La grande speranza dell’arrivo dello stimolo fiscale

Norman Villamin, CIO Wealth Management, Nicolas Delrue, Head Investment Specialists, UBP
Norman Villamin, CIO Wealth Management, Nicolas Delrue, Head Investment Specialists, UBP

“Il 2019 è stato un anno sorprendente. Tutto quello che nel 2018 aveva determinato volatilità sui mercati, Brexit, contesa sui dazi tra Stati Uniti e Cina, situazione politica italiana, non ha più destato alcuna preoccupazione. È bastato l’intervento delle Banche centrali ad inizio anno per riportare tutte le asset classes in territorio positivo. Ora è il momento di analizzare il contesto di mercato per capire come continuare a performare anche nel corso del 2020”. Luca Gabriele Trabattoni, country head Italy e Mediterranean Countries di Union Bancaire Privée, apre la presentazione dell’outlook per il nuovo anno della società svizzera tenutasi a Milano con un invito a non cedere all’euforia per i risultati raggiunti negli ultimi 365 giorni.

Il quadro macro-economico presentato nell’occasione da Norman Villamin, CIO Wealth Management di UBP, è infatti sfidante anche se è possibile individuare segnali incoraggianti e spazio per un’allocazione profittevole, a patto di conoscere quali siano le metriche più importanti da monitorare.

Centralità dei consumi e attesa per lo stimolo fiscale

Due sono le principali determinanti dell’economia internazionale individuate da Villamin. La prima è rappresentata dallo stato dei consumi statunitensi, “un fattore decisivo non solo per gli USA ma per l’intero scenario globale”, afferma il CIO Wealth Management di UBP. “Il dato appare solido e anche per quanto riguarda Europa e Asia assistiamo ad una stabilizzazione dei consumi”, specifica, indentificando un potenziale pericolo nelle elezioni presidenziali USA del 2020. “Può sembrare paradossale se consideriamo le tensioni in atto tra Stati Uniti e Cina”, argomenta Villamin, “ma la rielezione di Donald Trump sarebbe l’esito più favorevole possibile per i mercati poiché una presidenza democratica significherebbe con ogni probabilità un aumento della spesa per programmi sociali e maggiori tasse per le aziende mentre con risultato opposto è lecito attendersi un nuovo stimolo fiscale”.

Proprio quest’ultimo aspetto è infatti visto come centrale nella visione dell’economia globale degli analisti di UBP che fanno notare lo spazio ormai esiguo rimasto alle Banche centrali per interventi in grado di fungere da concreto supporto alla crescita. “Se analizziamo il rapporto tra utili societari e misure espansive dobbiamo arrivare alla conclusione che la politica monetaria può oggi fungere esclusivamente da stabilizzatore e che il solo intervento in grado di agire con effetti reali sulla crescita è quello di natura fiscale”, afferma Villamin.

Politica e Green Deal europeo

Un’affermazione sottoscritta dal professor Carlo Altomonte, docente di Economia dell’Integrazione Europea all’Università Commerciale Luigi Bocconi, che ha sottolineato come la congiuntura politica potrebbe favorire l’esito positivo della difficile ricerca di un accordo all’interno dell’Unione Europea in grado di dare vita ad una serie di misure di stimolo di natura fiscale. “Le dinamiche elettorali in atto in Germania e Francia stanno spingendo i maggiori partiti verso i temi della sostenibilità. Uno stimolo fiscale coordinato su tali temi appare possibile tenendo in considerazione le attuali presidenze di Banca centrale europea e soprattutto Commissione europea, espressione di questi due Paesi”. Uno dei primi annunci di Ursula von der Leyen, a capo della seconda delle istituzioni citate dal professor Altomonte, in apertura del proprio mandato è stato relativo ad un Green Deal europeo che prevede, tra le varie misure, l’introduzione di nuove politiche fiscali che consentano di realizzare le ambizioni climatiche in termini di riduzione delle emissioni e sostegno alle popolazioni colpite dagli effetti dei cambimenti in atto.

Quattro temi di investimento per il 2020

Controllo del rischio sul segmento obbligazionario e ricerca delle opportunità nell’azionario è l’estrema sintesi declinata da Nicolas Delrue, head of investment specialists di UBP, in quattro idee di investimento che saranno preponderanti nel 2020 per la società svizzera.

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Controllo della liquidità, alternative carry, convessità e mercati privati sono i concetti esposti da Delrue. Il primo concretizzato nell’attenzione per i CDS, il secondo nelle strategie su fusioni e acquisizioni e su credito long/short, il terzo nelle convertibili e nel long/short azionario settoriale ed, infine, il quarto tanto nel debito privato quanto nel private equity.

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