesi.